1983 ottobre 3 Udinese Verona 2 pali di differenza

Udinese-Verona 2 pali di differenza

Quando cinquecento carabinieri e poliziotti sono costretti a vigilare una domenica di football
veneto e friulano tra posti di blocchi, cellulari, elmetti, perquisizioni, camuffamenti in
borghese, fermi, arresti, incursioni sulle curve, sequestri di randelli a mucchi, c’è da sentirsi
umiliati e offesi. Anche indifesi perché in quale mai zona del cervello si riuscirà a trovare
spiegazione?

Le due organizzazioni di massa dei Clubs avevano fatto il loro dovere, scambiandosi prima
della partita strette di mano e doni. Non è bastato: il fair play non è un bene di larghissimo
consumo, bensì una speranza da far camminare tra tanti musi duri. Senza quei cinquecento
uomini di guardia, che cosa sarebbe potuto accadere in provocazioni e peggio? Anche a
questo secondo interrogativo il derby del Friuli e del Veneto non ha dato purtroppo risposta,
lasciando tuttavia spiacevoli presagi su minoranze d’immaturi. L’”altro” derby, quello
giocato, è stato di una semplicità totale. Per circa un’ora è sembrato tutto dell’Udinese,
persino troppo. Poi ha preso una piega più equilibrata negli schemi ma anche qui il lampo che
poteva cambiare la partita è stato accesso dall’Udinese, con un palo di Zico che resterà
memorabile per molta gente. Sicché l’Udinese è uscita dallo stadio con la sensazione di aver
perso un punto, mentre l’1-1 da al Verona la consapevolezza di saper reggere anche in
situazioni apparentemente disperate. Come dire che per uno strano incastro psicologico, il
derby triveneto sfuma nel pareggio anche le ragioni d’esso: basta a entrambe, senza
inorgoglire nessuna delle due squadre.

A giusta ragione, Enzo Ferrari deve essere rimasto parecchio impressionato dal Verona
televisto mercoledì in Coppa: non per nulla ha preferito lasciare in panchina Miano che pure
stima al punto da consigliarlo con puntiglio a Bearzot, optando per un terzino in più.
L’Udinese del derby ha avuto un po’ meno centrocampo (Miano) e un po’ di marcatura in più
(Pancheri).

L’impostazione ha funzionato perché Tesser-Pancheri hanno chiuso molto bene i due mini-
sprinter del Verona, Galderisi e Iorio, mentre Galparoli ha reso problematico a Fanna quel
rondò molto arretrato e molto laterale che è il miglior propellente del Verona inventato da
Bagnoli.

Non c’è dubbio. è stato un derby tattico. Da parte di Ferrari per la scelta dei ruoli; da parte di
Bagnoli per il tipo di manovra, sempre molto massiccia a centrocampo.

Siccome il Verona non perde quasi mai le distanze e sa di poter rovesciare rapidamente il
gioco a ridosso di due punte agili, giovani e veloci, l’Udinese ha avuto difficoltà a chiudere il
gioco offensivo in mezzo a quella tela di ragno. L’Udinese sbagliava abbastanza spesso
l’ultimo passaggio, eppure si trattava di errori veniali, provocati soprattutto dal piazzamento
del Verona. Il Verona non era bello come in Coppa, però funzionava abbastanza bene dietro:
non era in grado di offendere, però teneva.

Il fatto è che l’Udinese di Ferrari ha una qualità consolidata, di imporre gioco con veemenza,
accendendosi in ondate di tale impegno che anche squadre ordinate e attente possono restarvi
stordite. È accaduto nel giro di un minuto arrembante, da sinistra a destra, con un corner di
Causio e una rimessa laterale di Mauro. Prima Gerolin ha quasi sfondato Garella, poi Zico è

volato in figura da karatè a intercettare il pallonetto dosatissimo di Marchetti. Con il collo del
piede destro, di esterno, il corpo all’indietro, Zico ha piazzato in rete. Un’azione di
sfondamento che, attenzione, è tipica dell’Udinese anche se a sublimarla ha provveduto il
Nostro.

Qui l’Udinese ha avuto tre occasioni per chiudere il derby sfruttando la crescente disinvoltura
dei tocchi, soprattutto per merito di Zico. Edinho (40’), Gerolin (46’) e Virdis (51’) sono stati
vicinissimi al 2-0, soprattutto Virdis che, controllando una delizia di Mauro, è stato capace di
una folgorante girata in piena traversa. Bella davvero eh! Non facciamo l’errore assai diffuso
di rimpicciolire le prodezze degli italiani enfatizzando oltre il lecito quelle degli stranieri.

Dopo la traversa, la svolta dell’1-1. Il sinistro di Fanna, dai 16 metri, era notevole ma senza la
parabola impressa dal piede di Pancheri difficilmente sarebbe stato gol, visto il piazzamento
del portiere. L’1-1 ha allora sciolto il Verona che, ben preparato, ha corso in lungo e in largo
come se a Belgrado non ci fosse mai stato.

Ciononostante l’Udinese poteva ancora vincere, naturalmente con Zico, non fosse che il suo
fantastico affondo, un capolavoro di palleggio, precisione, rapidità e potenza, è andato al 62’
a concludersi sul palo a portiere ampliamente battuto. Tra autoreti che si ripetono e legni di
traverso, è stato il momento questo più penoso per l’Udinese, vittima di una dose eccessiva
d’incidenti di percorso.

È verissimo, poco prima della chiusura, Brini e Tesser hanno fermato abbastanza
miracolosamente Guidetti, ma un ko come questo non sarebbe stato troppo? Ha risposto sì lo
stesso Osvaldo Bagnoli, onorando il derby anche ai microfoni. Per Udinese e Verona il
campionato è appena cominciato, e promette dolcissimi stupori