1965 settembre Viani giura “ Ecco la verità tutta la verità…”

1965 settembre (special Tuttosport)

Viani giura: “ Ecco la verità tutta la verità…”

Era forse il venti di giugno. Mi trovavo in un paese del padovano, all’ospedale, con una gamba
ingessata. Quel giorno una mano robusta battè alla porta della camera: « Salve amigo! ». Una
camicia azzurra, pantaloni chiari, una faccia abbronzata. Ed uno sguardo carico: Gipo Viani in for-
ma superlativa.

« Passavo di qua perché sto andando a Milano… »
« A concludere qualcosa? »
« Ho concluso quasi tutto… »
« Ha venduto Altafini? »
« Nooo! Quello voglio regalarlo a Riva perché lo faccia giocare nel suo giardino! »
« E allora? »
« E’ un colpo grosso: mi sono preso una responsabilità enorme. »
« Non ci sarà quindi divorzio con il Milan? »
« A questo punto neanche se volessi potrei andarmene: solo io ho in testa come far girare il

nuovo Milan attorno a quei tre… »

« Tre? Quali tre? »
« Non posso, assolutamente: non deve saperlo nessuno. Hanno tentato tutti di incastrare il
vecchio Gipo per ridurlo a svendere Altafini. Volevano prendermi per fame, così mi sono mosso
subito e li ho anticipati. Adesso sono loro che debbono venire a trovarmi. Ho già messo i buoi in
stalla! »

« Con la parola d’onore si fa niente? »
« Beh, si, allora mi fido. Ho preso Angelillo, Schnellinger e Sormani… »
« Non è male! »
« Direi proprio di no! Con il tedesco indietro posso fluidificare anche il portiere e con il cervello

di Valentino in campo qualche domenica rimarrò a vedere la partita in poltrona a Nervesa. »

« Niente altro? »
« Peccato che conosca poco Scopigno: vorrei proprio riuscire a scucirgli di dosso la maglia di

Pascutti. Sarebbe l’ultima pennellata… »

Sono trascorsi due mesi. Il campionato sta per impennarsi al colpo dello starter. L’ultima
pennellata non c’è stata. E tutta la tela di Viani, il Milan-che-voleva-vendicare-il-sorpasso, è caduta
nelle mani di Felice Riva. Perchè? « Senza il Milan rinuncia in partenza a tre punti! », ha
commentato immediatamente Helenio Herrera. Perchè allora? Gipo Viani è caduto in piedi, ma è
caduto. Esiste qualcuno in Italia che ha capito perchè un ragioniere ha « fregato » una volpe? Con la
gamba ingessata abbiamo inseguito il Gipo lungo i giorni « vuoti » della sua estate torrida. Per
capire il Milan. Il Milan che doveva essere « suo » e che invece sarà di Nils Liedholm, il taciturno.

Gipo nasconde il sole

Lo abbiamo inseguito nella stalla di Nervesa, tra i campi rasati della farm. Lo abbiamo inseguito
lungo le sponde dell’Adriatico, il giorno che a un metro dal mare divorò con pepe e limone diciotto
frutti di mare ancora vivi. Diciotto: tanti quanti i miliardi che Riva ha chiesto in prestito per salvare

il suo cotonificio. E il Gipo lo sapeva. Sapeva anche tante altre cose, ma aveva una gran voglia dl
cominciare da lontano. Con rancore, ma da lontano.

« Qual è la data del vostro primo odio? »
« Non era odio, piuttosto antipatia. E non c’è una data, ma un nome. »
« Quale? »
« Gallardo! »
« Sicché Riva e Viani hanno cominciato a tollerarsi… in Perù! »
« Non soltanto Riva, ma anche Liedholm con la sua tattica sotterranea da buon man pastore
protestante. Quando si cominciò a parlare di Gallardo come di una rivelazione, Liedholm fu
mandato a Lima come osservatore. Lo pregai personalmente di rimanere laggiù parecchio tempo, di
stare sempre con lui, di allenarsi insieme, di seguirlo con quattro occhi. Questo per evitare di
prendere delle cantonate… anzi delle cotonate, dal momento che il Milan ne aveva già prese
abbastanza suo tempo. Attento al bidone insomma! Liedholm ogni settimana mi telefonava a
Nevesa e il suo entusiasmo per il giocatore cresceva ogni volta. »

