1995 giugno 13 Non ha ancora vinto…

1995 giugno 13 – Non ha ancora vinto…

Ha vinto la Fininvest più che Berlusconi; hanno votato i telespettatori più che gli elettori. Ciò nulla
toglie al significato e al valore dei tre No sulle Tv, ma li spiega meglio delle forzature politiche.
Il centro-sinistra ha sempre pagato l’illusione di poter trasferire automaticamente sul voto politico i
successi del voto amministrativo. Incorrerebbe nello stesso tipo di errore il centro-destra dando ai
referendum il peso di un “giudizio di Dio” pre-elettorale.
Berlusconi si è tenuto in disparte per un mese proprio per non rischiare di perdere politicamente in
prima persona. Ha vinto anche perché togliendosi dai teleschermi, ha lasciato che il Si e il No
riguardassero il più possibile la Fininvest: dovevano contare i film, più di Forza Italia.
Una mossa molto abile, non la sola. Per rendere a-politico lo scontro si è affidato ai suoi uomini da
spettacolo, il plotone dei tanti Mike Buongiorno e Vianello.
Qui ha stravinto perché sono bravi, hanno mestiere, sanno dire le cose e, soprattutto, fissarle in
poche idee. Anzi, una soltanto, ma vincente: “cari telespettatori, vogliono spegnervi qualcosa che
potete vedere a casa vostra, gratis, come vi pare, se vi pare. Dite no a chi intende obbligarvi a
guardare a pagamento soltanto la Rai”.
La Fininvest è riuscita a far passare alla grande l’idea che la quantità dell’offerta televisiva vale di
per sé. Solo una repubblica panamense come l’Italia può permettere la disparità di propaganda
registrata da questi referendum: ciò non toglie che la Fininvest abbia toccato i tasti giusti,
rivolgendosi agli utenti mentre gli avversari si rivolgevano ai cittadini. Un lusso pagato caro.
Visto che il Parlamento non riesce a risolvere i problemi, ciascuno ha difeso giustamente la sua
“roba”. I telespettatori le tv, i commercianti i negozi e gli orari, gli elettori del Nord il territorio dai
turisti della mafia.
Questi sono interessi, non politica astratta. E gli interessi attraversano al galoppo gli schieramenti e
i partiti, infischiandosene delle speculazioni politiche del giorno dopo.
Dopo la vittoria della Fininvest, può vincere anche Berlusconi. Ma questo dipende soltanto da lui,
visto che ha ribadito – qualcuno ne dubitava ? – l’intenzione di restare in politica, di riproporsi
quale leader del centro-destra imboccando per sempre la strada istituzionale. Quella che lo aveva
portato a suo tempo a Palazzo Chigi.
Se questi sono i suoi progetti, peraltro del tutto legittimi, Berlusconi ha un solo mezzo per vincere
anche politicamente il referendum: cedere per libera scelta la Fininvest dopo averla conservata
intatta per scelta popolare. Così togliendo di mezzo il capitolo più sfacciato del conflitto di interessi
e, insieme, per favorire una buona legge contro la concentrazione televisiva.
La Francia, considerata la più permissiva in Europa, consente al massimo il 49% di una sola rete
nazionale. Liberista doc ed europeista convinto quale si dichiara, Berlusconi non dovrebbe avere
più alcuna remora nel cominciare finalmente la sua carriera di politico normale.
Cioè senza tv al servizio e senza interessi a condizionarlo. Se non per gli avversari, lo faccia per gli
italiani che gli hanno salvato l’Azienda. Ora può vendere, non deve più svendere.