1980 giugno 11 Tranne Rossi è l’Italia argentina

1980 giugno 11 – Tranne Rossi è l’Italia argentina
EUROPEI / Debutta domani una nazionale che in due anni ha lanciato un solo talento
e rinunciato forzosamente a un altro.

Ci siamo, palla la centro e via: gli Europei ’80 chiudono con il metabolismo verbale,
entrano in campo e cominciano a selezionare verità tecniche, eruzioni, agonistiche e
conflitti di culture oltre che di pedate.
Pur restando in agitazione, persino il sindacato autonomo della Rai ha sospeso lo
sciopero e manderà in onda stasera le prime due partite. Questo è calcio-spettacolo
per definizione: ha bisogno del messaggio televisivo e del colore quanto dei bulloni. Il
rapporto si sta rovesciando e nel duemila si giocherà probabilmente soltanto a patto
che sia presente la telecamera. Gli utenti prenderanno il posto degli spettatori; il
canale sostituirà lo stadio.
Gli Europei sono dieci giorni di cartellone, 14 partite da giocare, otto squadre che
rappresentano la crema del continente. Italia e Spagna sono il latino; Germania,
Olanda e Belgio il nordico; la Cecoslovacchia è l’oriente; la Grecia il sud; l’Inghilterra
sempre un’isola. S’imbattono stili diversi in moduli che tendono tutti a esaltare il ritmo
e la risorsa atletica, tant’è che ovunque si lamenta l’eclisse degli assi. La corsa divora i
tempi di riflessione, e la classe è soprattutto riflettere.
Ma nemmeno i robot asfissieranno i talenti naturali, figli di mamme ispirate e di fertili
notti. Così gli Europei ’80 saranno da oggi anche un invito all’adozione: 16 squadre
italiane di serie A guarderanno dalle tribune per cogliere uno straniero cui dare
contratto italiano, sia pure onorato in moneta forte.
Gli Europei sono anche un’operazione plastica, nel tentativo di restituire verginità ad
un calcio a volte con le persiane chiuse, perseguibile ai sensi della Legge Merlin. C’è
da vincere la disaffezione per gli stadi e per la schedina del totocalcio, visto che tra un
processo e l’altro lo sport più popolare rischia l’astensione del pubblico, schede
bianche di delusione e schede nulle di rabbia.
Ama et fac quod vis, quando hai amato il prossimo fa poi quello che ti pare,
raccomandava Sant’Agostino. Chissà se l’Italia dei pallonari riuscirà a regalare al suo
immenso pubblico un piccolo gesto d’amore, un flirt agonistico senza mazzette di lire
nelle mutande.
Con questi europei il calcio italiano può farsi perdonare le scommesse. Il gol come
mea culpa.