1970 marzo 16 Match quasi “giallo” ma pareggio giusto

1970 marzo 16 (Il Gazzettino)

Dopo due vantaggi dei bianconeri
Match quasi « giallo » ma pareggio giusto

Riva ancora esecutore della legge sarda e Lo Bello ancora oggetto di controversie sue

Juventus-Cagliari 2-2

MARCATORI: 1.t.: 29’ Niccolai (C) autogol, 45’ Riva (C); 2.t.: 25’ Anastasi (J) su rigore, 38’

Riva (C) su rigore.

JUVENTUS: Anzolin, Salvadore, Furino, Roveta, Leoncini, Cuccureddu, Haller, Vieri, Anastasi,

Del Sol, Zigoni, (Leonardi dal 15 del 2.t.)

CAGLIARI: Albertosi, Martiradonna, Mancin (Poli, dal 30’, del 2.t.), Cera, Niccolai, Nenè,

Brugnera, Gori, Greatti, Riva.

ARBITRO: Lo Bello.
NOTE: Terreno discreto, pioggia leggera. Notata la vistosa presenza del club juventino di Badia
Polesine, Belluno, Riva del Garda, Salzano, Mestre e di Caorle. Spettatori 71.000. Angoli 7 a 5 (5-
4) per la Juventus. Ammoniti Domenghini e Haller.
(DAL NOSTRO INVIATO)
Torino, 10 marzo
La partita è durata sessantasette minuti. Poi la partita di Lo Bello ha preso il sopravvento su tutto e
su tutti. Fino all’altro giorno, nessuno metteva in dubbio le grandi capacità tecniche di Lo Bello:
veniva soltanto contestato il « lobellismo » come forzatura di un personaggio incapace, per
temperamento, di « assistere » ad un match.

Da stasera, Lo Bello non è più soltanto « protagonista ». E’ giocatore: è arbitro che va in gol, che
annulla, che si diverte. A parte le riserve sulla designazione, si può aggiungere oggi che
l’arbitraggio di Lo Bello è sembrato peggiore di ogni pessimistica previsione. Alla fine, l’arbitro ha
dichiarato « vedrete la moviola! ».

Per quanto mi riguarda, al momento in cui sto scrivendo, ho visto soltanto alcune foto in Tv.

Riferirò perciò quanto ho controllato in campo.

Lo stadio di Torino è stipato come mai. Pioggia velata che non ruba rimbalzi normali, ma che
rende precari i palleggi in acrobazia. Marcature scontate. Salvadore su Riva. Scopigno (fedele al
concetto tattico secondo cui il più modesto dei terzini deve stare sull’attaccante avversario più di
classe) ha deciso per Mancia su Haller, sette nella schiena, in realtà vagante di mezza punta su
entrambe le zone laterali. In mezz’ora di gioco aggressivo ma inoffensivo, i dati tecnici si riducono
a due secche battute di Riva (sinistro, naturalmente) su calcio di punizione; ad un lancio intelligente
di Vieri sul quale Zigoni va giù in spaccata, ma buca perchè il passaggio è un po’ troppo profondo.
Poi, corner battuti da Haller. Da notare intanto il « nervoso » crescente di Niccolai, incapace di
trovare equilibrio sul terreno bagnato. Niccolai calcia due volte in corner, al brivido, sempre con
ampie possibilità autolesioniste.

La Juve gioca di più, anche perchè Greatti è di marzapane e Domenghini fa del sonnambulismo
agonistico e basta. Gori, in questa situazione, sta più stretto di Riva e tocca raramente il pallone.
Finora, i portieri proprio non sembrano c’entrare con il match. E’ zero a zero sensato, ma vivo, né
deprimente né squallido.

Domenica scorsa a San Siro, fu lo stopper, Maldera, a regalare il derby ad un’Inter parrocchiale.
Oggi, dopo ventinove minuti, un altro stopper sembra dover decidere lo scudetto Settanta. Haller a
Furino, scattato nel corridoio di ala destra; Furino alza la fronte e crossa per Anastasi; Albertosi è
giusto sulla traiettoria, ma forse ha il torto di non farsi sentire, di non urlare la palla con autorità.
Niccolai, lo stopper, sente qualcuno alle spalle; Anastasi?! No, è Albertosi, ma Niccolai non lo sa e
colpisce deciso, con la tempia sinistra (per mettere, sarebbe la terza volta, in corner violento): ne
esce invece una deviazione-gol, che ricorda lo stile di Josè Altafini.

