1984 Maggio 9 Virdis – Zico: Barcellona ko

1984 Maggio 9 – Virdis-Zico: Barcellona ko !

Doveva essere il “Supermartedì” dello stadio Friuli, ha destato invece una mezza beffa non certamente per
colpa dell’Udinese. Ha diluviato per tutta la partita e il Barcellona si è presentato con sette titolari in meno (
per…protesta, Massimo Giacomini se ne è rimasto a casa).
Con quattro giocatori lasciati alla Nazionale e altri tre titolari infortunati tra i quali Maradona, quello visto
ieri sera era un Barcellona dimezzato che non poteva definirsi ”il più grande club del mondo” quale è. Per
questa ragione Lamberto Mazza e il vicepresidente spagnolo hanno annunciato di voler a tutti i costi ridare
al pubblico friulano la mancata sfida Maradona-Zico, con un nuovo appuntamento, in settembre od ottobre
prossimi.
Nonostante l’assenza dell’asso argentino e il tempaccio abbastanza inconsueto alla stadio Friuli,
l’amichevole ha richiamato ventimila spettatori paganti, per un buon incasso.
Ha esordito in notturna anche lo schermo gigante, settantasei metri quadrati di spettacolo aggiuntivo:
come due domeniche fa in campionato, il display ha confermato tutte le sue straordinarie qualità. L’effetto-
colore è perfetto e questo è il segreto della pubblicità. Sia sul piano dello show che su quello
dell’investimento, Mazza ci ha visto due volte giusto.
In una ventina di minuti, l’Udinese è andata sul 2 a 0 con la collaudatissima coppia di goleador Zico- Virdis,
in assoluto la seconda del campionato dopo Platini-Rossi. A Zico è successo un fatto curioso: si è visto
attribuire (al 6°) un gol che a me è parso irregolare dal momento che, Mauro gli ha servito il pallone, tra
Zico e la porta c’era un solo giocatore, trovandosi il portiere molto fuori, in uscita. In compenso, Zico si è
visto negare due minuti dopo un secondo gol, diagonale, molto bello, perché all’arbitro Barbaresco era
ahimè già scappato il fischio che negava a Zico la sacrosanta regola del vantaggio.
Comunque nessun problema. Con un Barcellona sbilanciato da morire, preda di contropiedi da 30-40 metri,
Virdis ha ottenuto ben presto il 2 a 0. E così la cosa è scivolata via tranquilla nel vento e nella pioggia con un
Borin autore di un paio di interventi molto importanti.
Il secondo tempo è stato più divertente, soprattutto perché ho avuto l’impressione ( condivisa in tribuna
dall’amico Giuseppe Cattivello, noto guardalinee di serie A fino al 1978) che lo stesso arbitro Barbaresco si
sia un po’ divertito ad applicare un regolamento per così dire amichevole.
Prima l’arbitro è stato generoso con il Barcellona fischiando a Causio un rigore così e così e Shuster ha fatto
il 2 a 1 dal dischetto. Poi, più il guardialinee Checchin che l’arbitro a dire il vero, ha chiuso un occhio e
mezzo sul molto sospetto fuorigioco che ha portato al 3 a 1 dell’Udinese con De Agostini.
Però sotto la scorza di un arbitro internazionale barre sempre il cuore dell’uomo d’ordine, che esige
rispetto, soprattutto da celebri professionisti europei. Sicchè Barbaresco non ci ha più visto quando
Alexanko gli ha battuto le mani sotto il naso in segno di scherno, ad un quarto d’ora dalla fine. Cartellino
rosso, espulsione, e stupore generale perché l’arbitro era apparso in precedenza davvero magnanimo in
zona gol.
Ho visto brillanti De Agostini, Mauro, Causio, anche se frenato nelle conclusioni. Gerolin, in parte lo stesso
Marchetti. In più Virdis, che con un pallonetto soffice quanto una piuma, metteva dentro il 4 a 1 nel deserto
difensivo del Barcellona.
Non ho dimenticato Zico, spettacolo a sé per tutta la ripresa. Avesse tre anni in meno, la possibilità di
essere ancora al cento per cento sulla corsa, non lo fermerebbero nemmeno i carabinieri! Lui dondola,
cammina, spia lo schema, sembra assente, ma di colpo illumina il gioco, vede in un attimo tutto, inventa
cose che mettono allegria in tutti fuorchè negli avversari.
Scrivono in molti che cinque squadre vogliono Zico a tutti i costi: e io contino a sostenere che Mazza,
quest’anno, non può venderlo. Ameno che il presidente non rinunci alla cittadinanza friulana,
meritatamente onoraria