1991 settembre 15 Quando la storia corre

Testata: GAZZETTINO
Edizione: PG
Pagina: 1
Data: 15/09/1991
Autore: Giorgio Lago
Tipo:
Argomento: DIRIGENTI
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Titolo: QUANDO LA STORIA CORRE – Il bisogno di nuove classi dirigenti
di Giorgio Lago

Altro che maestra di vita; la Storia non insegna nulla. O, meglio, insegna qualcosa soltanto nei periodi
in cui sembra riposarsi per premiare l’esperienza, la saggezza, il flusso circolare della vita. Il richiamo
alla memoria e alle memorie diventa allora uno strumento di conservazione. Quando insegna, la Storia
predica prudenza, incute timori. Ma oggi ci lascia spogli, senza lezioni. Nega ogni parametro; pretende
che noi siamo nello stesso momento cronisti e memorialisti, storici in diretta. Senza guerra e senza
rivoluzione, riparte da zero come dopo le guerre o le rivoluzioni. Un commentatore francese ritiene che
l’Urss dovrà passare di colpo dalla preistoria al Ventunesimo secolo, cioè dall’esplosione dei
nazionalismi al loro immediato superamento, senza poter maturare quel portentoso processo che ha
portato l’Europa a dimenticare le sue sanguinose frontiere e a costruire una nuova Comunità.

Quando i sistemi crollano su sé stessi, la storia accelera, perde la pazienza, si fa più esigente, chiede
agli uomini il coraggio dell’innovazione più che la contemplazione del presente, il rischio più che il
calcolo, l’investimento più che la rendita. Impone anche una vocazione alla conoscenza e allo studio.
Dobbiamo tutti ritornare a scuola, andare a scoprire di che cosa stiamo parlando. È come se per mezzo
secolo il mondo avesse subito una glaciazione politica, dentro la quale tutto era rimasto immobile per
concedere agli Stati e agli uomini soltanto la possibilità di schierarsi. E adesso, soprattutto i giovani,
hanno fame di storia, di significati, di precedenti; hanno bisogno di ristabilire il senso di un mondo che
ai loro occhi era parso a lungo convenzionale, statico, fuori discussione e che nel giro di un paio d’anni
ha dissolto tutto, statue, simboli, date, parole, miti, la geografia del Ventesimo secolo. All’improvviso,
è diventato l’archivio il vero luogo del futuro, dove si fruga per capire, per liberarsi dai pregiudizi, per
documentare lo stupore che spesso ci coglie dinanzi alla realtà che corre. Dai Baltici alla Croazia,
dall’Urss a Cuba, da Lenin al Pci, da Gladio ai delitti confessati con quarantacinque anni di ritardo nel
triangolo della morte dei comunisti emiliani, il passato incalza per non essere né manipolato né

dimenticato. Tutto ciò richiede molta onestà intellettuale, un grande sforzo di rinnovamento, classi
dirigenti che non continuino a vestire i tagli su misura di un mondo che oggi consuma i suoi ultimi
echi. Anche in politica, c’è gente fatta per i tramonti e gente nata per aspettare l’alba.

settembre 1991