1984 giugno 25 La politica perde un altro leader

1984 giugno 25 – La politica perde un altro leader
La morte non rispetta né protocolli né scadenze ma raramente è stata tanto scomoda, intempestiva e
priva di senso politico come in questo momento della vita italiana. In meno di due settimane un ictus
celebrale e un fatale incidente hanno tolto dalla scena due leaders antagonisti.
Enrico Berlinguer, 62 anni, e Antonio Bisaglia, 55 anni, erano punti di riferimento obbligatori, per le
posizioni politiche prima ancora che per i ruoli di partito. All’interno del PCI e della DC, mai come
oggi impegnati a giocarsi la maggioranza relativa sul filo dei decimali, Berlinguer aveva rappresentato
tutto ciò che Bisaglia aveva sempre rifiutato. Il leader comunista, l’uomo del compromesso o
dell’alternativa; il leader democristiano, l’uomo del patto con i socialisti, strategico ai fini
dell’espansione della democrazia.
Figlio di un’area veneta povera e da sempre abituata a lottare duramente; organizzatore del consenso;
uomo di proposta e di potere, Antonio Bisaglia affermò un giorno che l’unica «spietatezza» è
accettabile era quella che un politico deve usare nell’analisi del voto popolare. La sua statura di leader
nasce anche dalla capacità di guardare a occhio nudo dentro le grandi trasformazioni del Paese e del
Veneto nell’approccio tra cittadino ed eletto.
Da Berlinguer a Bisaglia, giugno 1984 cambia lo scenario della politica italiana perché lo impoverisce
di due voci che in ogni caso avevano il pregio dello spessore e della visione. Se il problema oggi è
anche di aggregare forze pragmatiche attorno a progetti, non c’è dubbio che il doppio trauma – umano
e pubblico – sarà destinato a lasciare il segno.

giugno 1984