1968 dicembre 2 Giuoco senza sbocchi tra le grandi a San Siro

1968 dicembre 2 (Il Gazzettino)

Giuoco senza sbocchi tra le grandi a San Siro
Scopigno porta all’estremo la sua filosofia: la classifica giustifica i mezzi (e il Milan rinfodera
la spada)

Milan-Cagliari 0-0

MILAN: Cudicini Anquilletti, Maldera, Rosato, Malatrasi, Fogli, Hamrin, Lodetti, Sormani,

Rivera, Prati (n. 13 Trapattoni).

CAGLIARI: Albertosi, Martiradonna, Longoni, Cera, Nicolai, Longo, Nenè, Brugnera,

Boninsegna, Greatti, Riva (n. 13 Tomasini).

ARBITRO: Lo Bello.
NOTE: Freddo e leggera foschia. Sorteggio antidoping negativo. Angoli 6 a 1 per il Milan.
Spettatori paganti 60.948. Incasso 118.053.400. Ammoniti Nenè e Brugnera per scorrettezze; Riva
per ostruzionismo.

NOSTRO INVIATO
Milano, 1 dicembre
I due portieri, Albertosi e Cudicini, non hanno mai dovuto parare un tiro « valido », nello
specchio della porta. Dico valido perchè non ha senso tener conto delle conclusioni (un paio)
effettuate dopo il fischio dell’arbitro.

Di questo Milan-Cagliari si può dire: 1. che non è stata una gran partita; 2. che è stata una partita
tattica; 3. che il Milan ha dominato territorialmente; 4. che Lo Bello è riuscito a narcotizzare alcuni
momenti esplosivi da grande arbitro.

Sul piano estetico, quasi mai si esce soddisfatti da uno stadio quando un match è troppo sentito,
troppo importante per la classifica. In questo caso c’è stata anche una aggravante tattica. Si sa che il
Cagliari solo in casa gioca a tutto attacco; che Scopigno in trasferta applica un rigoroso contropiede.
Ma a San Siro il « filosofo » ha fatto l’estremista, molto vicino al catenaccio puro. Lo si è visto da
alcune marcature ed anche da certi atteggiamenti rivelatori, come il ritardo sistematico su rimesse,
punizioni eccetera; la perdita di tempo abile ma continua, la rottura alla paesana negli ultimi dieci
minuti. Non è il caso di scandalizzarsi: la classifica giustifica i mezzi. E nessuna, panchina del
campionato è in condizione di scagliare la prima pietra.

Scopino ha tolto l’iniziativa tattica al Milan obbligando Nenè, contro tutte le previsioni di Rocco,
a stare su Rivera, a costo di sacrificare la verve del brasiliano in fase di regia. Rosato si è spostato
perciò si Brugnera, che giocava arretratissimo. Rosato sarebbe potuti diventare l’elemento di rottura
del catenaccio del Cagliari, ma ha tenuto una posizioni ibrida, a metà strada, con incertezza. Non so
fino a chi punto ciò sia dipeso da lui e fino a dove sia arrivato l’ordine della panchina.
Probabilmente Rocco aveva (a ragione) una paura tremenda di prendere un golletto di rapina e ha
costretto tanto Rosato che Fogli a mantenersi in zona, disponibili per la copertura, senza lasciarsi
trascinare nell’imbuto centrale da Brugnera e Cera.

Nenè su Rivera ha in pratica « liberato » proprio il mediano Cera, che ha fatto da battitore libero
aggiunto, fuori dell’area di rigore. Cera è stato determinante sia come interditore puro su chiunque
entrasse in zona (e raramente si trattava del suo uomo, cioè Fogli) sia al momento del disimpegno.
Ne è venuto fuori un Cagliari chiuso come non avevo mai visto, con Longo piazzato sul dischetto,
in un bunker organizzatissimo. In queste condizioni, perchè funzionasse il contropiede di Riva e
Boninsegna, occorreva che Greatti e Brugnera si sostituissero a Nenè, facessero cioè un superlavoro

di rilascio: nessuno dei due è riuscito a farlo, sia perchè non erano in grande giornata, sia parchè, a
centrocampo, il Milan chiudeva tutti i corridoi per le punte avversarie. Riva e Boninsegna facevano
persino tenerezza, in una solitudine macroscopica. Nonostante un impegno accanito vedevano la
palla si e no ogni dieci minuti! In tali condizioni, Riva al 2′, al 7′ del primo tempo e al 34′ della
ripresa, ha sfiorato il gol-partita! No comment.

La prima volta si infilava all’inglese, petto in fuori, su un cross, in mezzo a tre difensori: sbucava
in area con la palla sul sinistro, ma, leggermente sbilanciato dal contraccolpo, il tiro usciva appena
smorzato, sporco. La seconda, in un lungo tete à tete con Cudicini, seminava il panico in area del
Milan: Cudicini molva la palla, ma questa volta cannoniere si mangiava il gol. La terza volta rubava
con una zampata di rimpallo il pallone ad Anquilletti, appisolatosi un attimo: Riva prendeva tutta la
difesa in contropiede, ma perdeva l’occasione (al 99 per cento sarebbe stato gol) per venti centimetri
di allungo in più. Alla fine Riva segnava pure, ma il segnalinee alzava il giusto offside.

