1999 Ottobre 19 Raul Gardini

1999 Ottobre 19 – Raul Gardini

Nel cinquantaduesimo volume del Dizionario Biografico degli Italiani, la Treccani ha inserito anche
Raul Gardini, l’industriale che si sparò un colpo nella sua casa di Milano per sfuggire per sempre a
Mani Pulite. C’è chi eccepisce la questione morale, per la disinvoltura dell’uomo e per i tonfi
dell’imprenditore. Gardini, sfidando lo storico malocchio, aveva acquistato palazzo Cà Dario a
Venezia, che curava come una piccola reggia e che usava come raffinatissimo status symbol. Ma,
rimasto il Contadino di Ravenna, uno che sfotteva i salotti di giro, per lo più infastiditi dalla
prodigiosa popolarità a buon mercato conquistata da Gardini con il Moro di Venezia. Giocava con la
finanza, e amava il bluff. Amava anche la caccia in botte, ma finì impallinato da raffiche di debiti a
dodici zeri.
Giulio Malgara, che gli era socio, sosteneva che Gardini era il più rapido al mondo nel prendere una
decisione d’affari. Da Romano Prodi, che gli era stato consigliere soltanto della prima ora, non
imparò mai la prudenza. Era simpatico. Su una poltrona giallo oro di Cà Dario, tra nuvole di
sigarette, la sua vita sembrava un’unica, interminabile regata, di progetti e di strambate. Ha chiuso la
sua storia come un personaggio dell’Ottocento, rien ne va plus.
Ne ha fatte di cotte e di crude. Enzo Biagi, che lo conosceva bene, un giorno gli chiese come
avrebbe preferito farsi ricordare fra cent’anni. “Fra cent’anni nessuno mi ricorderà”, gli rispose con
quello sguardo da pirata. La Treccani ha deciso altrimenti e ne ricorderà la biografia. Secondo me
ha fatto bene: la sua razza di italiano esiste. E, soprattutto, se le enciclopedie fossero riservate agli
uomini senza macchia, credo che sarebbero mezze vuote. Anche di più.