1980 Olimpiade di Mosca. Intervista a Giacomini

1980 Olimpiadi Mosca [Intervista a Giacomini]

L’Italia e quinta, prima dei paesi occidentali, un discreto risultato su 23 partecipanti anche se Gianni
Giacomini, mentre si riveste sotto un acquazzone, parla con malinconia: “Non è andata né bene né
male. Noi speravamo nel bronzo e adesso di occasioni non ne avremo più, questa è l’ultima cento
chilometri che facciamo”.

Giacomini, campione del mondo, cachet sul mezzo milione per ogni corsa, passerà al

professionismo, probabilmente con la friulana San Giacomo. Gli altri, chissà, cercano contratto.

Maffei, Minetti, De Pellegrin erano arrivati un’ora prima del via, di buon mattino per riscaldarsi,

in un paradossale paesaggio di betulle e soldati.

Per chilometri e chilometri, soldatini scamiciatati in giallo senape hanno fatto da transenne, uno
ogni venti metri al centro della strada, altrettanti dentro il bosco, in fila come piante, quasi fossero
cresciuti da una semina di pallottole, in un quadro surrealista.

Giacomini, trevigiano, ha il fisico più equilibrato. Maffei è un biondo toscano. Minetti
piemontese, operaio alla Fiat. De Pellegrin emiliano scuro e tarchiato, i cui nomi emigrarono da
Belluno.

GIACOMINI

Siete cresciuti nel finale, gli dico per interrompere una velo d’insoddisfazione: “Noi — risponde
Giacomini subito dopo la cento chilometri — abbiamo sempre dato tutto. Sono calati gli altri”.

— Hai influito il vento?
Un bel po’. Basta guardare i tempi tra i primi cinquanta chilometri e i 50 del ritorno.
— Deluso?
Noi puntavamo al bronzo, ma c’è chi sta peggio: i cecoslovacchi hanno perso l’argento per sette

decimi di secondo dai tedeschi.

chiude.

occidentali sono dietro a noi.

— Un quinto posto come base per l’avvenire non sarebbe niente male, ma qui il vostro quartetto

Fossimo all’est, resteremmo dilettanti tutta la vita e allora… ci consola vedere che tutti i paesi

— Diventerai professionista, assieme a Maffei. Ma con chi?
Devo definire bene la cosa con Bartolozzi.
— C’è la Sanson.
No, sembra addirittura che si sciolga.
— Allora?
Forse la San Giacomo, ma c’è un’altra possibilità.
— Fra una settimana ti toccherà la prova su strada…
Avrei preferito correrla tra due tre giorni.
— Ma non devi smaltire la fatica della cento?
Siamo ben allenati, fisicamente sto bene, non ho al nessun problema di recupero. Nelle gambe ci

stanno benissimo i due appuntamenti. I problemi sono altri.

— Quali?
Qui l’est gioca in casa, difficile batterli. E poi, con tanta gente in corsa, con certe strette in curva

che ho visto nel percorso, puoi finir fuori anche dopo due chilometri.