1995 marzo 26 Sono una pensionata di 71 anni

1995 marzo 26 Sono una pensionata di 71 anni

Prendo una lettera fra le tante che ogni giorno arrivano al nostro giornale. Una pensionata di 71 anni
ci racconta la sua situazione: “Un anno fa, con mio marito ancora vivo, la mia vita economica era
soddisfacente. Mio marito percepiva 1.200.000 lire al mese e io, considerata la bassa pensione del
coniuge, ricevevo una pensione sociale di 350 mila lire. Con la morte di mio marito, avvenuta l’anno
scorso a marzo, tale sostegno finanziario, ossia pensione sociale, non esiste più. Mi sono vista togliere
tale pensione e dare una pensione di reversibilità di 700 mila lire. Quale logica? Le spese sono le
stesse, una o due persone per mangiare non c’è molta differenza, però luce, gas, acqua, telefono,
affitto e tutto il resto sono le stesse. E’mai possibile che prima ti diano una pensione di sopravvivenza
e poi te la tolgono? Lascio a voi fare i conti”.
Invece dei conti, ho fatto una riflessione, oggi che le pensioni sono drammaticamente diventate un
problema dei giovani più che degli anziani! Perché, se questi ultimi rischiano di vedersele tagliate
oggi, i figli e i nipoti potrebbero vedersele negate domani.
Imputato è lo Stato sociale. L’economia non ha mai tanto odiato l’assistenzialismo, anche nella
versione più nobile del “welfare state” (“lo stato assistenziale”). Il sociale viene visto come un lusso
e come tale subisce in tutto il mondo la revisione drastica dei conti pubblici.
Bene, giusto, questa è una contabilità decisiva. Ma non vorremmo si dimenticasse che lo Stato sociale
rappresenta anche un punto alto di democrazia, la speranza di equità, il tentativo di sottrarre i più
deboli e i più esposti agli automatismi della società, il dovere di garantire l’uguaglianza almeno nei
punti di partenza.
Lo Stato sociale non è la pensione di invalidità falsa, la pensione con 15 anni di lavoro, l’integrazione
al minimo anche per chi non ne ha bisogno. Non è l’asilo nido gratis perché si evade il fisco, né la
casa allo Iacp senza averne titolo. Questo Stato sociale uccide alla fine la giustizia sociale.
No, lo Stato sociale ha bisogno dim efficienza, di rigore. Di funzionare per quella pensionata di 71
anni.