1995 luglio 4 Nessuna sorpresa, su nulla

1995 luglio 4 – Nessuna sorpresa, su nulla

Di Pietro ha spiegato di essersi dimesso dalla Magistratura, lo scorso dicembre, per sottrarre Mani
Pulite alla “violenta reazione” che il sistema stava organizzando. Risultava fin da allora palese, a chi
non fosse distratto o in mala fede, che in lui si colpiva la parte per il tutto.
Quel martedì, da parte nostra commentammo così le dimissioni del Pm: “La legione dei Don
Abbondio d’Italia, dei lanzichenecchi della politica, dei pezzi marci dello Stato, del rampantismo
televisivo, non gliel’hanno mai perdonata, coadiuvati fino in fondo da azzeccagarbugli, garantisti da
parcella, nuovi cascami di un’Italia decrepita. Un Paese che ammazza Chinnici, Scopelliti, Falcone,
Borsellino e stanca Antonio Di Pietro è un Paese malato”.
Nessuna sorpresa. Non è Di Pietro che vogliono, ma ciò che ha rappresentato per tre anni. “In tre anni
– ha affermato ieri il pm Fabio Salomone – si è visto ciò che non si era visto per un secolo”.
Vero, verissimo. Il cittadino lo aveva capito, sentiva che stava finendo l’eterna stagione degli omissis,
degli insabbiamenti, dei depistaggi, del non luogo a procedere, degli intoccabili soprattutto. In aula,
Di Pietro chiamava ladri i ladri, ridando dignità al denaro pubblico.
Craxi denunciò il presunto “complotto” di Di Pietro quando era già in atto il vero “complotto” contro
Di Pietro. Nel Paese di Ustica e dei misteri, “poteri dello Stato” mantenuti lautamente dai contribuenti
possono calunniare, intrallazzare, intercettare, inquinare, ricattare, sporcare, ben sapendo che
qualcosa resterà.
Per ora da Brescia, nessuna sorpresa. L’ex magistrato Di Pietro gioca una partita per conto terzi: nel
difendere sè stesso si ritrova ancora una volta di fronte un avversario infido, violento, spregiudicato.
Anche se non fa più parte della Magistratura, forse mai come ora Di Pietro è volente o nolente
magistrato dalla testa ai piedi, simbolo retroattivo, e nello stesso tempo, presagio di come saremo.
Una storia tosta, tutta da combattere e da vedere.