« Anche il prezzo? »
« No, il Lima ci chiese cento settantacinquemila dollari. Io ero sicuro del grande acquisto anche
se in cassa non avevamo un soldo per pagarlo! Tanto è vero che il povero dirigente del Cristal
Lima, venuto a Milano con l’intenzione di fermarsi un paio di giorni per prendere i dollari, se ne
ritornò a casa dopo un mese! »

« E Gallardo? »
« A San Siro in anteprima giocò un tempo e mi deluse tremendamente. Ma a Lugano nella
successiva partita mi convinsi che era da prestare intanto. Con lui cacciavo anche la simpatia dello
svedese e di Riva. »

« Era tanto importante Gallardo? »
« Non era la questione di Gallardo in sè, ma il fatto che io davo troppa ombra: forse sono troppo

alto e chi mi sta dietro vede poco sole… »

« Questo e basta? »
« Avevo anche la grave colpa di essere rimasto molto affezionato alla vecchia gestione e

soprattutto di non averlo mai nascosto. E perchè avrei dovuto? »

« Così, dopo due anni di sospettosa convivenza, si arrivò alla separazione violenta?… »
« No, si arrivò alla conclusione da parte mia che un ulteriore rapporto Riva-Viani era

impossibile. Allora pensai di dare le dimissioni e di andarmene senza sbattere la porta. »

« In che modo? »
« Mi ero lavorato i consiglieri ed ero matematicamente sicuro che avrebbero accettato le

dimissioni. Lasciavo il Milan con grande rammarico, ma signorilmente. »

« Invece… »
« Invece accadde questo. La riunione durò tre ore e mezza. Durante quel tempo rimasi solo con
Passalacqua ad aspettare e quel colloquio un po’ patetico fu quasi un addio, attraverso il ricordo di
anni di collaborazione e di amicizia. Alla fine mi chiamarono per comunicarmi il responso che io
davo per scontatissimo.

Sordillo finto difensore

Quando entrai nella sala mi accolse invece un lungo battimani: la sorpresa fu grande e lì per lì non
capii. »

« Chi parlò per primo? »
« Il solito Avv. Sordillo! Disse che la mia posizione non era mai stata in discussione, fece un
elenco lunghissimo delle mie qualità. Il Presidente negò addirittura ogni colpevolezza, anche quelle
che mi ero assunto! Del resto che colpa ne avevo lo se il Milan di Altafini si era fatto acciuffare e
superare dall’Inter? »

« Quindi finì in un trionfo quella sera!? »
« I battimani mi avevano intenerito e feci marcia indietro. In quel momento in realtà mi avevano

fregato e la mia fu solamente una vittoria di Pirro. »

« In che senso? »
« Mi sembrava impossibile che Riva avesse fatto tre ore di difesa in mio onore e infatti seppi che
era stata preparata da Sordillo. Ma era una difesa finta che ingannò i consiglieri prima di me, sulla
sua imbeccata scoprirono qualità che neanch’io sapevo possedere! »

« Ma qual era lo scopo di quella messa in scena? »
« Forse non pensavano che fosse giunto il momento buono per liquidarmi: la campagna acquisti

era alle porte… »

« E lei aveva idee chiare in proposito? »
« In vita mia ho sempre lavorato con lena, ma quella volta spinto anche dall’esito del tutto
inatteso della riunione, mi ero messo con puntiglio particolare. Volevo riuscire a raggiungere per il
Milan il traguardo dei due piccioni con una fava. »

« Cioè? »
« Rinforzare la squadra guadagnando almeno trecento milioni! »
« E ci sarebbe riuscito? »
« Ci sarei perfettamente riuscito! Avrei potuto chiudere la campagna alla pari con Altafini
invenduto: potevo regalarlo alla Casa Riva! E sennò, se lo avessi ceduto, ecco i trecento milioni di
attivo. »

« Infatti si fece avanti la Juventus… »
« E sono riusciti a rovinare i buonissimi rapporti che il Milan aveva tenuto da anni con la Juve! »
« Sconfessando lei e la sua carta bianca…! »
« Lasciamo perdere la carta…, io ho cercato sempre di essere corretto e onesto. Anche per
l’affare dei “tre” con Marini Dettina il sottoscritto aveva pattuito “salvo l’approvazione del Presi-
dente” e infatti all’incontro con Dettina doveva venire, per avallare l’affare, l’avvocato Sordillo che
si teneva in comunione stretta con il Presidente facendo da ponte. »

