1981 Gennaio 21 Quando l’atleta è merce

1981 Gennaio 21 – QUANDO L’ATLETA E’ MERCE ANCHE QUANDO UN MENISCO
ROTTO PUO’ ATTENDERE

CASTELFRANCO – “Questa faccenda mi sta molto a cuore non per Mosley, ma per il sistema in uno
nello sport. Ha ragione Sergio Campana: bisogna che questi ragazzi vengano tutelati e non visti
sempre come merce”. Ad affermarlo con passione è il dottor Roberto Bonaga, primario della divisione
ortopedica dell’ospedale di Castelfranco Veneto.
Ex mezzala del Bologna, ex esterno del basket prima nel Gira poi nella Virtus Bolgna, cresciuto quale
specialista alla prestigiosa scuola dell’Istituto ortopedico Rizzoli, Bonaga ha alle spalle un curriculum
personale di 1500-200 operazioni al menisco ma, soprattutto, la convinzione che la medicina sportiva
debba tutelare a tutti i costi l’integrità dell’atleta, senza guardare in faccia ai cosiddetti “interessi” del
Sistema. Per il Sistema l’atleta è prima un capitale, poi un uomo.
Glenn Mosley è un asso del basket; gioca nella Liberti di Treviso, alla quale lo lega un contratto
stagionale. Recentemente, contro l’Eldorado, il ginocchio sinistro gli ha fatto crack. Bonaga lo ha
visitato e ha detto: menisco rotto.
Per scrupolo professionale, Bologna invitò Mosley a sottoporsi all’artroscopia nel reparto del dott.
Vespignani all’ospedale di Mestre, dove la diagnosi confermò la frattura. “Vespignani – sostiene
Bonaga – non sbaglia diagnosi”.
Se il menisco è rotto, è rotto e basta non si guarisce. Non rimane che l’operazione. Lo stesso Bonaga,
nel suo carnet di ieri, aveva già inserito il tempo necessario per l’eventuale intervento, ma la
cartilagine che ha tolto in pochi minuti apparteneva a un qualunque paziente, non al ginocchio sinistro
del grande Mosley.
Mosley – così ha preferito la Liberti – sta praticando altre terapie, sia imbarcandosi in altri controlli.
“Io posso anche capire – interviene Bonaga – che la società non voglia perdere per un mese un
giocatore a lei legato soltanto fino al termine della stagione, ma questo è tempo perso per Mosley.
Quando passa troppo tempo si sviluppa una ipotrofia del quadricipite: non si sa bene perché, ma il
muscolo della gamba cala. Quindi, prima si fa l’intervento e meglio è, per Mosley anche per la
Liberti.
La tecnica dell’operazione al menisco è talmente affinata che adesso non c’è nemmeno una
graduatoria tra ortopedici: lo possono fare tutti. Non è un intervento che preoccupa. Chi è operato di
menisco deve tornare a giocare”.
Il calcio è un cimitero di menischi, Paolo Rossi acquistato per 2.712 milioni dal Vicenza, era già privo
di tre menischi su quattro! Anche se utile all’articolazione del ginocchio, si tratta infatti di una
cartilagine non indispensabile.
Un’operazione al menisco richiede questi tempi. Cinque giorni in ospedale con una stecca gessata e
gamba a riposo; dal quinto giorno comincia la mobilizzazione dell’arto, con rieducazione,
elettroterapia, massaggi, contrazioni isometriche. C’è gente che in 15 giorni riprende l’attività
normale.
Quanto a un atleta, operando oggi Mosley, la Liberti potrebbe riaverlo fra 15-20 giorni per gli
allenamenti e tra un mese in partita. Negli anni ’50 l’argentino Ernesto Grillo fu operato al menisco
dal prof. Zappalà e rigiocò, contro la Juve, dopo nemmeno venti giorni!

“Non si tutela un atleta mandandolo in giro per l’Italia a controlli che non servono”. E qui il dottor
Bonaga ricorda una istruttiva esperienza personale, quando giocava da ragazzo nel Bologna calcio:
“Un giorno – racconta il medico – uno scozzese mi spaccò il menisco. Il presidente Renato Dall’Ara
mi mandò come s’usa in giro, non perché fossi una stella ma perché valevo qualche lira. Io giocavo,
forzavo mi allenavo, il ginocchio si gonfiava. Fui messo in lista di trasferimento perché non servivo
più. Io non avevo assistenza e mio padre, impiegato, non aveva i soldi per farmi operare. Fin che mi
operò gratuitamente il prof. Pais, e così ripresi a giocare, ma a pallacanestro. Si speculava sulla
gente”.
Come medico sportivo dell’Udinese dal 1951 al 1964, Bonaga ha dell’intero ambiente una grande
esperienza. Conosce i meccanismi mercantili, conosce le mille pressioni che i dirigenti attuano sui
medici per ragioni di mercato, conosce come il prezzo di mercato e il senso del “capitale” prevalgano
spesso sulle urgenze cliniche a favore di un atleta.
Avendo diagnosticato la frattura al menisco di Glenn Mosley lo indigna che, nell’interesse suo e della
stessa società, non se ne traggano il più in fretta possibile le conclusioni. Il suo appare un contributo
non una polemica, una testimonianza non contro le incertezze di una società ma contro le tentazioni di
un intero Sistema.
Di menisco si guarisce, di grettezza no.

Giorgio Lago