1995 marzo 26 Il destino di Bossi

1995 marzo 26 Il destino di Bossi

Quelli del cosiddetto “centro” sono gente strana. A turno, Buttiglione per convertire la destra, Bossi
per non perdere il ceto medio produttivo. Entrambi fanno l’errore di non accorgersi che, grazie alle
aggregazioni imposte dalla legge elettorale maggioritaria, il vero centro è già occupato da Prodi e da
Berlusconi! Il primo portando in dote la sinistra di D’Alema, il secondo la destra di Fini.
In mezzo non c’è più nulla; si va per assorbimento. Tant’è vero che Buttiglione viene irresistibilmente
attratto a destra, Bindi a sinistra, e Bossi?
Bossi che sta al centro, in splendido isolamento, è un controsenso, e non serve a nessuno, a cominciare
proprio dalla Lega. I leghisti di complemento sono già da un pezzo nell’orbita di Berlusconi, così
pure i tanto corteggiati ceti medi della produzione.
In un sondaggio interno alla Confindustria di Treviso, 52 imprenditori su 53 presenti si sono dichiarati
per il Polo. Bossi teme di perdere chi ha già perduto.
Anche per questo, recentemente a Padova, Silvio Berlusconi ha ricordato a imprenditori piccoli e
medi di aver già speso di tasca propria 50 miliardi ma di aver ricevuto finora contributi soltanto per
quattro. Come dire: cari amici, mi sono messo in politica anche per voi e però ho incassato soltanto
pacche sulle spalle e generosissimi “Forza Silvio”. Come dargli torto se questa è la contabilità della
sua propaganda elettorale?
Quel vecchio centro è scomparso dalla circolazione. La legge elettorale del democristiano Mattarella
ha squartato sul nascere il Ppi, mezzo a destra, mezzo a sinistra, ineluttabilmente. Ma anche il destino
della Lega a noi sembra segnato.
Nel senso che Bossi s’illude quando insegue ceti e leghisti già acquisiti da Berlusconi, Fini e Casini.
Gli rimane lo zoccolo duro, con una forte identità federalista, allergico al berlusconismo, più popolare
dei popolari di Buttiglione.
Questa Lega avrebbe dovuto fare i conti con la realtà anche per il voto amministrativo di aprile. Non
averlo fatto, scegliendo la solitudine, dimostra il contrario della forza: segnala una grande fragilità.
Prendiamo il Veneto. Il prof. Ettore Bentsik è un buon candidato del centro-sinistra, ma soltanto
l’appoggio della Lega lo avrebbe reso davvero competitivo per il centro-destra.
Se il Polo conquisterà Palazzo Balbi, la Lega si ritroverà più che alleata del Pds all’opposizione senza
esserlo stata in campagna elettorale. Il tempo della scelta viene soltanto spostato, con tutta probabilità
alle elezioni politiche di ottobre.
Ciò che tiene separato oggi Bossi dovrà unire domani per la legge di gravità politica. Dopo aver
demolito l’alleanza del 27 marzo 1994, la Lega o sceglie con coerenza l’alleanza alternativa o anche
il suo zoccolo duro si squaglierà come il Ppi.
Umberto Bossi ha temuto di farsi dare del “comunista” da Berlusconi? Doveva pensarci un pò prima.
Ora è condannato a sorbirsi da destra ogni epiteto se vuole esorcizzare almeno quello di Giuliano
Ferrara che da un pezzo chiama la Lega “cara salma”.