1973 aprile 24 Scudetto Juventus

1973 aprile 24 – Scudetto Juventus

Cielo cementizio, pioggia greve. L’Inghilterra saluta sempre così.
Perciò i prati sono di un verde più verde. Noi siamo a Nottingham,
una Busto Arsizio 180 chilometri a nord di Londra. Derby, dove
sarà giocata la semifinale di Coppacampioni, è a due passi. La
Juve sta più a nord, una quarantina di chilometri, per cercare
concentrazione bucolica.
Dal “Caravelle”, nessuno è sceso di buon umore quanto Bettega.
Nel giro di una settimana ha segnato infatti tre volte; specie di
paradiso
terrestre per un goleador che sembrava quasi
prosciugato. Bettega pesa ora, esattamente 81 chili e mezzo: per
essere all’osso, come dovrebbe, gliene servono 80. Ciò
nonostante Boniperti lo trova più agile e più in confidenza con i
riflessi da gol. Buon segno per la Juve, dal momento che,
clinicamente parlando, un problema-Bettega non esiste più. Il
giocatore non piglia nemmeno una pasticca da
residuo
polmonare: le sue uniche medicine sono adesso i ricostituenti,
propinati del resto a tutti, senza distinzioni.
Altafini ci ha scherzato sopra: “Non so se gioco! Qui contano i gol
e, sai, Bettega ne ha fatti tre di seguito”. Bettega non sarà invece
titolare. La maglia numero undici toccherà proprio al vecchio José
che i suoi… tre gol li ha fatti, uno più classico dell’altro, ma in
Coppa, prima a Budapest, poi a Torino nel primo match contro i
“bisonti” del Derby.
Se non capita un colpo di sole, improbabile in Inghilterra, la Juve
calerà a Derby con la formazione di Budapest: una sola differenza,
Marchetti al posto di Longobucco. Quest’ultimo, per disinvoltura
di appoggio, ha passato il suo momento di gloria. Rientra ora
nell’hangar, dopo anemiche referenze di campionato. A Firenze,
Desolati lo lasciò surplace andando in gol; contro il Vicenza, patì
sempre Vitali rifilandogli un doppio tackle da rigore che soltanto
l’arbitro non volle.
A questo punto, la Juve va letta come un rosario: Zoff, Spinosi,
Marchetti, Furino, Morini, Salvadore, Causio, Cuccureddu,
Anastasi, Capello, Altafini. Mister Clough, Dt del Derby, li definì
“robot”. Magari lo fossero! I robot sono infatti specializzati
soprattutto nel ripetere i gesti. Perché non un 3 a 1 in trasferta?