1965 dicembre 13 Giocherà ancora?

1965 dicembre 13

Giocherà ancora?

BOLOGNA « Quando mi sono avvicinato a Mora e ho visto, sarei voluto fuggire lontano,
tanto lontano da cancellare per sempre quella terribile immagine: Mora aveva la gamba
spezzata in due, una parte, quella inferiore, non era più legata al resto se non per la pelle… è
stato tremendo… non avevo mai visto una cos del genere… e poi Mora aveva i calzettoni giù in
quel momento… si vedeva nettamente l’osso spezzato uscire fuori… e la gamba sembrava due
gambe: una parte diritta una parte distorta, morta. Aveva la faccia imbiancata, ma non è
svenuto, è rimasto lì, con una smorfia di dolore e di disperazione e mi ha guardato: io gli ho
mentito, non ho avuto il coraggio di dirgli la verità, ho mentito e gli ho detto che non è niente,
non è niente! Cosa potevo fare?… è stata una fatalità, soltanto fatalità, perchè Lo Bello aveva
già fischiato, aveva fischiato subito e l’azione non aveva più senso e importanza… ».

Franco Janich è stato il primo a « vedere », era lì a due passi, ha guardato, si è chinato sul
dramma di Bruno Mora, si è rialzato con le mani schiacciate sulla faccia. Lo scontro di Mora
con il portiere Spalazzi, il dolore di Mora, non lo hanno abbandonato. Forse non lo
abbandoneranno mai. E appena uscito dalla doccia se ne è andato via distrutto.

E’ stato il dramma terribile di Mora che ha segnato la partita, è stato il suo dramma, la sua terribile
ferita che hanno travolto tutti, subito dopo e più tardi sotto i fumi delle docce: tutti, al Milan e al
Bologna.

Esiste un colpevole? Non esiste nella maniera più assoluta. Questa è la verità. E’ il fato
l’assassino unico, un fato da tragedia greca: determinato, crudo, senza nome. Solo un pazzo può
accusare Lo Bello per un presunto ritardo nel fischiare il fuorigioco di Mora, un ritardo insomma
nel « fermarlo », nell’impedirgli quasi di andare a perdere una gamba. Solo un pazzo può dire
questo. Lo Bello ha fischiato subito: e lo ha detto Janich, lo ha detto Haller: « l’arbitro è stato
perfetto! ». Ma anche se Lo Bello avesse fischiato in ritardo il fuorigioco di Mora, che « colpa »
avrebbe potuto avere nell’incidente? Nessuna. Solo un pazzo può sostenere il contrario. E Spalazzi,
il portiere che si è scontrato con il milanista procurandogli la doppia frattura composta di perone e
tibia, Spalazzi è colpevole? No. Ma come è accaduto? E’ lo stesso Spalazzi che me l’ha detto: « Ci
siamo scontrati gamba contro gamba, nello stesso identico punto, solo che io mi ritrovo soltanto
questa microscopica ammaccatura e lui invece… ».

« Ti sei accorto subito di quello che era successo? ».
« Istantaneamente, perché nell’urto ho udito chiaramente il crack. Ho capito che la sua gamba

era ceduta, che l’osso si era rotto ».
« Ma tu avevi sentito il fischio? ».

« Non avevo sentito nulla, io seguivo l’azione e ho pensato che dovevo uscire per forza. I
compagni mi hanno detto che l’arbitro aveva fischiato, ma evidentemente nè io nè Mora siamo
riusciti a fermarci ».
« E l’azione non contava più nulla! ».

« E’ stata una fatalità, solo questo si può dire. Io ho fatto un’uscita normalissima e altrettanto
posso dire dell’entrata di Mora: quando le due gambe si sono toccate insieme, osso contro osso,
nello stesso punto, ci ha messo la mano soltanto la sfortuna ».

« E’ la sfortuna che ci perseguita! Con Mora, con la partita, con tutto! ». Rivera ha pianto a lungo
in campo e il « dopo » è ancora più duro da sopportare con la perdita (per campionato e mondiali)
di Mora e coli una pesantissima sconfitta che si proietta sul futuro del Milan.

