1965 settembre “O Bologna… o Inter”

1965 settembre (special Supersport)

“O Bologna o Inter”

Crediamo che il cuore del Bologna lo si possa ascoltare sui battiti di Harald Nielsen: « E’ difficile
ripetere lo scudetto, ma sarà ancora più difficile ripetere un’annata disastrosa come l’ultima! ». In
questa diagnosi che in fondo dice e promette senza impegnare, si nasconde forse il seme di tutto ciò
che Scopigno potrà (o non potrà) raccogliere. L’incredibile campionato dell’anno scorso aveva
ricondotto ai box una squadra completamente sfasciata, a terra, intaccata nel morale e nel fisico.
Dopo un inizio arroventato dalle polemiche, tutti avevano mollato e l’anarchia si era infiltrata in
profondità nelle più svariate situazioni. Per questo, quando il presidente Goldoni annunciò la firma
del contratto con Scopigno si pensò immediatamente che il filosofo sarebbe partito a testa bassa
cercando di crearsi alibi di comodo sulle ossa di vecchi errori. Si voleva insomma che fosse lo
stesso Scopigno a chiudere verbalmente il processo psico-tattico a Fulvio Bernardini. Scopigno non
volle prestarsi al gioco: « Ma che faccio? Polemica con i morti? ». II passato della squadra gli
serviva soltanto per cercare di interpretare il futuro e le possibilità che avrebbe avuto « subito » di
inserirsi nel dialogo d’oltre Po. « Ho scoperto un ottimo ambiente e soprattutto sono rimasto
impressionato dalla serietà dei giocatori. Mi avevano detto che avrei incontrato difficoltà
nell’imporre una disciplina di lavoro dopo il malinconico sciogliete le file ed invece hanno
dimostrato tutti di aver una gran voglia di lavorare. In queste condizioni non posso nascondere la
mia fiducia… »

« Fino a dove si spinge? »

« Non tanto avanti da ignorare che l’Inter è fortissima.. Imbattibile se avesse un Nielsen…. »
« D’accordo, gli unici tre centravanti veri esistenti in Italia sono sempre Altafini, Nielsen e
Vinicio e infatti l’Inter voleva a tutti i costi Altafini. Ma in fondo ne aveva proprio un bisogno
fondamentale? Io credo che anche senza Altafini, l’Inter monopolizzi il pronostico. »

« In condominio con qualcuno? »

« Con noi che abbiamo tutti i numeri per partire dal secondo posto… in su! »
« E dal secondo posto in… giù, nell’ordine? »
« Il Milan ha il telaio che gli consente di puntare a qualsiasi traguardo ad occhi chiusi »
« Anche senza Viani? »
« Un Viani non può far male ad squadra…. »
« Avete fatto la pace?! »
« Non eravamo proprio in guerra, comunque ci siamo conosciuti un po’ di più. Una sera ha
perfino tentato di ubriacarmi per strapparmi Pascutti, ma non gli è andata bene! »

« Della Juventus che cosa pensa? »
« Che si è rinforzata e che metterà in mostra una buona difesa anche se non farà molti gol. Il
Torino piuttosto è sempre in ascesa e si ritrova ancora più preparato e forte. Penso invece che la
Fiorentina avrà delle difficolta a inserirsi nel dialogo al vertice »

« Lo sa che Herrera ci ha detto che Bologna potrebbe esser forte come l’Inter? »
« Se vuol fare cambio, io ci sto! ». Che si tratti di una battuta tra Maghi lo si capisce
dall’entusiasmo autentico con quale Scopigno parla dei suoi giocatori. Sappiamo che vecchie
ruggini si celavano sotto apparenti bonacce. Sappiamo che quando Haller, reduce dalla Germania, si
presentò al raduno pre-campionato fu accolto con sottolineata freddezza da tutti i compagni. Eppure

Manlio Scopigno, che forse parla poco e piano proprio perchè è ottimo psicologo, ha già smussato
da tempo gli angoli, ha cucito, soprattutto ha sgonfiato. »

« Filano tutti d’amore e d’accordo ».
« Anche Haller e Nielsen? ».
« Soprattutto loro due: quando eravamo in ritiro a San Martino di Castrozza erano tutto il giorno
insieme, spesso andavano a passeggiare da soli. Ma occorre mettere puntini sugli i: quei due si
erano parlati per un anno attraverso… i giornali! Mica succedeva niente fra loro direttamente. Era
logico che aspetti minimi assumessero proporzioni vistose. Adesso è veramente superato tutto, per
tutti. Basta seguirli un po’ da vicino per capirlo ». E’ quello che abbiamo fatto per ore e crediamo di
aver capito: gente che si a preparata divertendosi, serenamente. Ma che ha stretto anche i denti
quando ce n’era bisogno con una sensibilità professionale che anticipava addirittura Scopigno:
« Durante gli allenamenti, mi succede spesso di dover rallentare piuttosto che accelerare. Fanno
senza bisogno che mi sgoli. Si allena perfino Pascutti che non si è mai allenato in vita sua! »

« Quindi è veramente soddisfatto? »
« Dalla campagna acquisti ho avuto ciò che mi serviva e inoltre siamo riusciti a spendere

centoventi milioni e ad incassarne altrettanti vendendo bene ».

« Chi? »
« Bui, Lorenzini, Marini, Franzini, Corradi, Cimpiel, Pace e altri minori: centoventi milioni in
tutto! Il Bologna ha soldi, ma, data la campagna precedente, aveva l’obbligo di non spendere. Ho
una squadra giovane se pensa che i vecchi sono Pavinato, Janich, Fogli! Si può migliorare »

« A poche ore dal via ha qualche problema di fondo? »
« Bisogna indurire la difesa, renderla più rocciosa e decisa. Tumburus, che è guarito

perfettamente dopo l’estrazione di un corpo mobile dal ginocchio, va già bene sotto questo aspetto »

« E i due acquisti? »
« Vastola è partito in quarta, senza guardare in faccia nessuno. Dopo i primi gol che ha segnato,
Nielsen e Perani, guardandosi negli occhi hanno detto un giorno: “Ma che vuole quello?” Per niente
lo cercava anche il Milan! Micelli è forte e si sta inserendo, ma c’è anche Pavinato. E Roversi.
Dicevano che è piccolo, ma è due dita più alto di Micelli! »

« Che impressione ha avuto di Pascutti? »
« Dicono che è matto, ma vedremo! »
« Haller e Nielsen invece….. »
« Haller fa delle cose straordinarie: credo farà un gran campionato con Bulgarelli. Nielsen è
simpatico e allegro, corre come un folle e dimostra una forza impressionante. Con lui avrò solo il
problema del tredici: è superstizioso e quando arriva al tredicesimo gol s’inceppa. Gli è sempre
successo da quando è in Italia! »

Manlio Scopigno era allenatore a ventisette anni: il più giovane della penisola. Due anni a Terni,
due a Rieti, uno a Perugia. Sei anni a Vicenza, prima di entrare nell’orbita dello scudetto. Questo è
il suo dodicesimo anno. Tutta Bologna ha gli occhi puntati su di lui. Forse l’unico pericolo che
corre è di sentirsi solo in un’impresa che richiederebbe alle spalle anche una società
organizzatissima.. Su questo Scopigno non può ancora contare.