1976 luglio 22 Gabriella vuole la folla per correre in 4 minuti

1976 luglio 22 – Gabriella vuole la folla per correre in 4 minuti

“Mi manca il vino” ride con molta luce Gabriella Dorio, padovana di Arlesega trapiantata a
Cavazzale ,sei chilometri da Vicenza sulla strada per Bassano. Il vino che non si trova alla mensa
degli atleti avrebbe per la diciannovenne mezzofondista il profumo della campagna, della sua
numerosa famiglia, del fratello che l’allena, della cucina dove prepara strudel e crostate, del trattore
che pure lei guida, della bicicletta con la quale due volte la settimana si reca a Vicenza per rifinire i
ritmi attraverso l’interval training.

“Mi piace essere prima veneta e poi italiana” aggiunge con semplicità persino sconcertante per un
tipetto che, dopo essere stata per anni timida e solitaria e dal rossore facile, gradisce ora il contatto
umano, l’intervista, i viaggi, la folla: “Alla sfilata, il giorno dell’apertura, avevo i brividi sulla pelle.
Un sogno, una grande emozione: se in quel momento c’era la gara dei 1500 avrei fatto strage. Più
gente c’è, più corro, più vedo pubblico, più mi entusiasmo. Infatti a Jesolo non c’era pubblico…”.

Quel giorno a Jesolo, per l’Italia- Belgio, partì sparata, roba da record del mondo, finendo poi molto
in difficoltà. Ma un infortunio sul lavoro non può lasciare traccia in una faccia così, un” de
agricoltura” esemplificato nei lineamenti del volto, le guance come mele Delicious, gli occhi
rotondi che cambiano colore come i prati, le efelidi, i capelli cortissimi di un taglio agreste.

Quando arrivano foto sue in redazione a Venezia, dà l’impressione di essere un giocattolo di atleta,
più minuta di quanto non sia. Incontrata al villaggio a prendersi il sole in shorts e maglietta. L’ho
invece trovata ben fatta, molto proporzionata, nè troppo piccola nè troppo leggera.

Un tecnico mi aveva raccontato che ha il seno eccessivo per la distanza che corre, ma anche questa
non è la verità.

“Prendo lo sport con allegria, senza essere una fissata- precisa Gabriella- mi alleno ma non tanto da
rovinarmi la vita”. Forse la Pigni era un pò più costruita, la Dorio è un prodotto della terra, un
qualcosa che è stato raccolto come si raccoglie una carota o un grappolo di uva. Gabriella non sa
per esempio che cosa significhi andare al cinema. Si allena soprattutto a casa e il suo personalissimo
allenatore è il fratello di 23 anni che ha smesso di correre, per il lavoro e per qualche sigaretta di
troppo, giusto mentre la sorella cominciava.

La prima corsa fu una campestre ,organizzata dal cappellano del paese; Gabriella aveva 13 anni e
mezzo, era già altina, magra 37 chili, tutta gambe. Il lancio avvenne attraverso i giochi della
gioventù nel 71. L’anno dopo Gabriella Dorio, divisa dei tuoi paesani tra Arlesega e Cavazzale, era
in viaggio premio alle Olimpiadi di Monaco. Fu allora dalle gradinate del l’Olympia Stadion, che la
ragazzina feceiIl tifo per Paola Pigni, medaglia di bronzo, madre di una bambina di 17 mesi.
Educata in un collegio tedesco, figlia di una metropoli come Milano, abituata a soffrire ogni gara
attraverso allenamenti tanto ossessivi da averla riportata in pista meno di venti giorni dopo il parto,
la Pigni non ha nessuna parentela con la Dorio, un altro emisfero. Nella fatica della Pigni c’era “”
agonistica, in quella della Dorio una sorta di candore, le Pigni era una tecnocrate della preparazione,
la Dorio resta anche in questo più casalinga tanto d’aver fatto sollevare dubbi su quel” praticone”
che sarebbe il fratello allenatore.

“Mio fratello-racconta Gabriella non senza un grammo di sarcasmo- non ha fatto l’Isef ma si
documento molto. E sa come vivo, come lavoro, cosa mangio, conosce i miei gusti, sa tutto di me e
questo è importante anche se possiamo discutere soprattutto e magari litigare”. Con lui la Dorio si

sente rassicurata pure aggiungendo subito che a Montreal viene seguita con bravura e scrupolo da
Oscar Barletta.

Il tempo della Dorio è 4’09’’ ma ieri in allenamento ha entusiasmato i tecnici convinti che abbia già
nelle gambe un 4’ netti, cioè il record italiano.” Allora- aggiunge maliziosamente Gabriella- mio
fratello non ha poi tutti i torti…”.

Comincerà tra una settimana l’avventura dei 1500, sui quali la Dorio vede favorita la rumena
Natalia Andrei Marasescu più ancora delle sovietiche i cui record giudica troppo “organizzati” da
partner nel ruolo di lepri:” Il mio massimo- rivela con ritrovata timidezza- è di andare in finale e di
battere il tempo della Pigni”.

Tra le migliaia di atleti che ha visto al villaggio, Gabriella Dorio confessa di prediligere i biondi
finlandesi: forse le porterà fortuna Lasse Viren, il poliziotto che a Monaco fece due medaglie d’oro
e 2 record nei 5000 e nei 10000.