1968 luglio 31 Rocco: “L’Inter piange, ma non incanta nessuno!”

1968 luglio 31 (Il Gazzettino)

Intervista esclusiva: tutto il campionato nelle risposte del “paron”
Rocco: “L’Inter piange, ma non incanta nessuno!”
Niente da imparare dagli inglesi – Il gol di Anastasi – La differenza tra Prati e Riva – Perchè
ho dato via cresci – Datemi Mazzola – Fogli titolare?

(DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE)
Trieste, 30 luglio

« Che fa qui a Trieste, Nereo? Perché non è anche lei In Inghilterra a imparare il mestiere? ».
« Coss te vol, son vecio, ho già visto tutto, sono stato in Inghilterra per conto mio prima della
Federazione, ma non credo che ‘sti inglesi siano meglio di noi ». Rocco ha sulle ginocchia una
nipotina tutta bionda, figlia di Bruno, l’ex-jolly della Triestina. In una nicchia della libreria, un
busto in bronzo: una faccia asciutta, metà di quella del « vero » che ho davanti. « Era così! — dice
la moglie con orgoglio e affettuoso rimpianto —. A trentenni era bellissimo! ». Una guancia di
Rocco arrossisce, e brontola: « Tasi vecia! ». Il paron dribbla stretto. « Si, — riprende — la scuola,
i viaggi organizzati da Coverciano sono utili, per carità, ma io vorrei che anche gli inglesi venissero
a trovarci, non esser solo noi ad andar in processione da loro. E per imparar cosa? Mi sono vecio e
per esempio… preferirei un tantino la scuola germanica, e, se i signori permetti, anche quella
jugoslava. Inglesi, inglesi, sono diventati campioni del mondo… in Inghilterra, ma prima non
avevano mai vinto niente! Anche noi siamo diventati campioni d’Europa… in casa! Bisogna
ricordare a qualcuno con la mania dello straniero che un certo Milan, una certa Inter hanno vinto
coppe e coppe in Europa. Che l’Inter, con uno spagnolo e un brasiliano e tutti gli altri italiani, ha
dominato con i nostri sistemi. Domando: Benfica e Real Madrid sono di scuola inglese? Mah… ».

Alla parete, proprio alle sue spalle, c’è un pannello rosso: decine di medaglie, tutte d’oro, il suo
curriculum. La prima, in alto, la più antica, è quella dei Mondiali ’34: ha il profilo di Mussolini in
rilievo. Il discorso anti-inglese continua: « Mi vengono a dire che per giocare a football bisogna
allenarsi 5 ore al giorno, tutti i giorni. Balle, un momento, stiamo attenti che non sia una leggenda!
Io ho avuto sotto ordinanza un certo Greaves, un certo Law, un certo Baker: se quelli si allenavano
cinque ore al giorno, mi son Fidel Castro! ».
« Ma in Inghilterra c’è stato? Ha visto? ».
« Eccolo! Sono stato a Londra, ho visto tutti i mondiali, sono stato a vedere gli allenamenti del
baronetto. Si, noi italiani saremo forse meno potenti, … caldo … pastasciutta … napoletani, ma gli
allenamenti sono un’altra cosa. Io li ho visto gli inglesi: pantaloni corti e maglietta a giocar cricket
per ore: ma allora se contiamo anche quelle, venghino nei nostri villaggi e vedranno che noi ci
alleniamo sette ore al giorno. Non contiamo nelle 5 ore anche il tempo per far la doccia, eccolo! ».
« Ho capito. Senta, proprio questa mattina ho letto che quasi tutte le squadre hanno impostato il
mercato del Gallia pensando a costruire una formazione-tattica sul tipo di quella… usata da
Valcareggi per battere la Jugoslavia nella finalissima-bis di Roma! Non le sembra buona… come
barzelletta? ».

« Fa molta presa sui “calligheri”, in italiano calzolai… e va bene per i poeti del calcio, ma ha il
difetto di non essere vera. E’ roba da fantascienza! Io do ragione a Valcareggi quando dice: non
fossilizziamoci con la Nazionale, adattiamo la formazione al momento. Abbiamo come minimo due
nazionali con lo stesso rendimento! Ma ormai in campionato, dalla prima all’ultima delle 16
squadre, abbiamo tutti lo stesso modulo: la differenza sta solo negli uomini. Il Foggia ha Rinaldi, io

ho Malatrasi, la Roma Losi… Ai tempi del Padova, la Fiorentinissima giocava come noi, solo che
loro avevano Julinho e Montuori, allora loro giocavano bene e noi facevamo catenaccio! Bocca
tasi… ».

« Lasciamo perdere la teoria. Parliamo di Cresci: perché non se l’è tenuto? ».
« Non è escluso che sia il nostro stopper l’anno prossimo ».
« L’avevate preso per tentare il colpo-Riva? ».
« Sì, ma il programma numero uno è saltato tutto ».
« Che programma era? ».
« Riva, Ferrini, Combin ».
« Il programma numero due è… Fogli e Petrini? ».
« Sì ».
« Mi pare che non abbia una ala ».
« E’ vero, ma tolto Riva, chi valeva la pena di prendere? Per far diventare Barison « il Paolone »
ho sopportato due anni di contumelie a San Siro e quelli che avevo sottomano adesso erano tutti
meno di Barison. No guarda, un giocatore da San Siro era Combin: alto 1.80; 72 chili; argentino,
forse il centravanti più forte che c’è adesso in Italia. ».