Juve adesso esaltata, in vantaggio-gol. Haller supplisce allo spompato Vieri. Riva appare
depresso, Anastasi, su uno scatto diagonale, ruba quindici metri buoni a Mancin. Il pubblico della
vecchia signora si fa sentire. Ancora Anastasi solo per lo spiazzamento di un millimetro non riesce
a girare perfettamente, al volo, in torsione, un cross di Vieri.

Scopigno si avvicina alla scaletta per arrivare in fretta giù nello spogliatoio e tentare il recupero
nervoso della squadra. Controllo il cronometro: sono stati giocati esattamente quarantacinque
minuti e trenta secondi. Lo Bello sta recuperando, giustamente. Greatti batte un corner (provocato
da incornata di Riva). Anzolin in porta; pallone prima nel mucchio; poi ricade giù, verso Riva, a
quattro metri dalla porta. Gigi Riva compie una autentica prodezza da fuoriclasse: alza la palla con
il sinistro e caccia in rete di testa!

Urla di raccapriccio verso Anzolin, perchè su « quel palo » (alla sua destra) sarebbe dovuto
esserci dal momento che il corner era stato battuto dalla sua sinistra. E’ vero. E’ vero anche il
recupero di Lo Bello. Ma pure giusto, anche perchè un’autorete come quella di Niccolai non la trovi
tutti i giorni e la Juve, palle-gol vere, ne aveva costruite sì e no un paio.

Il « silenzio » di Lo Bello, penso nell’intervallo, mi pare strano e soprattutto positivo. Ma è
silenzio che dura poco. Nel secondo tempo, prima della « partita arbitrale », il match segnala ritmo
più equilibrato ed un contropiede favoloso di Gori: stop sulla palla difficile, finta e dribbling su
Leoncini, scatto a destra e cross al goniometro per Riva che commette l’unico errore della partita:
sinistro sbucciato male, per eccesso di angolazione nella battuta.

Al 67′, la partita tecnica finisce, stop, chiuso, esatto. Si apre il sipario su Lo Bello.
1) Area di rigore del Cagliari. Palla alta; Salvadore salta e schiaccia giù di brutto un difensore
avversario (mi pare Niccolai); il pallone finisce verso Martiradonna e Leonardi. Leonardi trattiene
abilmente con la mano il terzino; Martiradonna spinge l’attaccante. Terzino e attaccante sono
sbilanciati: la palla, in sospensione alta, cala però sul braccio di Martiradonna. A me non pare
assolutamente penalty, perchè episodio veniale, involontario, irrilevante.

Lo Bello sbigottisce tutti: rigore, senza discussioni. Può essere il match-ball dello scudetto.
Nessuno si vuoi pigliare la responsabilità di calciare dagli undici metri. Poi va Haller, il tedesco. Ma
non è tranquillo. Parte lento, non sa che fare, esegue un destro rasoterra, non forte: abbastanza
angolato ma abbondantemente intuito da Albertosi che scatta a destra e devia.

2) Lo Bello dice no. Con sadismo, dice che il rigore va ripetuto perchè Albertosi si è mosso.
Certo che si è mosso! Ma lateralmente, con un minimo spostamento in avanti, secondo il
regolamento. Chiedo: se un atleta corre i cento metri in dieci secondi netti, è mai possibile che, dal
momento in cui un rigorista calcia al momento in cui un portiere entra in contatto con il pallone, un
atleta dallo scatto di reni portentoso come i portieri non possa fare nemmeno venti centimetri!?

Se l’esecuzione di Albertosi era irregolare, allora bisogna cambiare il regolamento: istituire robot
e cellule fotoelettriche in area di rigore. Lo Bello fa ripetere. Albertosi piange come un bambino,
Vieri lo rassicura: « Stai tranquillo, Haller sbaglierà ancora! ». Battuta autentica. Haller è invece

choccato pure lui; calcia Anastasi: gran botta e gol. Prima autorete, poi il rigore: Juve ancora in
vantaggio. Sapore di scudetto.

3) Ma lo Bello non ha ancora finito. Lo vedo in difficoltà sul piano disciplinare. Frequenti risse
fra giocatori e insulti. Poi qualche punizione di evidente carattere compensativo. E’ in pieno
dramma. Me lo confesserà alla fine anche Cera: « Ad un certo punto — ha detto il capitano del
Cagliari — Lo Bello si è avvicinato e mi ha chiesto: mi aiuti, mi aiuti a finire la partita, state
tranquilli! ». Lo Bello, accortosi forse di aver calcato la mano fino alla tortura con il Cagliari, è
maturo a quel punto per la « compensazione ». Quando mancano sette minuti alla fine del match,
fischia rigore contro la Juve! Riva in mischia, nemmeno chiarita dai fotogrammi della Tv. Riva
sostiene di aver subito « ostruzionismo » (e sarebbe calcio di punizione a due in area), nemmeno lui
parla di rigore. Salvadore sostiene addirittura che Lo Bello gli ha detto: « Non ho fischiato fallo di
rigore per Riva, ma per un altro cagliaritano stretto tra due juventini ». Chi? Mistero. Dalla tribuna
non ho visto falli specifici, gravi; solo il contatto abituale delle nostre aree di rigore. Riva calcia
comunque il penalty ed è 2-2. Il match dello scudetto è finalmente allo stop. In sostanza, Lo Bello
ha conservato il risultato consegnatogli dal gioco, cioè dal pareggio. Ma nessuno può stabilire quale
sarebbe stato lo svolgimento tecnico della partita se l’arbitro non fosse intervenuto a turbarne
l’equilibrio.

