1982 luglio 7 La barzelletta del doping, i momenti irripetibili e il miraggio dei rigori

1982 luglio 7 – La barzelletta del doping, i momenti irripetibili e il miraggio dei
rigori

Dall’inviato
BARCELLONA – Arriva in sala-stampa un giovanissimo giornalista brasiliano. Dice
trafelato: «Una televisione di Rio ha appena interrotto le trasmissioni per dare la
notizia che c’è un caso di doping nell’Italia». Lo guardo come si guarda un simpatico
matto, anche se la notizia della trasmissione è vera. Telefoniamo allora a Madrid,
centro disciplinare del Mundial, e la risposta è una smentita ufficiale: nessun caso di
doping; le urine di Italia – Brasile sono limpide come acqua Fiuggi. Quindi, anche
quelle dei due italiani controllati, Antognoni e Conti. Quest’ultimo, letteralmente
prosciugato dalla fatica, aveva impegnato oltre mezz’ora per riempire la provetta.
Ogni tanto, nel tentativo di rilassarsi, arrivava sotto la nostra tribuna-stampa, dove
stavamo picchiando sulla portatile a polpastrelli roventi. Il presunto doping è una
barzelletta e, in ogni caso, avrebbe determinato la squalifica del giocatore colpevole,
senza nessuna ripercussione sul risultato. Sarebbe stato soltanto un episodio
spiacevole, sul quale speculare, sporcando in qualche modo una vittoria ritenuta
tecnicamente legittima dagli stessi brasiliani. É anzi difficile trovare oggi in
circolazione avversari tanto cavallereschi e tifosi tanto mansueti come i carioca dopo
aver sbattuto sul 3 a 2 peggio che con la faccia addosso a un camion. L’Italia assapora
momenti irripetibili. Uno Zoff grandioso, che rilancia durante l’intera partita con il
solo piede sinistro, essendo andato in sofferenza all’inguine destro. Paolo Rossi
trigoleador, un record contro il Brasile, un exploit senza precedenti e che non avrà
chissà per quanto successori. Antognoni che si vede annullata una rete da manuale.
Scirea che quasi cade in debito d’ossigeno per una difesa mai tanto strenua. L’ira di
Gentile, ammonito e automaticamente squalificato. Le smorfie di Collovati e Tardelli
usciti rotti dal campo. Immagini irripetibili e oramai in archivio. Il Mundial è un
carroarmato che non concede pause; domani è già tempo di semifinale.
L’Italia non ha spazio per gustarsi la sua più bella impresa degli anni Ottanta, Bearzot
comincia già a parlare polacco. Dopo la squalifica di Boniek, sembrava che dovesse
scattare anche quella dell’ala sinistra , Smolarek, tipo robusto, veloce, con un buon
tiro diagonale. Si è però trattato di un equivoco: le segnalazioni ufficiose parlavano di
due ammonizioni; la segnalazione ufficiale parla di una sola. Smolarek sarà in campo,
facendo svanire per l’Italia il notevole vantaggio di vedersela con una Polonia priva
dell’intero tandem di punta. Italia – Polonia nasce con un profilo per ora molto
approssimativo. La Polonia ha uno squalificato (Boniek) e un
infortunato
(Kupcewicz): potrebbe far giocare al centro dell’attacco il vecchio Szarmach, autore
di uno dei due gol che ci tolsero di mezzo nel 1974 a Stoccarda. Farà probabilmente
entrare anche Ciolek, già visto nel secondo tempo contro l’URSS. L’Italia replica
suppergiù con le stesse magagne, forse con qualcosa di peggio. Non avrà Gentile e
non sa se riuscirà a riavere integralmente la caviglia e il polpaccio sinistro
rispettivamente di Collovati e Tardelli. Nella peggiorissima delle ipotesi, Collovati
sarebbe sostituito senza problemi da Bergomi, Tardelli da Marini, mentre l’impiego di
Oriali-terzino nel ruolo di Gentile obbligherebbe Bearzot a inserire a centrocampo un
Causio o un Dossena. Ma sono tutte ipotesi molto labili, troppo precoci, legate alle
possibilità di recupero dei due infortunati. E queste sembrano, a occhio e croce,
abbastanza buone. Da qualunque parte la si guardi, Italia – Polonia appare molto
equilibrata. L’Italia ha giocato assai meglio contro il Brasile; la Polonia ha
risparmiato contro l’URSS e ha avuto a disposizione un giorno di riposo in più,
dettaglio a questo punto importante. La Polonia perde con Boniek il suo asso, ma

come spesso accade nel calcio, potrebbe giustappunto costruire nel suo vuoto una
partita di ampia reazione collettiva. In più Paolo Rossi non sarà più una sorpresa…
Dopo Stoccarda, tra Polonia e Italia c’è stata inoltre una tradizione di pareggi, quattro.
Tant’è che il clan polacco discute oramai di calci di rigore! Se infatti sarà pareggio, il
regolamento prevede i tempi supplementari e, in caso di ulteriore pareggio, i calci di
rigore. Prima cinque, poi a oltranza. I polacchi ricordano che il loro portiere
Mlynarczyk ne è uno specialista e infatti, in Coppacampioni a Lodz, provocò un
giorno l’eliminazione della Juve parando i tiri di Cabrini e Causio! I polacchi
ricordano anche che, sempre ai rigori, l’Italia perse a Napoli il terzo posto agli
Europei di due anni fa. Quella sera, dal dischetto, contro Zoff, vinse la
Cecoslovacchia 9 a 8 se ben ricordo. Dicono che Dino Zoff ha l’allergia dei rigori, sia
con la Juve che con la Nazionale, e ci sperano. Se sono obbligati a preventivare una
soluzione tanto sul filo del rasoio è perché l’Italia anti-Brasile ha lasciato il segno.