1965 Picchi in bianco

1965 (Supersport)

Picchi in bianco

APPIANO è tutta verde, placida e « gentile » ma se chiudi gli occhi senti il vento caldo
dell’Andalusia! Mancano le nacchere, la chitarra, il ventaglio di Estrellita, il crepitio del flamenco.
Ma c’è Helenio Herrera, c’è la sua voce. Attorno al campo di gioco una pista. Un cartello in legno
dice che è « vietato oltrepassare la pista ». Ci fermiamo: tanto, durante il rito « orgiastico »,
all’allenamento interista, è la voce del Mago che oltrepassa tutto, convulsa e ossessiva: « Alternare
la velosità produttivo è el cambio de ritmo, Guarneri no, così, no così! Andiamo, ognuno con una
palla, piedi ginocchio testa, testa ginocchio piedi, andiamo! Partiamo en palleggio verso l’altra
porta, girare bene ta-ta-ta, ognuno, palla fra i piedi, siamo a San Sito! Alto! Fermo! Se tira en porta,
ognuno tira come se la sente, piano forte como vuole e tornare camminando plance, piano. Dopo
cambiamo portiere ogni volta, avanti! Terzinooooo, tira, basta fiduzia, tiraa! Adesso ognuno fa una
finta a me e va en gol: capito? Mazzola attacca el ballone, facciamo poco ma questo. Helenito tira
forte forte, si sbaglia, no emporta, abbiamo progredito. Domingo sprint sprint per signare per
slgnareee! Ta-ta-ta… Picchi sprint, Guarneri sprint, Corso sprint, Malatrasi sprint, Gori sprint!!!
Adesso tiriamo directo, yò pas-so il ballone. Domingo! Bobo! Mazzola di sinistro e parte prima.
Sarti sei stanco? Miniussi va en porta e ogni due gol cambio: parti forte Burgnich, forsa, andiamo,
Bedin aspetta a correre, digo yò, Mazzola più veloce, non cerca de fare cl più diffizile! Andiamo,
andiamo, tira uno dietro l’altro, veloce. Facciamo attacco contro defesa, Domingo a sinistra,
Mazzola va a sinistra, cambio, sprint, veloce, cambio, passare la palla al volo, al volo, in gol, in gol,
siamo a San Siro, siamo a Foggia… va bene così… chi vuole va. Mazzola ancora un po’, tira tre
rigori, siamo con Catania, Miniussi vieni avanti anche tu, fa il dritto! Basta, è finito!!! » Un’ora:
un’ora breve come il lampo, senza noia.

Angelo Quarenghi assiste dai bordi del campo, con una sigaretta tra le labbra, seduto su un
pallone. La Beata andalusa del Mago non lo impressiona più come una volta. Lui è il « dottore », i
giocatori dei pazienti di lusso, da lucidare giorno per giorno come gli ottoni dorati di una Rolls
Royce. Tono muscolare, respirazione, fatica, tensione, equilibrio psicofisico, pressione, forma.
Dalla tibia al nervo sciatico. Bicarbonato e vitamine. Dieta dei supermen della palla. E’ la routine
quotidiana di Quarenghi, braccio destro di Helenio Herrera.

« E adesso che è finita – chiediamo al dottore – cosa succede? »
« Tutti sotto la doccia e ai massaggi! »
« Di Wanono?! »
« Che c’entra? Wanono era a Parigi per i trattamenti speciali, ma la sua epoca è finita da un

pezzo! »

« Come mai? »
« Aveva un po’ di magia nelle mani, ma anche tanta stregoneria e bluff. Il nostro Wanono senza

cartapesta è il figlio del grande Tumela! ».

I filetti dei campioni

« Dopo i massaggi in serie, anche i pranzi in serie? ».
« La dieta c’è, ma non si vede! ».
« Cioè, non si mangia all’Inter?! »

« Mi spiego! Non è che ogni giorno i nostri giocatori debbano mangiare questo o quello
rigorosamente. La dieta è individuale, ma è il risultato di un autocontrollo e va osservata non per
una settimana, per un mese; no, per tutto l’anno, vacanze comprese ».

« Beh, allora si vede anche troppo! ».
« I giocatori ci stanno tranquillamente, anche perchè sono degli abitudinari ».
« Ma cosa mangiano in genere? ».
« Filetti, filetti, filetti! Sono bandite le fritture, le spezie, ma qualche stufato ci può anche

scappare e un piatto di spaghetti o un risotto alla parmigiana non ci stanno mica male! ».

« Chi è il più… affamato? ».
« Corso! Il suo pericolo è proprio quello di mangiare e bere troppo ».
« E il più parco? ».
« Forzatamente Picchi, perchè deve seguire rigorosamente il regime bianco ».
« E’ importante la dieta? ».
« Per realizzare la forma, il peso giusto. E’ importante come le terapie, il riposo…

l’allenamento! ».

« Un allenamento tirato, ma tutto su campo, no? ».
« La preparazione di Herrera non prevede attrezzi particolari… ».
« Sul tipo di quelli usati al Milan? ».
« Non li ho mai visti, comunque l’unico attrezzo di Herrera è il pallone! Anche la cultura fisica è

fatta il più possibile partendo da questo concetto ».

« Un concetto made in HH ».
« Credo che sia la stessa ragione per cui un pianista si allena sul pianoforte e un violinista con il

violino! ».

« In fondo il segreto è quello di poterli anche divertire per dimenticare i ritiri, no? ».
« Così come sono attuati all’Inter da due anni, i ritiri sono accettati tranquillamente! ».
« Liedholm ci disse un giorno che provocano noia e screzi ».
« Beh, e allora perchè li fa? Li noia nasce solo dalla non convinzione della loro utilità. Nel ritiri

pre-campionato la noia poi non esiste, là esiste solo la fatica! ».

« E in quelli durante il campionato? ».
« Il ritiro dopo la partita è indispensabile: anche i giocatori ne hanno assimilata in pieno
l’importanza. Se ognuno, con il nervosismo e la stanchezza che ha addosso, potesse andarsene in
giro a far quel che vuole… sarebbe la fine del mondo! E prima della partita servono e non sono
punitivi in nessun senso! ».

Gli «schiavi» del Mago

« Ma negli altri sport cosa succede? ».
« Succede la stessa cosa: le esigenze di un Suarez, di un Gimondi, di un Agostini o anche di un
dilettante come Mahlknecht sono le stesse! Tutte le specialità esigono ormai una preparazione
scientifica e molti sacrifici, con la differenza che nel football ci sono… le lire! ».

« Quindi i presunti schiavi… ».
« Herrera non è uno schiavista come molti credono! Finito l’allenamento, i nostri giocatori sono
in libertà e vanno per i fatti loro. Le assicuro che quelli dell’Atalanta, tanto per non far nomi, sono
molto più sacrificati di Corso e compagni… senza avere problemi di Coppe e scudetto!!! ».