1985 marzo 2 Per essere ancora credibile
2 marzo 1985 – “Per essere ancora credibile”
I  guasti  della  partitocrazia  sono  enormi.  Il  potere  dei  partiti  ha  banalizzato  i  poteri  istituzionali,  il
Parlamento,  lo  stesso  Governo  alle  prese  con  fenomeni  di  filibustering  oramai  rituali  quali
l’ostruzionismo  selvaggio;  i  franchi  tiratori,  per  reazione,  l’abuso  di  decreti  e  di  voti  di  fiducia  o  il
mercanteggiamento nelle commissioni. Il qualunquismo non c’entra; questo è il classico made in Italy
della  politica.  Nei  vuoti  di  potere  si  perde  la  bussola  come  nel  triangolo  delle  Bermude,  lasciando
spazio a poteri alternativi, pronti alla delega. È accaduto a certa magistratura o a certo giornalismo:
soprattutto negli anni ‘70, la politicizzazione non ha risparmiato nessuno, nemmeno chi per definizione
la dovrebbe rifiutare. «Il potere logora chi non ce l’ha» riuscì a fare molti più proseliti di quanto non
meritasse la pur brillante battuta di Andreotti. La magistratura pagò la tentazione di far legge più che
garantirla; il giornalismo di frequentare la stanza dei bottoni invece di vigilarla. Quando lo spirito di
parte prevale su quello di servizio, la democrazia ci rimette sempre aldilà delle migliori intenzioni. La
democrazia italiana ha pagato un prezzo molto alto ma oggi conta su un giornalismo più trasparente e
su  una  magistratura  più  temprata.  Una  magistratura  che  ha  piegato  il  terrorismo,  messo  a  nudo
segretezze e logge, ingaggiato un altro sanguinoso duello con il crimine organizzato e che da tempo se
la vede con la più sfuggente e velenosa delle teste di serpente, la corruzione in atto pubblico. Quello dei
giudici è diventato forse un super potere, ma sarebbe demenziale oltre che ingiusto dimenticare che
soprattutto per merito della magistratura la gente ha preso coscienza dei grandi inquinamenti, dagli anni
di piombo agli anni delle tangenti. Ciò va detto nel momento in cui la stessa magistratura inquisisce se
stessa, i suoi giudici, i suoi sospetti, rivendicando così la propria credibilità. Il marcio, tutto il marcio,
va combattuto, non usato.