1980 marzo 24 E ora premiare gli onesti

1980 marzo 24 – E ora premiare gli onesti

Questo è un campionato chiaramente irregolare, e per più di una ragione. Ci sono
giocatori che hanno sicuramente scommesso in modo sleale. Ci sono giocatori che
probabilmente hanno scommesso per truccare la partita. Ci sono personaggi del calcio
che certamente hanno omesso di denunciare quanto era a loro conoscenza e che, forse,
si sono addirittura prestati a coprire situazioni scabrose. Ci sono assegni intascati da
giocatori.
Oltre a tale pattumiera chissà da quanto tempo aperta sul campionato, c’è una seconda
strisciante «irregolarità» a carico della stagione ’79-80. Da quando sono cominciate a
partire le comunicazioni giudiziarie per truffa e concorso in truffa, una quarantina di
giocatori e alcune squadre hanno cominciato a muoversi con paura in campionato.
Gente con i nervi a fior di pelle, campioni più frequentemente negli studi legali che
agli allenamenti, dirigenti e squadre alle prese con il terrore della responsabilità
oggettiva, principio giuridico del calcio secondo il quale anche le società rispondono
integralmente per gli atti dei loro tesserati.
La paura di retrocedere in B ha così preso drammaticamente corpo e si è fatta questa
settimana sussurrare a carico di ben sette squadre, quasi il cinquanta per cento della
serie A. Non a caso, si è anche formato il fronte dei «terzi» interessati a che la
Federcalcio applichi fino in fondo le pene senza guardare in faccia nessuno. I «terzi»
sono in tal caso Catanzaro, Udinese e Pescara, tre squadre che stanno retrocedendo sul
campo ma che si ritrovano escluse dallo scandalo delle scommesse.
A Catanzaro c’è stata nei giorni scorsi addirittura una manifestazione in piazza per
sottolineare la vigilanza dell’intero ambiente sull’evolversi dello scandalo e la stessa
Udinese non sta affatto alla finestra come potrebbe sembrare: venerdì scorso la
società friulana si è mossa e, sia pure con molta opportuna discrezione, ha fatto
intendere in Lega a Milano di essere pronta a difendere i propri legittimi interessi.
Dico legittimi, anzi più che legittimi, dal momento che nel calcio la correttezza che
conta è di due tipi: quella dei gol, che debbono essere regolari e ratificati dall’arbitro;
quella dei comportamenti, accettabili soltanto se leali e leciti. Essere onesti conta
quanto essere fortissimi in area di rigore, e anche di più. Proprio per questo i «terzi»
interessati allo scandalo non è che «approfittino» della situazione: molto più
semplicemente hanno sacrosanto diritto a vedere tutelata la loro onestà.
Da ieri c’è poi un’altra sorta di irregolarità che pesa sul campionato. Gli arresti
modificheranno infatti da domenica le formazioni di parecchie squadre e, anche in
presenza dell’eventuale libertà provvisoria, come potrebbero gli arrestati di oggi
allenarsi e giocare come se nulla fosse accaduto?
Per ora, a sei partite dalla fine, sopravvive ad ogni sospetto almeno lo scudetto
dell’Inter, mentre la Federcalcio, riaprendo il più presto possibile un dossier troppo
frettolosamente sospeso, avrà l’occasione storica di evitare il declino dello sport più
popolare: da oggi forse non basta più limitarsi a punire i colpevoli; occorrerà anche
premiare gli onesti.