« E il ponte ha funzionato anche con Altafini? »
« No, perchè l’affare era tanto importante che cercai direttamente Riva. Quando la Juve propose
Bercellino più centocinquanta milioni in contanti subito, lo cercai dappertutto e lo trovai alla Banca
Commerciale. Mi disse di chiamarlo trenta minuti dopo allo studio. E trenta minuti dopo ebbi il suo
“Tratti pure!” A centosettanta milioni chiusi l’affare con Giordanetti e andai all’appuntamento in
sede. »

« Con Riva? »
« Con Riva. E qui succede l’incredibile. Riva comincia a dire che sarebbe stato meglio
Salvadore: io replico che per lo schema che volevo impostare mi stava meglio Bercellino,
nonostante che la classe di Salvadore fosse fuori discussione. Allora torna alla carica chiedendo che
i milioni fossero portati a centottanta. A questo punto consiglio Riva e Sordillo di prendere in mano
loro il telefono per chiamare Giordanetti: la mia parola era già stata data. »

« Come reagì Giordanetti? »

« Riva chiese Salvadore e lui mise giù il telefono; poi Sordillo lo richiamò per chiedere i dieci

milioni in più e Giordanetti rimise giù il telefono! »

« E lei, cosa fece? »
« Me ne andai amareggiato, dopo aver chiarito tutto: quelli non erano metodi da Milan! »
« E Altafini finì al Napoli… »
« Il giorno prima avevo trattato con Fiore che offriva duecentocinquanta milioni in due anni. Ci
eravamo lasciati con la promessa di trovarci alle ore venti del giorno dopo: se nel frattempo fossi
riuscito a venderlo a un altro, era venduto e basta. Questi erano i patti con il Napoli e infatti al
pomeriggio avevo chiuso con la Juve. »

« Le cose precipitarono comunque quel fatale pomeriggio. »
« Sì, anche perché fu nello stesso pomeriggio che mi toccarono l’operazione per rinnovare la

comproprietà di Gallardo con il Cagliari. »

« Ma in questo caso l’affare proposto da Riva non era forse più vantaggioso del suo? »
« No e lo dimostro. Prima di tutto il Cagliari aveva pagato ottanta milioni per far giocare
Gallardo, mentre noi soltanto l’anticipo al Cristal. Dati i vincoli di amicizia che c’erano con la
squadra sarda, io pensavo che meritasse un po’ di comprensione. E poi avremmo rivisto il giocatore
per un altro anno: chissà che questi numeri non fossero saltati fuori alla lunga. »

« Valorizzandolo quindi… »

Liedholm cade dal nido

« Esatto. Quanto all’affare, se non fossero gente per bene… »
« Quale gente? »
« I dirigenti del Cagliari, se non fossero brave persone dicevo, avrebbero potuto andare subito

alle buste: il Milan aveva messe nella sua quarantun milioni. »

« E allora? »
« E allora si sarebbe portato a casa un giocatore che costava centocinquanta milioni: ottanta
milioni al Lima più l’anticipo di ventotto già versato, più i quarantuno destinati al Cagliari. Senza
contare lo stipendio, in più l’ingaggio in più e… l’impossibilità di tesserarlo. »

« Secondo il suo piano invece che cosa sarebbe successo? »
« Avremmo risparmiato quaranta milioni affidandolo per un altro anno al Cagliari. L’anno

prossimo si sarebbe rivista la cosa e il giocatore! »

« Sicché nel breve volgere di un pomeriggio lei si trovò del tutto esautorato!? »
« Paralizzato! »
« Ora, a questo punto, ci sarà una spiegazione a tutto ciò: perché insomma in pochi giorni, dato
pure per scontato che l’antipatia sotterranea fosse antica, si giunse dal battimani al siluramento
totale sui casi Altafini e Gallardo? ».

