1983 Maggio 16 Il Verona è pronto per l’Uefa

1983 Maggio 16 – Il Verona (4.) è pronto per l’Uefa Udinese record: 20 “X” ed è sesta

Il tricolore sventola sul Cupolone, lo scudetto 1983 lascia la Val Padana. La Juve segna in ritardo
caterve di gol, che valgono da allenamento alla finalissima di Coppa-campioni ad Atene, fra dieci
giorni esatti.
I giornali tedeschi, come il “Kicher”, scrivono che la Juve “ha già l’acquolina in bocca” ma
l’Amburgo farà teutonicamente tutto il possibile per sconfessare il pronostico. In fin dei conti, come
l’Inter nel 1967, in questi giorni è toccato anche al Real Madrid mangiarsi tutto, scudetto e Coppa
delle Coppe. La Juve deve fare molta attenzione.
E’ una Juve che cambia epoca: conta le ultimissime stagioni di Zoff; centellina le ultime partite di
Furino e, soprattutto, toglie Roberto Bettega dagli organici. Ieri contro il Genoa questo grandissimo
esemplare di uomo da calcio ha giocato l’ultima partita di campionato italiano della sua difficile e
stupenda carriera. Difficile perché segnata da gravi pause; stupenda perché vissuta sotto il marchio
della classe e di una professionalità che, giunta al capolinea, resta ancora a livelli da ambizioso
apprendista.
Non mi stupirei per niente se, di ritorno da due-tre anni di management nell’area anglofona del
calcio nordamericano, Bettega rientrasse alla Juve come neo-Boniperti.
Il campionato in 30 puntate è finito, ma è possibile che quella di ieri sera non sia l’ultima classifica.
Due grosse grane di carattere disciplinare sono sul tappeto e rischiano nei prossimi giorni di
modificare anche pesantemente le cifre finali:
1.La prima riguarda Juve-Inter, la partita della pietra scagliata fuori dallo stadio sul pulllman
dell’Inter e sulla testa di Marini. Se per dare una lezione ai delinquenti, la disciplina sportiva
deciderà di punire una Juve innocente e non certo in grado di sostituirsi ai carabinieri anche fuori
del proprio impianto, quel magnifico 3-3 potrebbe cambiare in uno 0-2 per l’Inter, così peggiorando
ulteriormente la stagione della Juve nel campionato della sua grande delusione post-Mundial.
2. la seconda grana, più seria per le implicazioni morali e per i possibili provvedimenti a carico
delle società, concerne Genoa-Inter, sulla quale gravano alcuni indizi di pastetta decisa alla svelta e
alla buona, tra “ignoti” dopo il provvisorio 2-2. Una presunta pastetta semmai comicamente finita
perché Salvatore Bagni andò in gol, fece vincere l’Inter per 3-2 e svegliò di brutto chi, forse, s’era
scambiato qualche occhiata benevola a favore del pareggio. Se con gli indizi si farà sentenza di
condanna, 5 punti di penalizzazione per illecito potrebbero toglier l’Inter dalla zona Uefa e mandare
il Genoa in B al posto del Cagliari. Naturalmente ci sono altre ipotesi altrettanto serie: assoluzione o
pene da scontare nella prossima stagione.
Come si vede, non tutto è concluso e, anzi, questa doppia incertezza mostra con emblematica
evidenza l’altra faccia del calcio, i suoi rischi, le sue paure, le sue tentazioni. Il momento della
violenza e il momento della complicità, due capitoli che in entrambi i casi mietono vittime innocenti
e giocatori perbene, la parte sana che si muove secondo gli obblighi di lealtà e probità sportiva.
Sono esempi che, al di là delle sentenze, inducono in ogni caso a grande vigilanza.
Tecnicamente parlando, il campionato si è poi chiuso segnalando il buonissimo piazzamento del
calcio triveneto, sesto con l’Udinese e addirittura quarto con il Verona. L’Udinese passa alla storia
con un record assoluto di 20 pareggi, finora mai raggiunto nei campionati a 16 squadre. Il Verona
vede ancora aperta la possibilità di entrare il prossimo anno nel circuito europeo della Coppa Uefa.

In entrambi i casi, una testimonianza di football tecnico, tatticamente esemplare nel Verona di
Osvaldo Bagnoli, atleticamente impeccabile nell’Udinese di Enzo Ferrari. Il pubblico veneto e
friulano non hanno di che lamentarsi, se si tiene anche conto della crescita del Padova verso la serie
B.
Il 1982-83 si congeda mentre sta ricuperando all’èlite del calcio il Milan e mentre lascia retrocedere
Cagliari, Cesena e Catanzaro. La prossima serie A sarà geograficamente più omogenea e
probabilmente più nordista. E lo spettacolo continuerà di sicuro: Michel Platini, infatti, non tornerà
in Francia!