1978 aprile 10 La Juve ringrazia

1978 aprile 10 – La Juve ringrazia
(Torino-Milan pari mentre il Lanerossi scivola a Bologna)

BOLOGNA – Di Giovanbattista Fabbri, allenatore del Vicenza, Edmondo Fabbri non
è nemmeno parente. ma sono entrambi idealisti della pedata, ieri e oggi avendo
tentato di realizzare un calcio contro il campionato, contro il “calcio all’italiana”,
sinonimo di utilitarismo e di ruoli asfittici. Negli anni ’60 l’Edmondo predicava la
fluidificazione del battitore libero ed arrivò a detestare persino il modulo della
squadra per antonomasia vincente, l’Inter di Herrera. Oggi, il Giovanbattista, imposta
il Vicenza come fosse un luna park, buono per divertire più che funzionare
divertendo.
Edmondo Fabbri ieri ha guardato la squadra di Giovanbattista Fabbri dalla tribuna e
alla fine, nonostante la sconfitta, mi ha detto dietro vecchie lenti e nuove rughe: “E’
un autodidatta ma sa quello che vuole. Il suo segreto è l’assenza di sofisticazione, sia
nel modulo che nella preparazione. Ed è proprio la semplicità a piacere più di ogni
altra qualità ai giocatori”.
Mi pare giusto dedicare questo omaggio alla vicentinità degli schemi proprio il giorno
in cui il Lanerossi ha interrotto i suoi risultati, perdendo l’occasione di andare in
solitudine a tre punti dalla Juve. Ciò anche se il modulo privo di “sofisticazioni” si è
trovato a dover funzionare a Bologna senza un paio di elementi determinanti; il Rossi
dei 20 gol in campionato e il Filippi delle innumerevoli maratone.
Con il Vicenza battuto a Bologna e il pareggio tra Milan e Torino, nemmeno il più
incallito tra gli scettici può a questo punto nutrire qualche dubbio sullo scudetto della
Juve. L’interesse del calcio si sposta ora alla semifinale di Coppacampioni e
all’impostazione della nazionale: se la prima è un affare privato della Juve, mercoledì
a Bruges, la seconda sta diventando un incubo per Bearzot.
Oggi come oggi, il ct non ha né liberi né stopper rassicuranti. Il meglio che il
convento passa a metacampo riguarda giocatori della generazione ultratrentenne dei
Rivera e Mascetti. Quanto agli attaccanti, i gemelli-gol del Torino sono distanti come
Romolo e Remo, mentre a puntare su giocatori d’emergenza ci vorrebbe un decreto-
legge, capace di forzare l’ancestrale conservatorismo dei federali azzurri.
Non bastasse, esiste la televisione, che ti mostra un’ottima Francia, un’allarmata
Germania e un Brasile già intonato con il tango argentino del prossimi giugno. Tutte
grandi manovre che, al confronto, ti fanno sentire piccolo, nero e bistrattato. Ma,
forse, uno spiraglio esiste persino per Bearzot: da oggi a Mar de la Plata, la nazionale
italiana non potrà che migliorare.
Peggio di così non si può.