« E’ stata la tournée in America a decidere il mio destino. Senza dubbio. »
« Ma non ha avuto esito positivo? »
« Si…, ma è il referendum che mi ha bocciato! »
« Quale referendum? »
« Aveva seguito la tournée l’Avv. Sordillo che è un entusiasta ed ha appetiti sportivi. Sordillo ha
chiesto a tutti i giocatori che cosa pensassero di Viani. Ora è logico che il referendum americano mi
fosse ostile: io sono l’unico in Italia a trattare la questione tecnica e anche quella finanziaria. Non

solo posso togliere uno di squadra, ma gli posso anche togliere dei quattrini: da qui all’esser
giudicato un negriero il passo è breve. »

« E quando seppe di ciò? »
« Lo seppi più tardi, ma me ne accorsi subito la sera che Sordillo tornò dall’America. Lo guardai
negli occhi e gli dissi: “La trovo un altro, avvocato, non la riconosco. Se l’America fa questa
influenza, era meglio che rimanesse a casa.” Testuali! »

« E si giunse alla riunione numero due: quella del colpo di stato! »
« Rimasi come un povero disoccupato in cerca di lavoro… »
« E di rivincita… »
« Già, di rivincita, ma su chi? Sul referendum fasulli? Sulla mia personalità che rimpiccioliva

qualcuno? Sulla mia simpatia per Rizzoli? »

« Quasi ci siamo… »

« Guardi: credo di aver sempre reso di più di quanto costassi. Ho avuto la sfortuna di aver
incontrato degli strani personaggi: un Presidente che ama fare il tecnico in stretta collaborazione…
con la stupenda first lady, un avvocato che vuol tare il supertecnico ed è strano perchè è molto
intelligente. Gente che non riesce neppure a mascherare le intenzioni come…, ma lasciamo
perdere… »
« Come chi? »
« Come Liedholm! E dico questo perché non vorrei che facesse la figura dell’uccellino che casca
dal nido supponendo di poter volare e invece la zampata del primo gatto che passa lo stende e se lo
mangia con le penne e tutto. »

Riva fa il coerente

« Eppure sembrava che filaste… »
« E’ crollato un po’ tutto: perfino tra i consiglieri ho scoperto gente succuba di strani appetiti.
Vede, anch’io saprei come si fa a farsi voler bene dai giocatori e anche dai consiglieri: il difficile è
riuscirci quando si debbono difendere i quattrini della società. »

« Per esempio? »
« Per esempio sulle trattenute del quaranta per cento a giocatori che non avevano fatto un
numero sufficiente di partite durante l’anno! Naturalmente avrei pagato anche il numero di presenze
insufficienti a patto che si trattasse di giocatori disciplinati e sempre pronti alla chiamata. »

« Lei però parlava di dirigenti… »
« Vede amigo, è facile fare gli splendidi con i soldi di Riva e rendersi simpatici con i quattrini
altrui. Io non sono così sprovveduto da ignorare questi mezzucci per acquistare popolarità, ma mi
ripugnano. Meglio sentirsi con la coscienza apposto per aver fatto il proprio dovere, pur sapendo
che reciteranno per te requiem piuttosto che preghiere di buona salute! In fondo proprio il presunto
nemico di Riva, Gipo Viani, cercava di difendere a denti stretti la sua esposizione. E il suo nemico,
Gipo Viani, sarebbe riuscito forse nel giro di un paio d’anni a regalargli oltre che Altafini anche
Milanello, riportando il bilancio del Milan a zero, con tutta l’attività costituita appunto dagli
impianti di Milanello. »

« Qualcuno si sarà pur schierato con lei, no? »
« Gli unici coerenti sono stati i due Carraro ed io a loro son grato profondamente. Ma anche un

altro è stato coerente…. »

« Chi? »
« Riva! »
« Riva!?! »
« In antipatia mi ha sempre avuto: e alla fine mi ha licenziato! Sapendo anche quanto è
affezionato al suo denaro. deve essere stata veramente kolossal questa antipatia per passare sopra al
suo interesse! »

Guardo il Gipo: sta seduto su un trattore munito di un grosso erpice. Liedholm ha detto che il
Milan è quasi pronto. Qualche ora ancora e lo scudetto sarà conteso al coltello, palmo a palmo, con
Inter e Bologna, con Torino e Juventus. Viani non ci sarà: la sua storia ricomincia a Genova.. Quasi
non se ne rende conto. « Mi sembra di aver affidato una mia creatura ad un istituto per orfani! » Se
non fosse perchè qui a Nervesa spira un leggero vento settembrino, giureremmo di aver visto la
vecchia volpe nascondere con la zampa gli occhi arrossati.