1991 novembre 3 Hotel a cinque stelle

Testata: GAZZETTINO
Edizione: PG
Pagina: 1
Data: 03/11/1991
Autore: Giorgio Lago
Tipo:
Argomento: STRAGI
Persone:
Didascalia:
Descrizione:
Titolo: HOTEL CINQUE STELLE. Il Capo dello Stato spiega il suo “no” alla proroga di 2 anni

delle inchieste sulle stragi

di Giorgio Lago
Noi riteniamo che il Capo dello Stato non sia nel giusto quando contesta al governo la proroga, fino a
dicembre del 1993, dei termini per completare le istruttorie riguardanti 45 inchieste su stragi, mafia,
terrorismo. Non lo è istituzionalmente, come ha spiegato ieri Alberto Sensini; non lo è nemmeno a
norma di legge, come chiarisce oggi Ennio Fortuna. Cossiga ha il solo merito – peraltro non
secondario – di tenere a tutti i costi desta l’opinione pubblica su un dramma che inchioda l’Italia: una
Giustizia in crisi quando la più organizzata ed estesa criminalità d’Europa esigerebbe il meglio delle
leggi, dell’investigazione, del coordinamento. Ci vuole una bella faccia tosta a pretendere la
mobilitazione unitaria dei cittadini quando gli stessi possono verificare quotidianamente che Capo dello
Stato, Governo, consiglio superiore della Magistratura, ministro di Grazia e Giustizia, giudici e
avvocati, sono in disaccordo su tutto nell’affrontare l’emergenza. Nella nuvola di polvere si perde
oramai ogni orientamento cominciando a dimenticare, per esempio, che la proroga si riferisce a stragi
di venti, quindici, dieci anni fa, da Peteano a Ustica fino alla stazione di Bologna. Nell’affievolimento
progressivo della nozione di tempo, non resta altro che allungare ulteriormente i tempi, con una
conclusione da mettere i brividi: non sappiamo mai se e quando verremmo a capo di una qualche verità,
ma negare la proroga equivarrebbe a posare un macigno sopra le ultime, flebili speranze di
accertamento. Con il vecchio codice, i misteri d’Italia invecchiano; con il nuovo, si congedano per
sempre. È la fotografia dell’impotenza favorita dall’imprevidenza legislativa. Ai magistrati è stata
consegnata una Duna pretendendo le prestazioni di una Ferrari. Nessuno che si sia preoccupato di
preparare la macchina giudiziaria prima di rivoluzionare il processo penale, con la conseguenza che
risultano sempre meno tutelati i diritti del cittadino medio e sempre più garantiti quelli dei criminali.
Fa a tutti molto comodo credere e far credere che la colpa sia tutta di un Corrado Carnevale, scordando
che le decisioni della Cassazione sono collegiali e che dipende dal sistema, non da un giudice, se

decine di migliaia di mafiosi campano in Italia come in un hotel a cinque stelle. Fa comodo ma non
risolve nulla, anzi assolve il sistema.
novembre 1991