1982 giugno 13 Clamoroso! Bearzot sceglie 3 punte e 1/2

1982 giugno 13 – Clamoroso! Bearzot sceglie 3 punte e 1/2

Dall’inviato
BARCELLONA – Ho lasciato pioggia a Vigo; trovo sole e 30 gradi a Barcellona.
Stasera darò gli occhi a Maradona; domani all’alba tornerò a Vigo per controllare
quale Paolo Rossi ci ha restituito il tempo perduto. Il Rossi di Udine (che capocciata-
gol quel giorno) era più che sufficiente per il nostro campionato; non è detto che basti
all’Italia del Mundial.
Questa è un’Italia tatticamente strana. Strana se beninteso Bearzot opta per il previsto
attacco! Conti, Tardelli, Rossi, Antognoni, Graziani. Strana perché è la prima volta
che l’Italia gioca con tre punte e mezza!
Rossi è un centravanti, Graziani pure. E fanno due, Conti non è Causio; è più punta di
Causio e conclude a rete con più efficacia. Graziani può accanirsi finché vuole in
retrovia: non è Bettega. Conti può deambulare a vita: non è Causio. E se deambula
troppo, allontana il suo bellissimo sinistro da ogni possibilità di ferire.
Il
trio Conti-Rossi-Graziani esordisce ufficialmente domani a Vigo, dopo
l’«allenamento» di Braga. Conti e Graziani sono entrambi dei lottatori e di sicuro
perderanno due chili a testa contro i polacchi. Ma un conto è il nerbo, un conto è la
manovra.
In tutto, fanno tre attaccanti, due centravanti e un’ala vagante. In più Antognoni,
mezza punta, che ignora la marcatura e che, per forza inerziale, tende a correre in
verticale. Quei tre attaccanti e Antognoni dicono suppergiù un conto totale di tre
punte e mezza; tre a tenersi stretti.
La cosa è abbastanza inconsueta dalle nostre parti dove si tende a fare della puntata
centrale una solitaria lancia termica, e che si arrangi. Il più o meno scarno contropiede
all’italiana ha sempre penalizzato il centravanti. Guardiamo al Campionato: in 26
partite Pruzzo segnò 15 volte; Bivi 12 in 28. In Italia il quoziente-gol è sempre più
basso.
Che in campo internazionale Bearzot provi a migliorare la pressione sull’avversario è
ambizione legittima oltre che utile, anche perché il Ct parte da un’assioma: «Non è
più l’era dei Burgnich. Questa Nazionale non sa fare catenaccio in area. Deve
difendersi a metà campo, restare compatta, impensierire con gli attaccanti i terzini
altrui. Sennò, se sta in bunker, prima o poi il gol lo prende. Questa Italia non deve
farsi mettere al muro».
Con un Furina in mezzo e un Antognoni o un Graziani in meno ci sarebbe da
discutere su tanta allergia a chiudere, ma il ragionamento di Bearzot ha in effetti
capo e coda, funziona. La perplessità è un’altra: che un attacco di quattro giocatori
con caratteristiche offensive esponga Tardelli e Marini a magre suicide a
centrocampo.
Marini sarà modesto tecnicamente; Tardelli sarà tuttora alla ricerca del suo 100
per cento di forma, ma chi li alleggerisce? Interrogativo che tanto più
impensierisce tanto più si ricordi Parigi dove due ali vere misero a cuccia Cabrini-
Gentile, togliendo al centrocampo il sostegno dei terzini e facendolo letteralmente
andare in debito d’ossigeno.
Con queste premesse, la chiave di Bearzot potrebbe essere la panchina! Facendo
ricorso ad essa con impeccabile tempestività, al primo segno di cedimento. Ci
sono cambi per tutti i gusti, da Causio a Dossena, da Oriali a Massaro. La scelta
della panchina e la sua utilizzazione riparano a partenze false, a patto che non la si
usi da mero riempitivo o, addirittura, secondo grotteschi impulsi, vedi i 6 minuti
finali di Gianni Rivera in Messico nel 1970.

Ma la panchina è un soccorso di riserva, in seconda battuta. A reggere lo schema a
tre punte e mezza servirà come il pane innanzitutto il ritorno della brillantezza
fisica, qualità finora opaca o inespressa. Perché, quanto alla brillantezza
psicologica, ci si può contare bastando con la Polonia un pareggio, naturalmente
anche uno 0-0!
Per fare lo 0-0 con questa squadra non da 0-0, la griglia maionese delle precedenti
amichevoli sarà tutta da buttare. Tra Conti e Rossi, tra Antognoni e Graziani, e per
reciproci incroci, non ci sarà via d’uscita che attraverso un gioco più preciso che a
Braga, più rifinito che in Svizzera, più ordinato che a Lipsia, più resistente che a
Parigi.
Semplice no? Se succede, Bearzot andrà grato pellegrino al monastero di Santiago di
Compostela. Da Vigo è comodissimo.