1999 Ottobre 16 La citazione

1999 Ottobre 16 – La citazione

“Il secondo dei nove figli di Maria Corona, detta la Giobba, lavorava in Val Vajont. Faceva il
boscaiolo assieme a una ventina di altri uomini del paese. Tagliavano faggi secolari e carpini
annodati dal vento e da anni di risse con pietre e valanghe rabbiose. Le piante venivano vendute per
lo più come legna da ardere, le restanti – pini, larici e abeti – come legname da opera. In autunno,
dopo sette mesi di fatiche, montagne di tronchi erano pronte e venivano dislocate lungo le sponde
del torrente.
Da quel momento iniziava la costruzione della stua: operazione difficile e affascinante che spettava
solo a grandi esperti.
Il corso del Vajont e dei suoi affluenti veniva sbarrato nel punto più stretto della valle da una grossa
diga di tronchi. Mano a mano che il livello cresceva, l’acqua rapiva, sollevandoli dalle rive, molti
metri cubi di legname. I tronchi, galleggiando stretti l’uno all’altro come un gregge di pecore nel
recinto, formavano un’unica enorme zattera lunga quasi mezzo chilometro e larga un centinaio di
metri. Alla fine la possente impalcatura della stua, consistente in più strati di tronchi orizzontali uno
sopra all’altro, era tenuta ferma, e qui sta l’incredibile, da un solo cuneo di legno.
Quella piccola zeppa di maggiociondolo veniva piazzata sul piede della diga e sempre dal lato più
favorevole alla fuga. L’assemblaggio della chiusa era eseguito con tale perfezione che, quando il
caposquadra dava l’ordine di far saltare il cuneo, bastava un solo colpo di mazza perché l’intera
costruzione crollasse liberando l’acqua che trascinava il legname a Longarone, venti chilometri più
a valle.
In alto, sull’ultimo tronco, i boscaioli fissavano una piccola campana poco più grande di un
campanaccio da mucche. Serviva a scongiurare i pericoli e a ottenere dal cielo che tutto filasse
liscio. Quando la montagna d’acqua esauriva la sua corsa e si placava sul greto del Piave, i boscaioli
cercavano lungo il tragitto il piccolo sonaglio. Se lo trovavano, e accadeva raramente, costruivano
in quel punto esatto un capitello di ringraziamento”.
( Mauro Corona, da “Finché il cuculo canta”, Edizioni Biblioteca Immagine).