Se anche le foto controllate alle 19,30 circa in Tv, nella loro fissità, possono avere offerto la
sensazione di situazioni non del tutto regolamentari, ritengo che, fischiando il penalty per quei falli,
ogni partita di football dovrebbe finire 23-18! O 40-30! Si potrebbe obiettare: ma Lo Bello è il più
forte di tutti. D’accordo. Ma allora aggiungo che, anche Juve e Cagliari, sul « metro » di Concetto
Lo Bello sarebbe dovuta finire almeno 10-9!

Viene sul serio la tentazione di pensare che, riabilitandolo per il super match, qualcuno abbia

pensato di bruciare più in fretta il grande arbitro di Siracusa.

Su tutti il goleador dei sardi

JUVENTUS

ANZOLIN 7 — Quasi abbrancato il rigore. Ottimo su punizione tagliata di Riva al 33′ della

ripresa. Incerto sul primo gol.

SALVADORE 6 — Con un Riva tanto rabbioso, è riuscito solo a contenerlo.
FURINO 7 — I furori di sempre, ma maggior ordine.
ROVETA 6 — Lavoro ridotto al minimo, di stretta copertura in area di rigore.
LEONCINI 6 — Limite consueto: primo tempo (con birra fisica) o.k.; secondo tempo (stanco) al

tramonto.

CUCCUREDDU 5 — Molto inferiore a prestazioni precedenti. Più un principiante che un

protagonista.

HALLER 7 — Quaranta minuti ad altissimo livello, distribuiti nei due tempi. Rigore calciato

molto male.

VIERI 6 — Gioca con l’interesse di uno che si sta preparando a lasciare la Juve. Rari i tocchi e

molte mollezze.

ANASTASI 7 — Sono di lui i raptus più spettacolari di un match sempre sudato ma non sempre

ricco tecnicamente.

DEL SOL 6 — Greatti non gli ha procurato problemi di ritmo, nonostante l’età.
ZIGONI 6 — Prima del pestone alla caviglia, impegno costante e più altruista del solito.

LEONARDI 6 — Ha convinto Lo Bello che Martiradonna aveva fatto veramente un rigore: tutto

qua, ma è molto!

CAGLIARI

ALBERTOSI 7 — Molto bravo a intuire (inutilmente…) il rigore di Haller. Scarsissimamente

impegnato.

MARTIRADONNA 6 — Non possiede un gran fisico e s’è trovato a contrare due muscolari

come Zigoni e Leonardi. Bilancio positivo.

MANCIN 6 — Stringere la fantasia di Haller è roba da incubi. Qualche segno di cedimento, ma

non grave.

POLI n.c. — Minuti di forcing, ma un quarto d’ora non fa valutazione.
CERA 7 — Se pensi a Roveta, nello stesso ruolo, trovi che Roveta va meglio in tackle ma che

Cera lo supera molto come qualità e quantità di lavoro.

NICCOLAI 5 — L’autorete clamorosa e molti errori all’inizio, ma alla lunga ha ristabilito

standard discreto, senza durezze da codice.

NENE’ 7 — Match personale con il giovane Cuccureddu. Nenè ha vinto chiaramente l’antitesi.
DOMENGHINI 5 — Non è decisamente in un periodo di lucidità tattica. Troppe volte il suo

gioco si riduce ad un gomitolo che non finisce mai.

BRUGNERA 7 — Molto più ritmo di Vieri. Una conclusione splendida quasi all’incrocio dei

pali.

GORI 7 — Nel primo tempo poche palle giocabili e distanze proibitive. Nella ripresa, il doppio

come rendimento e come legame con Riva. Un’azione da manuale.

GREATTI 5 — Una marcia in meno rispetto alle esigenze del centrocampo del Cagliari. La

riflessione non basta sempre.

RIVA 8 — Grinta apocalittica. Un gol artistico, non di potenza. Trascina l’intera squadra. E’

veramente uomo scudetto.