1967 novembre 10 Granata attenti ai lombardi (se non son stanchi)

1967 novembre 10

Rocco su Torino-Varese
Granata attenti ai lombardi (se non son stanchi)

MILANO, 9 novembre Nereo Rocco e il Torino; Nereo Rocco e il Varese: quattro anni allenatore
del primo; centoventi minuti (più i rigori) giocati con il secondo ieri in Coppa Italia. Chi è l’uomo
più adatto in questo momento in Italia per parlare della partita di domenica prossima, Torino-
Varese? Nereo Rocco, non ci sono dubbi. Si è fatto pregare per parlarne? No. Era seduto ad un
tavolo dell’« Assassino » di Ottavio Cori: stava con la moglie; aveva dinanzi a sé un’enorme
bistecca, una bottiglia di Merlot, un bicchierino di grappa friulana.

« Senta Rocco, il Torino è, con la Roma, la grande rivelazione del campionato: lei, da

intenditore, che ne pensa? »

« Penso la stessa cosa che pensavo quando ho dato l’addio alla squadra nella cena organizzata dai
giornalisti di Torino: dopo quattro anni di lavoro, ero contento di quello che avevamo fatto!
Avevamo avuto una serie di diciassette partite senza perdere e nel girone di ritorno mi sembra che
soltanto il Bologna avesse fatto più di noi, anche se contro il Napoli ci avevano annullato un gol
valido. Voglio dire che la squadra c’era già: in un lungo lavoro avevamo eliminato la gente
superflua come Cella, come Lancioni; Bearzot aveva smesso ed avevamo lanciato Fossati a
vent’anni e Poletti a diciannove »

« Qual era allora il limite del suo Torino? »
« Era una grande squadra che commetteva delle ingenuità per la giovinezza di alcuni giocatori!
Ma, grazie a Dio, già in quell’epoca potevo contare su un grande cervello come Moschino! Era
fischiatissimo e tanto in crisi che non voleva più giocare in casa, ma era, ed è, secondo me uno dei
giocatori più intelligenti d’Italia »

« Ma il Torino di oggi, quello di Fabbri? »
« Dopo due mesi di Fabbri, il Torino è una realtà del campionato, e credo che proprio Fabbri si
sia accorto della sincerità delle mie parole quando dicevo che c’era già… come dite voi? … il telaio
per fare ottime cose. Puia, Moschino, Ferrini, Bolchi, Agroppi hanno adesso il lavoro che meritano.
E così i terzini ed anche Vieri! E’ da anni che urlo senza che nessuno mi ascolti che Vieri è uno del
migliori, se non il migliore portiere italiano »

« Quindi lei non crede che ” questo ” Torino sia un fenomeno di transizione? »
« Ti xe mato! Anzi voglio prendere questa occasione per complimentarmi con Fabbri, con i
giocatori, con Pianelli e con Traversa, con tutti insomma della società, dal presidente a… Zoso che
tiene in ordine le scarpe: e non lo dico per fare il bello adesso che va bene! Lo dico perchè, se una
volta, dopo i risultati del Torino, volevo sapere quelli del Milan e quelli della Triestina, adesso, alla
domenica, dopo quello del Milan, che mi dà più pensieri di tutti, voglio sapere quello del Torino!
Quattro anni non si dimenticano e poi questo xe sport sul serio, amico! »

« Beh, dal momento che si sente ancora tanto vicino al Torino, perchè non gli dà qualche
consiglio per domenica? Lei il Varese, dopo la Coppa Italia, lo conosce bene, no? Sino all’ultimo
rigore… »

« Va bene: allora, senza che nessuno si offenda, dico che fatalmente il Varese dovrà risentire di

quella maratona fatta con noi! »

« Maratona! »

« Sì, e non dico neanche maratona per il fiato speso, ma proprio maratona tecnica: nei tempi
supplementari, con quel campo pieno di pioggia e di fango, il Varese ci ha fatto vedere tutti i tipi di
sorci: verdi, rossi, gialli e bianchi! »
« Ma il Milan ha vinto! »

« Abbiamo vinto per quella ignota mano della provvidenza che ci ha dato Rivera: solo per il

sistema nervoso e la classe del nostro capitano abbiamo vinto! »
« Che cosa l’ha impressionata particolarmente del Varese? »
« La vitalità, la forza: ci, hanno fatto mezz’ora di forcing nei supplementari che, pensando ti
quelli, io dico, anche se potrà dispiacere a qualcuno: Varese batte Torino!!! Aveva ragione Borghi
alla fine della partita, di dire che dove non arriva il Milan arriva… la fortuna di Rocco. Ma,
pensando a domenica, io credo che li abbiamo stancati: credo che Da Pozzo e gli altri, quando sono
rientrati negli spogliatoi, non avessero più il fiato nemmeno per salutarsi ».

« Quindi, in conclusione, grande forza del Varese, però… anche grande stanchezza accumulata in

centoventi minuti ».

« Per un destino strano, ho aiutato ancora il Torino: ho stancato i suoi prossimi avversari ».
« Anche il Torino… non è che abbia riposato contro il Napoli! »
« E per questo finisco con un avvertimento da amico: attento Toro! Perchè, se il Varese fa il
miracolo di non risentire di quelle due ore di gioco, allora sono dolori! Sono sicuro di non
sbagliarmi: il Varese è una squadra molto forte, con la testa sulle spalle e può mettere in difficoltà
qualsiasi avversario. Se lo dico io che nella confusione delle grandi sono ancora il primo delle
grandi, vuol dire che è proprio vero! Scherzi a parte, lo squadrone del Milan per un’ora e mezza non
sapeva più dove sbattere la testa: se non c’era san Giovannino Rivera, a quest’ora della Coppa Italia
ne parlava soltanto il Varese! »