1978 ottobre 4 Doppio rimpianto
1978 ottobre 4 – Doppio rimpianto
Nel lasciare il ciclismo su strada, mi sarebbe piaciuto che Felice Gimondi e Franco
Bitossi avessero preferito al giro d’Emilia quello del Veneto, di sabato scorso. Perché
sono due campioni che il pubblico veneto sente vicini, capisce, per quella crosta di
pane fatto in casa che si porta addosso il bergamasco, per quel rifiuto di arrendersi ad
uno strambo battito cardiaco che fa del toscano un fratello del “razza piave”.
Ma  non  importa  poi  molto  dove  i  campioni  vanno  a  morire  come  atleti;  importa
soltanto  come  arrivano  al  loro  ultimo  traguardo.  E  non  c’è  dubbio  che  Gimondi  e
Bitossi  chiudono  oggi  in  Emilia  pagine  bellissime,  onorate,  di  ciclismo  moderno
eppure  non  tanto  moderno  da  aver  sponsorizzato  anche  le  radici  e  l’anima,  così
provinciali, così contadine, così semplici, così sudate. “Il ciclismo – dice Gimondi – è
fatto da noi che lo pedaliamo, che lo soffriamo, che lo sudiamo”.
Campione  del  mondo  a  31  anni,  Gimondi  lascia  a  36,  qualche  mese  dopo  Eddie
Merckx assieme al quale ha popolato di classe migliaia di chilometri, interminabile
pellicola  di  uno  sport  la  cui  morte  presunta  è  sempre  stata  smentita  proprio  dalla
nascita dei Gimondi e dei Moser.
Con Felice Gimondi uscito di strada, il ciclismo europeo perde un campione e una
persona seria. Il rimpianto è doppio.