2002 giugno 24 Sgarbi
Sgarbi
Gli si potrà dire di tutto, ma non che manchi di lealtà nel dichiararsi per quello che é. A scanso di
equivoci lui è Sgarbi, plurale di sgarbo.
Non intende riconoscere nemmeno la distinzione di destra e di sinistra, nella quale eccelle il
filosofo Norberto Bobbio. Per Sgarbi, conta soltanto il criterio estetico:”Niente come la politica è
più distante da me”, confessò anni fa con uno dei suoi pensieri segreti diventati libro.
Lo sgarbo estetico non risparmia nessuno, proprio perché apolitico, allergico alle appartenenze
.Oggi il centrodestra lo ripudia mentre, per infantile simmetria, il centrosinistra gli fa le fusa, ma
Sgarbi se ne infischia di entrambi; il suo vero partito, “Liberal Sgarbi”, è monocellulare, personale,
autoreferente e autosufficiente. L’Io partito.
Di Berlusconi dice da tempo che cambia idea ogni mezzo minuto e, quanto ad Amato, stabilì un
giorno che “stava a Craxi come il bidè sta al water.” Un rapporto idraulico, sembrerebbe.
Sgarbi è più scomodo come amico che come nemico.Se solo la Bellezza ci salva, l’amicizia è
tuttavia il sentimento meno partigiano.
A Trieste, durante l’ultima campagna elettorale per il collegio 2 della Camera, Sgarbi aveva per
avversario l’amico Riccardo Illy. In occasione di un faccia a faccia pubblico, il critico dell’arte si
ispirò allo scrittore irlandese Oscar Wilde, genio della decadenza, nel sorridere di sé e
dell’antagonista:”Provo attrazione fisica per Illy. Mi piace la sua linea estetica”, avvertì la platea. E
Illy rise di gusto, come di rado gli capita.
Condannandolo a qualche mese di reclusione per diffamazione, un tribunale motivò la mancata
sospensione delle pena con la probabilità che l’imputato “reiterasse il reato”. Mai sentenza dimostrò
di conoscere Sgarbi altrettanto bene.
Nel bene e nel male,se male fosse, Sgarbi sarà sempre la recidiva di Sgarbi, soprattutto quando ha a
che fare con i Beni culturali, sua libido. E’ patetico che il governo scelga Vittorio Sgarbi come
sottosegretario pretendendo da quel preciso istante che sia proprio lui a incatenare se stesso a un
ruolo gregario, per una funzione burocratica, con deleghe da portaborse del ministro più che da
professore in materia.
Dice il ministro che “Sgarbi non sa fare squadra.” Verissimo; solo che Sgarbi non deve fare
squadra: meglio, gli dovrebbe essere tassativamente vietato di fare squadra. Uno come lui o lo si
recluta nell’esecutivo come solista del gusto e della tutela, oppure lo si lascia al suo caos creativo.
Se fosse genio e sregolatezza, gli vanno garantiti tanto il primo quanto la seconda. Che in Sgarbi
sono siamesi, impossibili da separare chirurgicamente in virtù e vizio.
La cosa più divertente è che il “ governo delle libertà” non sopporta al proprio interno il minimo
dissenso liberale, da Ruggiero a Sgarbi. Senza contare che,mentre il governo accusa la ricevuta di
una allarmata lettera del Capo dello Stato in persona, l’onorevole più sciolto e senza collare del
Parlamento si schiera contro la “svendita” di beni e a fianco di Ciampi.
E’ istituzionale l’ultimissimo Sgarbi, quasi quirinalizio. Chi l’avrebbe mai detto.
Stupidaggini
Ha 18 anni e si definisce “un tossico disperato”; il papà, certamente più disperato di lui, spiega che
il figlio non è “cattivo”, ma che tutti i suoi guai deriverebbero da “questa porcheria di droga di
merda”. Lo capisco, povero disgraziato.
A Milano, suo figlio ha ammazzato il farmacista che aveva provato a dargli un’occasione di lavoro
ma che, pur con tutta la buona volontà di cui era notoriamente capace, non era più disposto a
continuare con lui. C’erano stati piccoli furti, altri episodi di inaffidabilità.
E’ finita a coltellate, con il farmacista assassinato a colpi di estintore in testa.Ucciso alla fine
perché non raccontasse tutto.
Mi ha colpito il linguaggio, che sta ai fatti di cronaca come i nervi stanno ai muscoli. Nel riferire
l’accaduto a un amico, l’omicida dice:”Ho fatto un gran casino.” Quelli della squadra mobile,
nell’invitarlo pubblicamente a costituirsi, dichiarano in tv:”L’abbiamo fatto perché non faccia altre
stupidaggini.”
Un delitto, due sinonimi: “casino” e “stupidaggini”. Una volta si diceva che le parole sono pietre;
oggi sono mozzarelle. Al sangue.