1981 Maggio 25 Juventus campione, Udinese in A

1981 MAGGIO 25 – JUVENTUS CAMPIONE, UDINESE IN A!

UDINE – Alleluja bianconero: scudetto alla Juventus, serie A per l’Udinese!Gli ultimi novanta minuti
di campionato fattosi parossistico non hanno tradito i valori tecnici. La Juve è la squadra più
forte d’Italia, l’Udinese non ha un parco-giocatori da serie B. Tutto giusto.
Il gol-scudetto del 1981 lo ha messo dentro, con una sbilenca acrobazia, il “bello” del calcio italiano,
Antonio Cabrini, agricoltore di Cremona, sorriso Durbans che fa impazzire migliaia di ragazzine.
Tornato in forma come nella magica primavera del 1978, il terzino Cabrini è andato in gol per
ratificare i meriti tattici di una Juve alla quale non è stato regalato nulla.
La Juve aveva cominciato il campionato su toni di una mediocrità persino sconcertante. Inserendo via
via l’Irlandese Brady nella mobilissima trama impostata da Giovanni Trapattoni, la Juve fu poi
capace di una reazione a dir poco portentosa.
A quel punto lo scudetto era tecnicamente suo, non fosse che tanto la Roma quanto il Napoli non
mollarono mai la presa. Soprattutto la Roma, tenendo per due mesi la testa della classifica, fu capace
di rendere il campionato aspro. incerto, impensabilmente interessante. Che la Roma abbia perduto il
campionato soltanto ieri pomeriggio dimostra quanto valgano questi 42 punti ottenuti da Niels
Liedholm con una squadra certamente inferiore per classe e mestiere alla Juve.
Il lungo duello a tre e, infine, il faccia a faccia tra Juve e Roma hanno così riscattato un calcio ancora
avaro di spettacolo e alla presa con notevoli problemi, Ma certo al bastonata inferta ai ladroni delle
scommesse, l’importazione dei primi campioni stranieri, gli schemi di Trappattoni e Liledholm, tutto
ciò che p alla lunga riuscito a riscattare l’intera annata.
Lo scudetto numero 19 della leggendaria storia della Juve regala ad Agnelli-Boniperti una
soddisfazione tutta particolare perché mai come quest’anno si è tentato di accreditare l’immagine di
una Juve bassamente privilegiata dal Potere Occulto e mai come quest’anno la Juve è invece stata
capace di vincere ad handicap.Non soltanto l’handicap di non avere un autentico centravanti, ma
quello di arrivare al decisivo sprint scudetto senza il suo leader Bettega, fermato da un processo
capzioso e ridicolo nelle motivazioni. Propagandisticamente parlando, è perciò uno scudetto che vale
di più.
Per grande che sia il prestigio dello scudetto, nessuno potrà tuttavia rendersi conto di quanto immenso
stress ci sia nel restare in serie A se ieri non era allo stadio Friuli! L’Udinese ce l’ha incredibilmente
fatta a due soli minuti dalla fine del campionato. Non solo: ce l’ha fatta per un provvidenziale
meccanismo di classifica arrivando a 25 punti assieme ad altre quattro squadre! Credo che nella storia
del calcio italiano non sia mai accaduto nulla di simile.
Battendo il Napoli, l’Udinese era matematicamente salva. Non vincendo. ieri sarebbe finita in serie B.
Sul piano nervoso era pazzesco giocare con tale alternativa addosso: ma, incredibile quanto vero , è
proprio con le risorse nervose che l’Udinese è riuscita a restare in serie A.
Alla fine del primo tempo perdeva 1-0 e Nick Zanone si era fatto parare il rigore del possibile 1-1- In
queste condizioni la classifica era una lapide, lo stadio un groppo di rabbia e di delusione. Pensate,
uno stadio che anche ieri aveva portato da tutto il Friuli e da tutto il veneto 35 mila persone, per un
incasso di quasi 230 milioni.
In quel momento l’Udinese era matematicamente retrocessa. Sarebbe stato un evento storico per il

calcio italiano: infatti, da quando esiste il campionato a girone unico, cioè dall’immemorabile 1929,
non era mai successo che le Tre Venezie non contassero su almeno una squadra in serie A.
L’Udinese ha reagito senza aver più fiato. Correva per forza d’inerzia. Era stremata, ma si vedeva che
“rifiutava” mentalmente la retrocessione, rendendosi conto di no essere affatto fra le tre più fragili
squadre del campionato. Sullo 0-1 di Claudio Pellegrini qualunque squadra priva di nerbo interiore si
sarebbe arresa. L’Udinese è stata grande perché non ha “voluto” andare in B.
La Carnia (con Vriz) e il Veneto (con Gerolin) hanno salvato l’Udinese! Il 2-1 che vale un campionato
lo ha eseguito Manuel Gerolin, nato a Mestre ma trasferitosi ancora in fasce a Jesolo. Biondino,
leggero, lo sguardo ingenuo del ragazzo veneto non ancora attraversato dal divismo. Gerolin ha
ripetuto una prodezza che già incantò Firenze.
Terzo dopo Perani e Giagnoni, Ferrari ha fatto 14 punti in 14 partite: a questo ritmo per l’intero
campionato, l’Udinese sarebbe salva già da un pezzo! Perani passi, aveva ottenuto due punti in tre
partite, ma Giagnoni ne aveva fatti otto in dodici incontri.
Forse non è questo il momento dei confronti, ma la crudezza delle cifre, rende meglio di ogni
commento l’idea del tunnel dal quale soltanto ieri, alle 17 e 42, l’Udinese di Sanson-Dal Cin-Ferrari è
uscita.
Le tre Venezie restano in A. Il pareggio è carnico. Il gol salvezza è veneto. La gestione è guidata da
veneti. Da Milano a Cinello è il Friuli minore ad alimentare la prima squadra. Questa permanenza in
serie A mette insieme il meglio del calcio triveneto.
Non è un risultato; è una Virius Unitis del pallone nostrano.