1981 Aprile 23 Un gol e un palo non bastano all’Inter

1981 Aprile 23 – UN GOL E UN PALO NON BASTANO ALL’INTER

MILANO – l’Inter ha incassato 813 milioni che è in assoluto il record per una manifestazione sportiva
in Italia. Avendo vinto soltanto per 1-0 l’Inter non va in finale con il Liverpool a Parigi e ogni suo
giocatore perde 9 milioni di premio-partita.
Sono questi i conti economici della semifinale di San Siro, ma c’è un conto vergognoso che andrà
duramente pagato in termini disciplinari e di prestigio.
Alla fine, dopo una partita tesa ma sostanzialmente corretta, mezza squadra del Real Madrid è riuscita
a imboccare il sottopassaggio dello spogliatoio soltanto perché protetta dagli scudi della polizia. Dagli
spalti degli Ultras pioveva di tutto, arance, bottigliette, barattoli, aste, pericolosissimi è tardi, tutto
l’armamentario che oggi riesce a rovinare anche stadi per la stragrande maggioranza esemplari.
Tra paganti, Portoghesi e ospiti di riguardo, San Siro conteneva ieri sera qualcosa come 92 mila
spettatori punto qualche centinaio di teppisti può vanificare tutto e magari la squalifica del campo!
Questo è il calcio oggi. Gli agenti facevano da corazza ai giocatori in campo, ma Sugli spalti non c’era
nessuno a impensierire la delusa rabbia di pochi manipolatori.
Defunto il fair-play, rimane la partita. Chiara, limpida, senza misteri. Fisicamente robustissimo, reso
tranquillo dal 2-0 ottenuto a Madrid, il Real non aveva certo il nodo alla gola.
Fra l’altro poteva contare sull’onnipresenza del campione tedesco Stielike, un giocatore che nel, nella
bionda pelata, lamentava un po’ Alfredo Di Stefano, il leggendario leader del Real d’altri tempi. Ma
non solo nella pelata Stielike assomigliava al suo illustre predecessore. Lo imitava anche in senso
tattico, se non in maestria tecnica. Stava ovunque Stielike, toglieva la palla gol Altobelli e due secondi
dopo era l’autentico regista del Real.
L’Inter è uscita in campo sparata, tesa in modo incredibile. Ha provato a imporre il forcing, a
sbloccare subito la partita. Quando il Real conquistava palla, l’Inter gli opponeva pressing, nel
tentativo di dare al match un avversario il più concitato possibile.
Non essendo superiore né tecnicamente né fisicamente agli spagnoli, l’Inter ha provato a dimezzare il
pesante handicap di Madrid con la spinta. Un solo episodio avrebbe potuto cambiare la storia di
questa semifinale: il palo, quasi interno, preso con un delicato colpo di testa da Prohaska. Erano
passati due minuti scarsi è un brivido nero coglieva il pubblico nerazzurro.
Pur privo di alcuni titolari in difesa il Real riusciva a evitare la rissa e l’assalto. Opponeva tra me e
molto intelligenti, sfruttando rapidi contropiedisti virgola capaci di provocare truci ansie a Bordon.
Il Real teneva lo 0-0 per un’ora. Veniva a quel punto battuto soltanto da una prodezza verticale di
Bini, capace di scambiare come in un ricamo con Beccalossi e, se non erro, con Muraro. A quel
punto, sarebbe servita un’inter fredda, fresca e massiccia per il 2-0 (che si badi bene, avrebbe
determinato i tempi supplementari). Ma almeno 4 giocatori erano in serata di smottamento, da Caso a
Pasinato, da Prohaska a Marini. Di prodezze isolate non si campa nemmeno nel calcio e l’Inter non è
più riuscita a mettere davvero alle corde gli spagnoli.
Si è chiusa così, in una San Siro inquinata e sconfortata virgola la stagione dell’inter, che ha perso
scudetto e coppa. Il sigaro Toscano tra le labbra di Sandro Mazzola era alla fine un pezzo di cicuta.
Quella sporcizia lanciata in campo era poi il segno di tempi di bislacchi. A Parigi, il 27 Maggio ci
andranno il Liverpool è il real.
Chi sperava dall’Inter un miracolo tipo-anni ’60 contro il Liverpool dimenticava che, di quei tempi,
erano in campo giocatori come Zahir, mazzola, Peirò, Suarez, Corso.

Giorgio Lago