1982 ottobre 11 Duello Roma-Juve

1982 ottobre 11 – Duello Roma – Juve

Madama ha cominciato a fare sul serio: con Boniek liquidò il Napoli; senza Boniek ha
fatto il contropelo alla Fiorentina. Già la Juve è accreditata di un arsenale-gol
nettamente superiore alla media ; se poi vince in trasferta le partite-svolta persino con
le randellate craniche di Mazinga Brio, stopper, il giocatore più alto della serie A con
il suo metro e 94 di statura, allora non c’è scampo.
Meno male che qualcuno non si arrende, come Liedholm che dall’alto dei suoi saggi
sessant’anni guida il campionato nonostante una Roma tatticamente ancora poco
assestata. Non si vince 3-1 a Napoli senza aver corrente continua.
Il nascente duello Roma-Juve scaraventa ai margini, quali asteroidi alla deriva, due tra
i quarantenni più laboriosi in panchina e in campo: De Sisti e Giacomini, entrambi
alle prese con ambienti o esagerati (vedi Firenze) o illusi (vedi Napoli).
Il Napoli è in zona-retrocessione nonostante il laser ai piedi di Diaz, La Fiorentina ha
già tre punti di ritardo sulla Roma e continua con il vizietto di farsi battere in casa. Le
accadde anche con l’Udinese.
Se dipendesse da Ascoli, si dovrebbe concludere che il cosiddetto «salto di qualità»
friulano è un sogno: 3-0 e camminare, come sempre, anzi peggio perché questa strana
sconfitta mostra un rigore sprecato, il portiere Borin che equivale Corti nel ritardare
importanti uscite, un Surjak che non vale il nome, una squadra che soffre fin troppo
surriscaldate trasferte.
L’Udinese ha preso finora sette gol, troppi, e infatti, hanno fatto peggio soltanto le
ultime tre squadre in classifica. L’Udinese è ora al nono posto, un posto non gradito a
Lamberto Mazza che una decina di miliardi li ha spesi per sistemarsi minimo con le
prime otto. Insomma urge una reazione e l’occasione c’è: la Juve, domenica in Friuli!
Sapete chi ha gli stessi punti della Juve? Il Verona delle tre vittorie consecutive,
guidato ieri da un Dirceu brillante in mezzo al campo come una stella caduta dal
Brasile.
Assieme alla Sampdoria miliardaria è il Verona la squadra che stupisce.
Il Veneto non ha più i mecenati, ma è sempre lì, con i suoi labari al vento. Piange il
morto con un occhio solo.