1982 luglio 4 La fede nei fondamentali: questo è il Brasile

1982 luglio 4 – La fede nei fondamentali: questo è il Brasile
È il calcio totale: tocco più smarcamento…

Barcellona, 3 luglio 1982.
La fede nei fondamentali, questo è il Brasile. Il “tocco” è un loro gene. Toccare,
hanno un modo sensuale di sentire il pallone. Un giornalista spagnolo ha scritto che
c’è “complicità” tra i loro piedi e l’attrezzo. Un italiano può essere un tedesco, un
russo può essere un inglese: un brasiliano è nessun altro.
Per cogliere certe sfumature, devi aver dentro il gusto, non aver smarrito l’occhio:
saper distinguere un calcio da un tocco. Faccia a faccia con gli argentini, in un
paesaggio tattico non europeo, ci furono attimi, momenti, gesti, prodezze che sono
arte-per-arte. Soltanto sguardi imbarbariti dalla lunga desuetudine al gioco plastico
possono avvertire noia.
Ho visto arrivare i brasiliani allo stadio un’ora e un quarto prima della partita. Il
pullman si è fermato, ma sei giocatori non uscivano. In fondo, dagli ultimi posti,
arrivava un suono di tamburi e fischietti. Ho sbirciato dalla scaletta e ho notato
Socrates, Falcao, Cerezo e altri intenti a ritmare un tipico samba. Nell’attraversare il
sottopassaggio, un’ora e un quarto prima di incontrare i campioni del mondo,
rispondevano alle interviste preliminari delle più invadenti e chiassose creature del
mondo: le radio brasiliane.
I brasiliani sono in campo quello che sono fuori. Credono nella loro cultura, come nel
loro gioco. Tu pensa che cosa ha detto Tonino Cerezo: «Non possiamo marcare
Maradona a uomo perché così potremmo annullare un nostro importante giocatore.
Tutta una psicologia tattica vien rovesciata: se io annullo, finisco con l’annullare me
medesimo». Quindi, la parola agli spazi, alla zona, la ragnatela do Brazil è
impressionante.
Ha ragione Bearzot quando intuisce che, preparati come sono atleticamente, i
brasiliani hanno trasferito il “calcio totale” dell’Olanda in Brasile. Tocco più
smarcamento.
I tre gol all’Argentina. Eder, l’uomo dal sinistro che spara a 174 all’ora, ha impresso al
pallone una traiettoria con due cambi di velocità. Un effetto incredibile, di esterno,
che avevo ammirato durante il perfezionamento degli allenamenti. Il portiere Fillol s’è
visto arrivare addosso un missile che dondolava come un aquilone. Traversa, Zico e
gol.
Il 2-0 è roba da manuale: cambio di campo, quattro passaggi in linea, circolari, da
sinistra a destra fino al cross-gol di Falcao per Serginho. A quel punto avrei segnato
anch’io. Le cose che ha fatto Falcao non si possono dimenticare. Con Junior, il
migliore in campo.
È quello della Roma Falcao, con la differenza che qui respira nella sua aria, non ha
bisogno di tradurre le sue pedate, ottiene risposte nella sua stessa lingua, da Zico o
Cerezo o Junior o Socrates o Eder, fate voi. Eretto, biondo, fine nel suggerimento
quanto implacabile nel contrasto, Falcao è oggi l’espressione più cristallina del calcio
senza aggettivi. Il futebol. Il bello è che non sono soddisfatti dei tre gol all’Argentina
né del gioco. Socrates immaginava una partita ancora più palleggiata, Zico lamenta un
paio di sprechi in area, Serginho-Eder hanno mancato in precisione nella trama.
Assicurano di poter giocare molto meglio.
Se ciò accadesse ci sono quattro gol di differenza con chiunque, ma la magia del
calcio sta nella sua originalità. Tutto sembra ripetersi e tutto è irripetibile, così
lasciando frammenti di speranza a ciascuno, all’Italia del contropiede o alla Francia
della geometria, all’Inghilterra della potenza o alla Germania della massima classe

europea o alla Polonia delle diagonali e di Boniek. Persino all’URSS, cordiale come
un cingolo, plumbea nonostante il suo narcisista campione, Blokhin.
La legge del calcio dice che questo sarà il Mundial del Brasile, ma l’irrazionale tiene
aperti fremiti e trappole a una temperatura che dovrà far riflettere seriamente sui rischi
di organizzare il campionato in pieno luglio. Qui si gioca sempre fra i 35 e 42 gradi,
l’altro ieri con umidità al 97 per cento.
I giocatori sofFrono una sudorazione anormale, con obblighi di reintegrazione
altrettanto anormali tenendo presente che un eccesso di liquidi disturba i processi
digestivi.
Domani Brasile-Italia sarà anche un match a base di sale: in testa e in circolo.