1995 gennaio 16 Il coraggio e la sfida
1995 gennaio 16 – Il coraggio e la sfida
Karol Wojtyla è il Papa di frontiera.
Il Vaticano gli sta stretto, preferisce il mondo. Questo Papa i cristiani va a cercarseli dove stanno:
l’”urbi  et  orbi”  porta  a  porta.  Ancora  una  decina  di  viaggi  e  il  Papa  polacco  avrà  fatto  il  giro  del
pianeta, lungo rotte per la prima volta “universali-quanto lo spirito della Chiesa di Roma. 
Non è più il Papa sciatore, il Papa nuotatore, il Papa alpinista di qualche anno fa. Stringe i denti sotto
il peso di tanti malanni; cammina con il bastone, chiede il braccio. Ma la folla lo trasforma. 
Come se nelle civiltà di massa soltanto il contatto di massa gli potesse far raggiungere gli uomini.
Forse la sua Cracovia, cuore della cultura polacca, ha esaltato in Wojtyla l’istinto all’incontro con i
popoli. 
L’età,  i  guai  fisici,  non  lo  dissuadono.  Ha  scritto  Alberto  Cavallari  su  “La  Repubblica”:  “Il  Papa
insegna che la vecchiaia non significa aggiungere anni alla vita, ma vita agli anni. E’ proprio così. 
A  75  anni  Wojtyla  continua  il  suo  interminabile  viaggio  tra  le  contraddizioni  del  tempo.  E  non  è
nemmeno da escludere che in Asia, colga fremiti che Roma ha già inaridito nel solco della grande
secolarizzazione d’Occidente. “Noi che ci diciamo cristiani e cristiani non siamo” ha ammonito l’altro
ieir sul “Corriere” lo scrittore cattolico Carlo Bo. 
Il pellegrino dei Valori va a cercare sfide illimitate. Ogni giorno il Papa allude alla Cina, ma proprio
la  Cina  –  con  la  violenza  dei  grandi  numeri  –  pone  la  questione  più  drammatica  per  la  Chiesa  di
Roma: come conciliare il suo no anche ai minimi presagi di controllo delle nascite con la necessità di
stabilizzare la popolazione mondiale. Una questione planetaria, che nessuno potrà scansare, né con
l’indifferenza né con l’intransigenza. 
Mentre il Papa incontrava milioni di giovani a Manila, il Worldwatch Institute rendeva noto l’atteso
Rapporto  1995  sullo  stato  della  Terra  scegliendo  la  Cina,  che  da  sola  rappresenta  il  22%  della
popolazione,  come  Paese-simbolo  del  nostro  futuro.  Compatibile  se  controllato,  distruttivo  se
demograficamente anarchico. 
Il mondo, ha calcolato l’Onu, ha urgenza di rendere possibile l’uso dei contraccettivi a 120 milioni di
donne.  E’  storicamente  straordinario  che  un  Papa  vada  a  cercare  senza  posa  il  mondo  soprattutto
quando gli si para contro.