Diciamo la verità: se il Cagliari avesse vinto il risultato non sarebbe stato logico. Il pareggio sì,
nonostante la spinta ininterrotta o quasi del miglior Milan che abbia visto quest’anno. Rivera e C.
accusano il Cagliari di gioco duro, intimidatorio: citano soprattutto un fallo in elevazione di Nenè
su Rivera dopo mezz’ora circa. Ma il Cagliari potrebbe citare un fallo di Rosato su Longo. La verità
è che Lo Bello ha ammonito quando doveva, fischiava quando doveva. Falli da espulsione non ce
ne sono stati. Lo Bello ha trascinato lentamente alcuni interventi disciplinari, ma non credo lo abbia
fatto per tentazione di « lobellismo », quando per reale preoccupazione di smorzare le punte di
aggressività, pericolosissime se un arbitro comincia a lasciar correre.

Il Milan non è stato sfortunato: solo che non è riuscito a concludere. La prima palla-gol l’ha
giocata Fogli, sulla destra, per Prati a qualche metro da Albertosi: la gente ha gridato rete, ma la
girata di shoot è finita alta. Rocco ha lanciato urla di raccapriccio verso il suo… ex cannoniere
infallibile. Dopo quattro minuti, su un cross da destra di Lodetti, il Cagliari sfiorava l’autorete, per
liberarsi con orgasmo dal forcing.

Nella ripresa calciava un destro dimostrativo il vecchio Hamrin, ma la seconda vera palla-gol
veniva soltanto al 26′: Rosato-cross per Prati, di testa a Sormani che, con le spalle girata alla porta,
rovescia sul palo esterno, alla sinistra di Albertosi. Troppo poco per vincere, anche se il Milan ha
portato avanti un’azione dietro l’altra dando spesso sensazione di pericolosità. Ma con Prati e
Sormani liberi nemmeno di respirare, con un Hamrin più convalescente del previsto, avrebbero
dovuto tentare lo sfondamento Rivera o Rosato, Fogli o Lodetti. Gli ultimi due non sanno nemmeno
cosa significhi tirare; Rivera, con qualche pestane sulle caviglie, girato molto al largo, troppo;
Rosato non è mai riuscito a liberarsi. Non poteva che essere zero a zero. Ma, siamo obiettivi, con
quel catenaccio impiantato da Scopigno, quante squadre sarebbero riuscite a passare?

Così i protagonisti
Milan

CUDICINI (6) — Non molto sicuro all’inizio quando una presa difettosa ha messo una palla-gol

sul piede di Riva, per fortuna il destro. Poi, non è dovuto più intervenire.

ANQUILLETTI (7) — Riva poco rifornito era in gran forma. Anquilletti senza essere falloso lo

ha marcato onestamente.

MALDERA (7) — Ha perso qualche palla alta con Boninsegna, ma con le buone o con le cattive

ha neutralizzato il centravanti sempre in gamba.

ROSATO (6) — E’ andato subito su Nenè. Ma Nenè seguiva Rivera. Quindi Rosato è stato

costretto a stare su Brugnera, spesso all’attacco ma inconcludente.

MALATRASI (6) — Scarsissimamente impegnato. Sufficiente senza un grammo di sudore.
FOGLI (7) — Non ci sono santi: il mediano del Milan non può che esser lui. Lineare, calmo,

positivo. C’è anche dove dovrebbe esserci Lodetti.

HAMRIN (5) — Ha tutti gli alibi che volete, ma è stato nullo. Strano che Rocco lo abbia creduto

già pronto per un match tanto importante.

ma ancora opaco, troppo elementare.

LODETTI (5) — E’ rimasto in zona Greatti. Leggermente migliorato rispetto all’ultimo standard

SORMANI (6) — Si salva perchè non molla mai. Nonostante l’area del Cagliari scottasse come

il Vietnam, è riuscito in rovesciata acrobatica a colpire un palo.

RIVERA (7) — Con il fantasma di Nenè sempre a un metro ha giuocato molto per la squadra ma

troppo poco per sé.

PRATI (6) — Al 32′ manda sopra la traversa da sei metri una palla stupenda che bastava

spingere in rete. L’anno scorso non l’avrebbe sbagliata.

Cagliari

ALBERTOSI (8) — Molto protetto dai difensori ma senza il minimo errore sulla coscienza. Non

ha dovuto parare un solo tiro, ma è uscito alto in mischia almeno dieci-dodici volte.

MARTIRADONNA (7) —Se l’è cavata molto bene su Prati giuocando d’anticipo. Quando non è

arrivato lui, aveva Longo in seconda battuta tutto dalla sua parte.

LONGONI (8) — Da molto tempo è uno dei migliori terzini italiani. Lo ha dimostrato anche

oggi con disimpegni e tocchi precisi da giocatore intelligente.

CERA (8) — Difficile ma grossa partita. E’ stato l’unico centrocampista del Cagliari del tutto

all’altezza della situazione.

molto di più.

a mezza area è un’ira di dio.

NICOLAI (7) — Di battuta rapida, forte di testa: un ottimo stopper. Sormani non poteva fare

LONGO (7) — Ha più anni di quanti ne dichiara all’anagrafe. Niente nell’intervento sulle ali ma

NENE’ (6) — Scopigno lo ha messo su Rivera. Come interditore ha fatto tutto il suo dovere ma,

preoccupatissimo del compito ha trascurato la regia.

BRUGNERA (5) — Ha lavorato molto in copertura: in quel senso sarebbe stato sufficiente, ma

disorientato sul contropiede ha lasciato solissimi Riva e Boninsegna.

BONINSEGNA (6) — Sempre due difensori ben piazzati alle costole, ma un leone anche su

GREATTI (5) — Più ordinato di Brugnera ma incapace di dare un appoggio vero alle due punte.
RIVA (8) — In tutta umiltà ha fatto anche il terzino! Da solo si è costruito tre situazioni-gol.

Con una mezz’ala più vicina nessuno l’avrebbe fermato.

palle impossibili.