1993 luglio 4 Segni per conto terzi

1993 luglio 4 – Segni per conto terzi

La legge per l’elezione diretta del sindaco non sarà stata la migliore, ma ha funzionato.

La riforma elettorale è tutt’altro che perfetta, ma gira le spalle alla paralisi proporzionale.

La Dc molla la presa sul “Mattino” di Napoli, l’Eni mette in vendita “Il Giorni”, la Rai tenta di
cancellare per sempre la tradizione a spartire secondo partito. L’informazione ha un sacco di
problemi, ma il cambiamento l’ha fortunatamente scossa.

Insomma, accadono cose importanti. Sotto pressione sono non soltanto i partiti e le oligarchie del
malaffare; cede un’intera cultura politica per quanto le resistenze siano ancora tante. In apparenza,
le più rudi vengono dai grandi ladri o dai piccoli inquisiti; a guardare le cose con lucidità, la linea
Maginot del passato si erge altrove: in quel grumo di potere che si è andato dagli anni ’70
impastando tra ceto politico, burocrazia, economia o protetta o privilegiata.

Facciamo un’ipotesi ai confini dell’utopia: la politica riesce a liberarsi di tutti gli inquinati;
l’imprenditoria inverte la rotta abbandonando definitivamente il vizietto dell’appalto a percentuale.
Non basta! Resterebbe più che mai inesplorata la bonifica dell’amministrazione pubblica.

Non ci sono santi: per rimettere in sesto questa baracca di Stato, serviranno alcuni anni di
straordinario riformismo. Chi crede di disinnescare l’odio fiscale semplificando il 740 mente
sapendo di mentire o teme di porre mano alla grande macchina del dissesto: la legislazione (vedi
Parlamento) e il centralismo (vedi Istituzioni).

Il vecchio sistema ha fatto bancarotta fraudolenta. Non riusciremo mai a riparare ai suoi guasti
restando a metà strada. Se il nuovo dovesse consistere nel cambiare facce alle mediazioni di
sempre, approderemmo alla fine a un altro immobilismo.

Perciò è indispensabile seguire con la massima attenzione Mario Segni, che spinge a chiarire le
posizioni della Dc fino al Pds. In fondo, Segni lavora per conto terzi, nel senso che accelera il
superamento dell’unità politica dei cattolici, la formazione di una sinistra senza miti che in Italia
non s’è mai vista, il faccia a faccia alternativo alla Lega.

Con l’Assemblea di ieri, per la prima volta Mario segni è passato dal movimento ai programmi. Un
salto.