1980 Olimpiade di Mosca. Il mezzofondo parla dialetto vicentino

1980 Olimpiadi Mosca [Il mezzofondo parla dialetto vicentino]

Il mezzofondo ha parlato a Mosca anche il dialetto vicentino! Tra i maschi con Vittorio Fontanella
di Chiampo, tra le femmine con Gabriella Dorio di Gavazzale. Quinto con Fontanella; quarta Dorio
a tempo di primato italiano.

Gabriella ha lasciato alle spalle tedesche, russe, rumene. Forse avrebbe pure perfino potuto
prendere il bronzo, con un rush finale più anticipato, ma Gabriella ha 23 anni, i capelli al vento, la
possibilità di migliorarsi ancora, dicono che valga addirittura due secondi in meno. E’ la più carina
del mezzofondo e i tedeschi si augurano che abbia anche la pazienza di continuare ad allenarsi
duramente per essere a Los Angeles tra le eredi della Kazankina, trentenne, ossuta, il sorriso che le
appare scarno e rado come una stella alpina.

Il Coni non lo voleva nemmeno portare a Mosca Fontanella. C’è stata una mezza baruffa, finché
la federazione di atletica ha insistito: ed eccolo qua, quinto, questo professore di educazione fisica
che prese gusto a correre prima in seminario, poi nelle campestri. Così come il marciatore d’oro
Damilano, lo ha preparato un fisiologo di Ferrara, il prof. Francesco Conconi, specialista in test e
dosaggi atletici. Un risultato anche suo.

Mentre la maratona consumava gli ultimi minuti dei suoi 42 chilometri e 195 metri, Pietro
Mennea ha corso l’ultima frazione della 4×400 portando all’Italia il bronzo e correndo i suoi 400
metri in 44″ e 87, il miglior tempo dei trentadue concorrenti. “Nessuno sa chi è Mennea”, mormora
di sovente Pietro di Barletta: come non dargli ragione? Dai 100, ai 200, ai 400 della staffetta
nessuno ha fatto una velocità media pari alla sua.

Scendeva la sera quando un tedesco di origine polacca, Cierpinski, entrava allo stadio Lenin alla
media di venti all’ora abbondanti. La maratona era sua, dopo esser passato dal Cremino al Parco
Gorki, da Via Puskin alla Collina dei passeri, fino alla stazione per Kiev.