1978 gennaio 22 È il primo Vicenza-Juve da scudetto

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1978 gennaio 22 – E’ il primo Vicenza-Juve da Scudetto

La Juve è con anticipo campione d’inverno soprattutto per
equilibrio-gol: ne ha segnati più di tutti (25) e soltanto il Torino ne
ha presi altrettanto pochi
testimonia schemi
sproporzionati e, anche, il savoir-faire di gente che oramai sa tutto.
Basti pensare alla spina dorsale della difesa: in porta Zoff, 35 anni
e una bibbia d’esperienza; nel ruolo di stopper Morini, oramai sulle
230 partite con la Juve. A far da pendolo tre i due, Scirea,
abbastanza giovane ma battitore libero tra i più specializzati del
campionato.
L’equilibrio-gol della Juve si esprime in un gioco senza clamorose
impennate e che, anzi, sembra inconsapevolmente ispirato alla
personalità di Trapattoni-giocatore, quando il mediano del Milan
interpretava il ruolo calibrando ritmo e tecnica. Se esiste uno stile
’78 della Juve, lo si individua in una compostezza di triangoli che
segnano anche la maturazione piena di ex-atipici quali Causio.
La Juve non fa né catenaccio né contropiede. Tuttavia, chiude
molto attorno a Zoff-Morini (quindi pochi gol presi) e rapidizza
molto il gioco d’attacco attraverso le inversioni di marcia di Tardelli,
le ispirazioni di Causio e, ora, l’infiltrarsi di Fanna (quindi parecchi
gol segnati). In fondo, per ottenere il massimo dell’espressività,
alla Juve d’oggi manca soprattutto il potenziale-gol di Bettega, dal
quale non ci si accontenta di avere il senso collettivo della
manovra.
Ciò che manca a Bettega lo si legge nella graduatoria dei
goleador, che vede l’11 di Boniperti distante da Paolo Rossi,
Savoldi, Speggiorin… Ma è chiaro che, prima o poi, Bettega
tornerà a colpire: non è detto, anzi, che lo sblocco non sia
imminente, magari a cominciare da Vicenza. Bettega ha sangue
veneto e, proprio ad Asolo, l’anno scorso fu indicato come l’Atleta
d’oro 1977 dalla giuria del premio Diadora: l’atmosfera gli è
congeniale e meglio di altri lo sa Gb. Fabbri, preoccupato nel
piazzare le marcature, dopo il febbrone a Lelj.
Se la Juve è squadra molto equilibrata, il rapporto-gol del
Lanerossi dimostra chiaramente il problema di Fabbri: per segnare
molto (21 reti), il Vicenza deve rischiare in difesa più di quanto non
sia solitamente consentito a una squadra che, in pre-campionato,
discusse a lungo con Farina&Maraschin soprattutto l’entità del
premio-salvezza! Per andare 21 volte a rete, il Vicenza ha così
incassato 14 gol, che non sono pochi.

Ma, oltre che di spazi, si tratta anche di attitudini personali (dei
giocatori) e di mentalità (del tecnico): attitudini e mentalità che si
esprimono molto meglio nell’aggressione che nella prudenza. Non
a caso, i momenti più difficili del Vicenza arrivano quando la
squadra dovrebbe eseguire il compito più agevole: vale a dire,
controllare il risultato. Il Vicenza ha l’aria di esaltarsi soltanto nel
ritmo; la pausa non è il suo forte ed è perciò soprattutto durante le
inevitabili flessioni che il mestiere della Juve potrò vincere da solo
la partita.
D’altronde, questa è la prima partita-scudetto tra Vicenza e Juve!
Soltanto la cronaca di oggi dirà la verità sul torrente di parole di
una settimana.