2004 febbraio 23 Berlusca allenatore

2004 febbraio 23 – Berlusca allenatore

L’uomo del derby, della portentosa classifica e del probabile scudetto del Milan non é Kakà ma
Silvio Berlusconi. Da sabato notte, il presidente che ha inventato Milano 2 e Forza Italia, che ha
costruito un impero televisivo e che scrive testi di canzoni d’amore, che si é paragonato a
Napoleone e che si definì “operaio”d’Italia, ha aggiunto al suo curriculum di successo un mestiere
nuovo di zecca: quello di allenatore. Olè.
Si tratta di un’altra anomalia nostrana, anche se la sola divertente. Ad Arcore é nata una panchina.
Alla faccia dei vituperati professionisti della politica, il Cavaliere fa del tempo libero rossonero la
sua ultima imprevedibile professione: d’ora in poi il Milan non potrà più mandare in campo la
formazione decisa autonomamente dal tecnico, il pur mite e conciliante Carlo Ancelotti. Da questa
mattina, 23 febbraio del 2004, Ancelotti regna ma non governa visto che il suo presidente e neo-
allenatore gli ha intimato per lettera, nero su bianco, che la squadra dovrà giocare per sempre con
due punte di ruolo.
“ Noi siamo il Milan”, ha spiegato Berlusconi sottintendendo che vincenti si nasce non si diventa.
“Soffrire non mi piace”, ha aggiunto facendosi di colpo serissimo; e dunque fine di ogni timidezza
tattica optando da qui all’eternità per una coppia di due centravanti degni del superiority complex.
Il bello é che in vita sua Berlusconi ha fatto anche l’allenatore! Quarant’anni fa esatti, correva
l’anno 1963, cominciò le sue fortune nelle costruzioni costituendo la Edilnord sas, con la quale
diede vita a un grosso complesso residenziale nel comune di Brugherio. Non era ancora la Milano 2
di Segrate; però, come inizio di carriera per un costruttore di 27 anni, non era roba da poco.
Beh, tra le quattromila persone che lavoravano per l’impresa, Berlusconi tirò fuori anche una bella
squadra di dilettanti, che allenò personalmente. “Aveva il patentino federale di terza categoria”, mi
ha ricordato a Grado Mario David, formidabile terzino da cross, che proprio allora vinse con il
Milan scudetto in Italia e coppa in Europa.
Non solo. A Berlusconi piace ricordare quale fosse la sua specialità nell’allenare la Edilnord:”
Cambiavo completamente la squadra nel secondo tempo.” In politica, il Cavaliere detesta
cordialmente i rimpasti e le verifiche; nel calcio aveva la passione del turn over come si direbbe
oggi.
Incredibile ma vero, proprio così é andata l’altra sera. Nel primo tempo, il Milan di Ancelotti era
sotto di due gol con l’Inter; nel secondo tempo, il Milan a due punte di Berlusconi ha straziato la
beneamata.Bisogna ammetterlo; é stato il derby personale di Berlusconi, che in un colpo solo ha
battuto sia l’Inter che Ancelotti.
Quanto a noi interisti assomigliamo ormai a quei soldati giapponesi ancora sperduti – a guerra
mondiale irrimediabilmente persa e finita – nelle isolette dell’Oceano Pacifico. Non sappiamo, non
capiamo, attendiamo l’ignoto o, nel nostro caso, uno psicanalista in grado di spiegarci come può
farsi notte in un minuto e mezzo a San Siro.
Per tutto il resto, non é successo niente. L’Inter perdente non fa più notizia da un pezzo e Milan,
Roma, Juve stanno sempre lì, lassù, con l’inavvicinabile esclusiva dello scudetto.
Il campionato ha invece un “Mister” in più: Silvio Berlusconi. A cento giorni dal voto, anche la
tattica finisce dritta tra le promesse elettorali.