1965 giugno 28 Rapporto sul Padova

1965 giugno 28

Rapporto sul Padova

« Non ci sono andati con Koelbl, non potevo andarci io senza! ». Montanari spiega Montanari:
spiega la promozione per la seconda volta clamorosamente mancata del Padova, spiega il « suo »
mancato obbiettivo. Con tono deciso, polemico, senza tortuosità, com’è nelle sue abitudini. A
Padova infuria apertamente un secondo « processo alle intenzioni »: quella che l’anno scorso era
stata insinuazione gettata senza convinzione per spiegare la ritirata delle cinque sconfitte subite in
dirittura d’arrivo, è diventata in questo momento « pubblica opinione ». Non esiste a Padova un
tifoso che non sia intimamente convinto che la squadra abbia mollato perché in fondo in serie A non
ci voleva proprio andare, perché la promozione era giudicata dalla società troppo costosa, perché si
sarebbe dovuto aggiungere deficit a deficit per non fare una brutta fine nel giro di un anno.

Serafino Montanari solo a sentir balenare in aria questa ipotesi cambia colore: « Io sono
l’allenatore e non mi presterei mai a questi giochetti. Comunque io so soltanto una cosa: in serie A
le spese sono pressappoco uguali, ma gli incassi sono nettamente superiori. In queste condizioni
avremmo dovuto rinunciare?… ma non diciamo fesserie! Se parlerà con il Presidente, sarà molto più
preciso di quanto possa esserlo io: il mio mestiere è un altro! ».

« Ma è la seconda volta che succede si quindi certe reazioni e supposizioni si possono anche

capire! ».

« Per me è la prima volta, per Dio! Per gli altri non rispondo mica, ci vorrebbe altro! ».
« Allora, che cosa c’è stato di diverso con il calo dell’anno scorso? ».
« Tutto. L’anno scorso erano partiti molto meglio, con basi più solide. Quest’anno, lo posso dire
tranquillamente, nostra partenza è stata molto difficile, perchè ci trovavamo in condizioni di gran
lunga peggiori ».

« In che senso? ».
« Si capiva, era una cosa alla luce de sole, che c’era qualcosa che non andava. Prima di tutto

l’ambiente era choccato tremendamente: dalla mancata promozione… ».

« Choc a parte, c’è stato qualcosa d’altro che ha pesato sul Padova di quest’anno? ».
« Ripeto che la situazione psicologica era disastrosa e di estremo disagio, ma c’era dell’altro: per
esempio mi sono trovato nelle condizioni di dover partire praticamente senza un valido portiere,
dato che non ero… informato sulle condizioni fisiche di Bonollo e Bazzanti. Per fortuna è saltato
fuori Pianta! Comunque, a parte questi errori che alla lunga si scontano, non c’è niente da fare,
siamo stati protagonisti di un ruolino di marcia eccezionale. In dieci partite abbiamo fatto
diciassette punti e, sembrava al momento giusto!, ci eravamo portati sotto con una rimonta
strepitosa, passando in breve tempo da posizioni di… coda a posizioni da… promozione. Era molto
difficile, quasi impossibile, mantenere un ritmo del genere: bisognava avere a disposizione gente
esperta e valida da gettare nella mischia, ma soprattutto bisogna avere un po’ di fortuna che
premiasse il lungo sforzo. Ed invece è stata proprio la sfortuna che si è accanita con tutta una serie
di infortuni decisivi e di partite storte ».

« Non c’è stato anche un calo fisico finale? ».
« Il calo fisico è stata la conseguenza della sfortuna. Nelle ultime partite dl campionato tanto
massacrante le squadre sono sostenute soltanto dalla speranza di essere promosse: il Brescia con la
classifica troppo buona ha ritirato fuori le unghie al momento buono, ma ha avuto un calo
sensibilissimo. Noi siamo calati perchè ci è mancato il morale ».

« Più che il morale vi sono mancati i… gol, eppure avevate un uomo-gol come Pasquina, no? ».
« Dicono che non ha reso come poteva, ma Pasquina, che è appunto uomo che fa gol, non ha
fatto altro che giocare come gli anni precedenti, solo che ha sbagliato molte reti: ne ha fatte, ma tra
pali, sfortuna e occasioni sprecate poteva farne il doppio ».

« Visto come sono andate le cose ha qualche scrupolo, qualche rimpianto? »
« Se il Padova non avesse fatto la rimonta e si fosse riaffiancato alle prime, i giovani che
abbiamo lanciato avrebbero una maggiore maturità e sarebbe stato molto meglio: con la promozione
in ballo invece non ho potuto rischiate molto ». Serafino Montanari: da Koelbl a Pasquina, dalla
rimonta al calo, dalla serie quasi-record alla sfortuna, dalla carica alla rassegnazione. Motivi tecnici
e psicologici a spiegare mancato bersaglio: e l’assenza (neppure larvata) di sfumature che lascino
intravvedere tracce di « rinunce a priori ». « Il Padova ha lottato — conclude — ma non ce l’ha
fatta: il resto è fantasia ».

« Non è fantasia — ribatte decisamente il presidente Vescovi — è soltanto stupidità e ignoranza!
La gestione in B è disastrosa: abbiamo un passivo di gestione che si aggira sugli ottanta, novanta
milioni all’anno, più gli interessi passivi e la situazione finanziaria del Padova è ovviamente
pesante. In queste condizioni avremmo dovuto rinunciare alla serie A che ci avrebbe garantito una
gestione in pareggio! A parte il fatto che i giocatori di B non hanno la valutazione di quelli di A e
che con la promozione avremmo di colpo valorizzato tutto li capitale, c’è la lampante questione
degli incassi: quando noi andiamo a Milano o Torino o Bologna, in trasferta, incassiamo quattro-
cinque milioni per volta. In B invece succede perfino di rimetterci tanto lunghe sono le trasferte e
tanto forti le spese! Per andare a Catanzaro il Padova ci rimette mezzo milione! E noi avremmo
deciso di rimanere in B! ».

Cosi Vescovi. Amareggiato, ma affatto rinunciatario. Ora il Padova vuol raccogliere dei soldi:
tre sono i giocatori richiesti da parecchie società. Giocatori che valgono: la super-rivelazione Pianta
sulla base di 80 milioni in contanti; l’esperto Beretta per 60 e il forte Rogora per 45. Il Padova può
(e deve) privarsene anche perchè Montanari, nel limiti del possibile, ha fatto una buona politica dei
giovani e, a parte Pianta (dice Montanari « si è imposto tanto di prepotenza che non mi ricordo mai
che è debuttante anche lui: ci era costato tre milioni e all’inizio la gente rideva! ») altri debuttanti
sono maturati in fretta: Vecchi, Bigon, Chiodi, Sartori, Bonasciutti. Problemi di riduzione non ce ne
sono: Montanari ha firmato in questi giorni per il nuovo anno: « Volevano che firmassi subito —
dice rivolgendosi al nuovo segretario Manni e al dirigente Chinea —, quando sembrava che fossimo
in A, ma io dissi “piano, aspettate, non si sa mai”… Adesso l’euforia è finita, ma sembra che mi
vogliano ancora. » Ora il Padova vuole soltanto milioni.