« E Petrini?».
« Può fallire, ma ha tutto. Me lo curo quattro mesi per cavargli i difetti e poi vediamo: ha solo

vent’anni ».

« Fogli ne ha trenta ».
« Volevo Ferrini perché il gioco lo avevo già, mi serviva un po’ di potenza in più, soprattutto
quando fuori casa siamo sull’uno a zero. Con Fogli ho ancora più gioco, ma mi sostituisce perfetto il
Gianni e Lodetti ».

« Può partire mediano titolare? ».
« Se va più forte di Trapattoni, sì, ma non lo faccia a cuor leggero: raduno i giocatori e spiego
perché e per come. Io ho bisogno di 18 giocatori, ma ho bisogno che la squadra che va in campo sia
sempre convinta che è la formazione giusta, a parte i tre… “forever” (sempre, ndr) Rivera, Rosato,
Schnellinger ».

« Lei ha la commissione interna, no? ».
« Sempre avuta. Posso far baruffa con il presidente, ma se non ho in mano i giocatori son sempre
fregato: con la società non faccio i gol! Quest’anno erano Rivera, Hamrin e Malatrasi la
commissione e funziona anche quando, magari per un passaggio di Coppa, c’è da dividere un
premio di 16 milioni. Xe giusto, no? ».

« Fogli è venuto via dal Bologna perché non voleva far la riserva: la farà nel Milan? ».
« Abbiamo già parlato per telefono: sono contento che sia uno che non vuol vivacchiare, ma

spero che capisca anche il resto ».
« Hamrin ha un anno in più ».
« Rognoni ne ha solo 21! Secondo me non è mezz’ala, uomo da « quadrilatero ». Ma, senza aver
il tiro di Jair, ha 11″ netti nelle gambe, un gran scatto: penso di adattarlo all’ala destra. Col tempo
vien buono anche lui come Petrini e Prati ».

« Prati? Non è già buono? ».
« Sì, ma sta affinandosi. E deve mantenere il traguardo, non andar in giro per spiagge e
spiaggette con quattro bionde al colpo. Oramai è l’idolo, non più il ragazzotto, ma rischia forte se
crede di poter continuare arrivando stanco agli allenamenti. Mi ha telefonato: « stia tranquillo faccio
vita buona », speremo! Perché non ha le risorse di Rivera, ma solo forza fisica, tiro. Come Riva ».

« Che differenza c’è tra i due? ».
« Riva è un’ala e vuoi fare il centravanti; Prati è un centravanti e vuol fare l’ala. Riva è più
sgusciante, ma sono uguali come potenza di tiro e come posizione-gol… quella che non ha Golin
neanche se lo mandi a scuola per anni. Lui aspetta all’ala, ma cossa te spetti?! ».

« Conclusione: che fa il Milan? ».
« Svantaggio: ci aspettano. Vantaggio: quest’anno sappiamo chi siamo, l’anno scorso no ».
« La Coppa dei Campioni?».
« Subito dura con i bulgari (Levski ndr). Per i Bulgari e per il… loro Governo il calcio è tutto.
L’anno scorso, al banchetto coi Bulgari, un presidente di non so cosa ha detto: « Avete battuto noi:
vincerete la Coppa delle Coppe! Era vero ».

« Se ad un certo punto dovesse decidere tra scudetto e Coppa, che fa? ».
« La Coppa! ».
« Di chi è lo scudetto? ».
« Di quattro: Inter, Juve, Milan, Napoli. Il Bologna… può aspettare ».
« Ha detto Juve ».
« Non ero molto convinto di Anastasi, ma dopo il gol con la Jugoslavia, ho cambiato: quello era
roba di gran classe. Però però, con quell’Heriberto che vede meglio Favalli di Zigoni e Menichelli
perché torna indietro, non so cosa succede. Se cambia sistema, ha uno squadrone: Zigoni, Haller,
Anastasi, Benetti (sgobbatore tremendo!) e Menichelli! No’ so, ah ».

« Il Napoli?».
« Napoli xe… Fuorigrotta, te capissi? Pesaola aveva fatto i miracoli. E poi, l’unico che mi faceva

paura era Panzanato e l’hanno sostituito. Boh ».

« L’Inter?».
« Mi hanno copiato con la politica del pianto, ma mi no son fesso! Qualunque cosa faccia, non
mi sorprende, perché ha tutti uomini da scudetto, perdio! Se avessi io Mazzola!, e Gori può diventar
un altro Prati! ».

« Ma se n’è accorto? è lei che sta… piangendo il morto?».
« La forza dell’abitudine… ma oramai non me crede più nessun! ».
Parole sante. Sul pannello rosso appeso alla parete, c’è solo un angolo vuoto. Ci sta giusto una

medaglia. Un’altra.