1984 ottobre 10 Lo Stato non deve avere riguardi

1984 ottobre 10 – Lo stato non deve avere riguardi

Per logorare la mafia non basta una retata per quanto eccezionale, ci vuole di più, molto di più. È ciò
che si sta delineando in questi ultimi giorni, durante i quali la convulsione della trama sembra
fortunatamente incalzare la verità invece d’inghiottirla, tanto che l’unica precauzione da prendere viene
suggerita da Leonardo Sciascia: «Bisognerà fare molta attenzione a separare il grano dal loglio»
(«Espresso»). Non per nulla lo scrittore siciliano si dichiara «ottimista». Gli elementi che rimettono
tutti in discussione sono più d’uno:

1) in base a una legge dell’anno scorso, la collaborazione internazionale nella lotta alla
criminalità organizzata si è intensificata. Vedi Sindona, vedi Buscetta, in uso part-time tra gli
Stati Uniti e l’Italia;

2) il mito dell’omertà della mafia è stato infranto proprio da un boss quale Buscetta, ma altri

luogotenenti stanno collaborando con i magistrati;

3) le rivelazioni di Buscetta hanno ridato slancio a stanche istruttorie, facendo lampeggiare nuove
piste dove la saldatura con la criminalità economica risulta essere il più segreto e il più
infernale degli inquinamenti. Rispunta non a caso il nome di Roberto Calvi;

4) il soggiorno obbligato inflitto dal Tribunale di Palermo all’ex-sindaco democristiano del
capoluogo siciliano Vito Cianciminio dimostra che l’azione istituzionale delle forze
dell’ordine e della magistratura si sta facendo sempre più incisiva, senza alcun riguardo per
vecchi e nuovi santuari;

5) la pressione autonoma delle forze cattoliche; l’azione di denuncia svolta da esponenti
democristiani come altri due ex sindaci di Palermo, Elda Pucci e Giuseppe Insalaco, lasciano
intendere che la questione morale non è un patrimonio di parte ma la presa di coscienza di una
Sicilia che vuole cambiare e attraversare orizzontalmente tutte le forze di progresso.

La gente si attende ora un’azione incalzante, la stessa che aveva immaginato Carlo Alberto Dalla
Chiesa. La gente si attende indagini poco rispettose dei nomi per quanto inquietanti. Contro la
tentazione di confondere «grano e loglio», la pubblica opinione avverte infine il desiderio civile che,
nella lotta alla mafia, le forze in campo non cedano alla tentazione della politica di banda, per la quale
l’obiettivo non è sconfiggere la mafia ma di separare la Sicilia in «tutti buoni» e «tutti cattivi».
La forza della democrazia è di saper distinguere.

ottobre 1984