1999 Novembre 8 Fame di valori

1999 Novembre 8 – Fame di valori

L’Angola è quattro volte l’Italia con un sesto della nostra popolazione; ha anche il petrolio. Uscita
dal disastro di un governo “marxista”, è da tempo preda di militari, bande paramilitari, poliziotti
peggio dei briganti, che l’hanno “liberalizzata”. Dopo il disastro, il saccheggio.
Ha un indice di mortalità infantile tra i più alti al mondo e una speranza di vita tra le più basse: non
arriva a 50 anni. L’Angola ha fame, fame totale.
Nei secoli scorsi, i colonizzatori portoghesi imbarcarono cinque milioni di angolani e li sbarcarono
in Brasile. Difficile immaginare i più sfortunati, se gli schiavi di ieri o gli affamati di oggi.
“C’era una volta”, un bel programma di Raitre, ha mostrato dopo cena cose da restare con il
boccone in gola. Era persino imbarazzante guardare, nella desolazione di una piccola città, la vita di
seicento bambini aggrappata agli ultimi sacchi di miglio e di mais parcellizzati da una suora
spagnola.
Suor Maria ha invocato l’Europa per l’Angola. Non il mondo, proprio l’Europa, ascolta Europa,
rispondi Europa, supplicava.
Nel loro dolcissimo portoghese, i bambini raccontavano storie di fame, di amore, di attesa e di
morte. I loro sogni erano fatti di cibi, sognavano soltanto cibo, addormentati per terra, sotto la luna.
I più piccini succhiavano seni asciutti come legna da ardere; le madri avevano lacrime, non latte.
Ho pensato ad una risposta data da Eric J. Hobsbawn ad Antonio Polito di “Repubblica”, nella
bellissima “Intervista sul nuovo secolo” ( editore Laterza). Richiesto di scegliere una figura simbolo
del Novecento, il secolo della “gente comune”, il grande intellettuale ha scelto “una madre con i
suoi bambini”. L’esperienza di una madre come sola misura davvero globale, che supera la diversità
di culture, di lingue, di stili di vita. Nel nome della madre…, la preghiera del ‘900.
Hanno domandato a un genitore, in Angola: perché, nonostante tanta fame, avete nove figli? “Ne
facciamo tanti perché sappiamo che tanti moriranno”.
Noi europei, privati delle ideologie, orfani di senso, affamati di valori, perdiamo di vista i valori che
si parano ogni giorno davanti, in carne ed ossa. Ascolta Europa, rispondi Europa.
Viviamo troppe volte concentrici, lo sguardo sul nostro ombelico. Le tante Angola del mondo
restituiscono la buona vista, eccoli i valori.
I valori valgono. La Caritas (conto corrente n. 347013) darà infermieri e farmaci all’Angola,
psichiatri alla Jugoslavia e alla Somalia, aiuti alle madri in Bolivia e Bangladesh.
L’Unicef ( conto corrente 745000) con trentamila lire vaccina un bimbo da sei malattie killer, con
cinquantamila nutre per una settimana trenta bambini, con 125.000 ne salva cinquecento dalla
disidratazione.
La Fao (Telefood 06-57055953) con duemila lire pianta cinque nutrientissimi baobab nei villaggi
africani, con ventimila fornisce a un contadino in miseria dieci galline da uova, con cinquantamila
permette a un Kossovaro l’acquisto di tutto il necessario per coltivare cereali e patate per un anno.
L’Emergenza Angola, conto corrente postale 16626046, è un valore. Bisogna mettersi a tavola,
davanti a ogni ben di Dio, per capire il tempo della fame.
Anche tanti veneti lo conobbero. E’ come aiutare noi stessi.