1976 febbraio 8 Lettera aperta a Gustav Thoeni

1976 febbraio 8 – Lettera aperta a Gustav Thoeni

Caro Gustav, domani pomeriggio sarà il tuo giorno, il giorno dello slalom gigante. Per un anno e
mezzo non ne hai più vinto uno ma, a ricominciare dalla Coppa del Mondo ’76, sei tornato ad essere
tra quei paletti l’asso che sei e dunque tutti noi ti guarderemo tranquilli mentre innesterai
l’inconfondibile passo – spinta.

“Nessuno porta gli sci meglio di Gustavo” m’ha detto l’altro giorno il discesista Anzi. Come se gli
sci non fossero un articolo sportivo ma il tuo arto supplementare, come se tra i tuoi piedi e gli sci
corresse lo stesso insostituibile rapporto che passa nella favola tra Cenerentola e la sua scarpina.

A sentire i tuoi colleghi, sei il campione giusto nato al momento giusto, nel senso che meglio di
chiunque hai saputo sfruttare il grande talento naturale, la rivoluzione provocata dagli scarponi di
plastica e, senza malanimo ovviamente, persino una particolarità fisica, cioè le gambe a X, le stesse
di Rosato, l’ex stopper del vecchio Milan, ricordi? Ecco, la fusione di classe, tecnologia e ginocchia
valghe, fanno di te il super degli slalom.

Qui non ti scrivo ne da giornalista né da specializzato ma soltanto da uomo della strada. Ed è per
questo che, rammentando la didascalica bravura di slalomista ho avvertito un senso d’imbarazzo
giorni fa a Innsbruck quando ti ho visto passare a circa 800 metri dal traguardo della discesa libera,
su quel dente della pista che ha determinato molte cose, anche le selvagge cadute di Stricker e
Steiner. All’apparire della silhouette nera, l’amico Ugo mi disse: “Vedi, nessuno ha la sua
naturalezza di movimenti”. Aveva ragione, soltanto tu non sembrando in lotta con la natura ed
invece dando l’impressione di esserne figlio legittimo. .

Ma, se consenti la vischiosa espressione trattandosi di tutti campioni, “andavi piano”, lo si intuisce a
colpo d’occhio. Proprio lì, un millesimo di secondo prima del salto, alzasti le braccia a gomito
flesso, con gesto tanto delicato che intravidi lo stesso batter d’ali dei gabbiani quando a Venezia in
questi giorni di freddo vento “borin”, scendono dai fregi di Cà d’Oro a cibarsi nel Canal Grande e
frenano nell’aria prima di pescare davanti al mercato di Rialto.

In classifica venticinque discesisti hanno fatto un tempo migliore del tuo ed è questa aurea
mediocrità che, soprattutto a un’ Olimpiade, stona e non s’addice al curriculum che gelosamente
custodisci nella bella villa di Trafoi. Pronunciando il tuo cognome, la gente ti sente tra i primi dieci,
non oltre, e lo sentiva a tal punto anche durante la discesa di Innsbruck che, piuttosto di quel
ventiseiesimo posto, avrebbe preferito la tua rinuncia.

Qualcuno sussurra che hai fatto la libera soltanto per interesse: ma, con il conto in banca che hai e
che avrai, è una preoccupazione seria? Qualcuno afferma che pensavi alla combinata: ma, sia pure
proponendosi con essa in maestosi esemplari della completezza atletica che soprattutto il decathlon
esprime, può avere la combinata il fascino di una specialità?

Anche i tecnici mi son passi perplessi assai. Ad esempio il tuo allenatore Peccedi secondo il quale
con gli allenamenti tra i paletti hai disturbato il rendimento in libera mentre, partecipando alla
discesa in Coppa del Mondo, hai disturbato i tuoi slalom.

Insomma, con la classe lo stile che possiedi, con quelle movenze ripetutamente moviolizzate dagli
esperti, con quegli interminabili dribbling da Garrincha delle nevi, noi a Thoeni chiediamo di
essere Thoeni ogni volta che inarca le reni allo start. Oramai il tuo non può più essere un destino da
piazzato e tantomeno da ritardatario: posizione scomodissima ma coerente con i risultati di questi

strepitosi anni. Da uomo della strada non ho altro da aggiungere se non ricordarti, alla vigilia della
tua gymkhana, che senza Thoeni non ci sarebbe forse mai apparsa all’orizzonte la “valanga
azzurra”. Riflettendoci un attimo sopra, troverai una concentrazione da samurai, la stessa di quattro
anni fa in Giappone. In bocca ai gigante, Gustav, e aufwiedersehen!