« Perchè Lo Bello ha segnato il suo nome sul taccuino? ».
« Ho avuto un gesto di stizza, ma dopo aver visto la gamba sinistra di Mora spezzata in quel
modo credo che mi si potesse anche perdonare. Bulgarelli mi è venuto vicino e mi ha passato una
mano sul collo: credo che lui avesse capito».

« E di questo Bologna che cosa dice? ».
« Che ci è stato nettamente superiore, anche prima dell’incidente, e che è una grande squadra ».
« Si, — annuisce Nils Liedholm — il Bologna è la più grande squadra che abbiamo incontrato

finora ».

« Il Milan era spacciato anche prima dell’incidente, sul due a zero insomma? ».
« Non si può dire cosa sarebbe successo dopo, ma posso dire cosa è successo prima ».
« E cioè? ».
« Il Milan stava giocando bene, aveva avuto anche degli spunti pregevoli, forse stava riuscendo

ad addormentare il gioco come voleva, ma è arrivato il primo gol a rompere l’equilibrio della
partita ».

« Una prodezza di Pascutti, no? ».
« No! L’arbitro non ha visto… forse, non ha visto che la rimessa era nettamente nostra, tanto che
i giocatori del Milan erano tutti fermi… soprattutto Schnellinger così Bulgarelli ha rimesso in fretta
a Pascutti che fuggiva soldo ed è nato quel gol quasi impossibile ».

« Però ne nacque un secondo, dopo… ».
« Un altro gol impossibile! Perani ha girato al volo con la punta del piede ingannando Barluzzi.
Era insomma un due a zero un po’ trovato per strada, anche se, ripeto, il Bologna ha giocato
stupendamente ed è la squadra più forte che abbiamo incontrato noi ».

« Chi ha trascinato il Bologna a questa vittoria? ».

« Senza dubbio Haller, fantastico, con un movimento inarrestabile. Fantastico! ».
« Atesso tutto pene! — sorride Haller in teuto-bolognese — atesso ho ciocato pene, ma è
difficile ripetere una partita così ».

« Adesso fai anche il centrocampista puro? ».
« Mi hanno detto di marcare Lodetti che io conosco e allora io seguito lui: e Lodetti mi faceva

pena con tutto quello correre e correva lui solo povero! Gli altri poco… ».

« E Bulgarelli? ».
« Io era indietro e allora Bulgarelli andato avanti: io, dopo quattro anni che gioco in Italia, faccio

vero gioco buono e Bologna vince! Vinceva anche se Milan restava in tutti uomini. Dico io ».
« E’ un Haller nuovo! ». Per Giacomo Bulgarelli, giocatore e critico di calcio.

« E’ cambiato tutto, veramente. Adesso gioca più indietro, lavora di più, gioca soprattutto per la
squadra. Di conseguenza anche il mio gioco è variato un po’: contro il Milan per esempio ero una
punta, in confronto ad Helmut! ».

« E del Milan? ».
« Dico la verità: poca cosa. Una squadra fiacca con grandissimi giocatori che… non riescono a
correre. Corrono poco tutti, eccetto Lodetti che è miracoloso, ma che alla lunga, fatalmente, si
spompa ».

« Anch’io — irrompe Luis Carniglia a valanga, in preda all’euforia — anch’io ho avuto
l’impressione che il Milan fosse fiacco, stanco, poco dinamico. Che gli manchi anche un po’ di

grinta, di temperamento. Non ha giocato male, perchè ha fuoriclasse in abbondanza, anzi stava
tenendo testa bene al Bologna, ma questo Bologna è troppo grande, troppo forte. Come si fa a
fermarlo in giornate come questa? Abbiamo divertito il pubblico! E il Milan non è il Catanzaro! ».

« La posizione arretratissima di Haller era preordinata ed anche avveniristica? ».
« Preordinata sì, ma avveniristica non so! Ogni partita ha le sue esigenze, però una cosa è ferma
e sicura: Haller deve partire con la palla al piede, scambiare o dribblare come sa. Non può star lì ad
aspettare piazzato in buona posizione: in questa maniera rende la metà. Lui deve cercare il gioco,
non aspettarlo là davanti ».

« E là davanti… in classifica, cosa succede? ».
« Abbiamo conquistato un punto su tutti, ma mi viene da rodermi il fegato se penso alla partita
persa con l’Atalanta! Lo dicevo che ogni punto che si perde adesso vale cinque punti “normali”! ».