1993 luglio 13 La vecchia Dc pare all’attacco di Rosy

1993 luglio 13 – La vecchia Dc pare all’attacco di Rosy

Rosy Bindi è stata di parola. Aveva perso qualche mese di tempo con Piazza del Gesù: ha ricuperato
tutto nel Veneto. Ma alla fine ha fatto esattamente quello che aveva promesso: il suo “Partito
popolare” non è un trucco. Si può avversarlo, non si può rispettarlo.

Il meglio della Dc ha seppellito la Dc. Prima con Orlando, poi con Cossiga, quindi con Segni, ora
con la Bindi.

Come dire che la Dc non ha alcun a possibilità di riformarsi; o la si abbandona o la si contesta
radicalmente fino a sostituirla con un nuovo soggetto politico. La fine della rendita-comunismo,
l’overdose di potere a Tangentopoli l’hanno resa anacronista.

La Bindi cerca un cuneo di tradizione cattolica, tra la Lega Nord e una Sinistra anch’essa allo stato
nascente. Che il Veneto sia più che mai laboratorio di politica stupisce soltanto i distratti, incapaci
di avvertire sia il boato della protesta sia la spinta a far emergere un ceto non compromesso.

La Bindi è anche fortunata, per almeno due ragioni soltanto in apparenza contradditorie. La prima:
alla Costituzione di Abano, il suo de profundis della Dc è stato approvato all’unanimità!

Il che, assieme al consenso sincero, testimonia un’ipocrisia da far rizzare i capelli.

Quel sì di certi sepolcri imbiancati servirà molto alla Bindi, perché la mette in guardia, le fa capire
che la vecchia Dc del Veneto i suoi giochi continuerà a farli, ma non allo scoperto, sotto i riflettori
dell’opinione pubblica. Quando si dicono cose forti, che rompono rispetto al passato, e tuttavia si
finisce con il raccogliere l’unanimità, vuol proprio dire che quel passato ha una voglia matta di
presentarsi come futuro. Buono a sapersi, per la Bindi.

Ma è fortunata anche per le reazioni di alcuni notabili centrali. Quando il vice presidente del Senato,
Luigi Granelli, esponente storico della sinistra interna, definisce “illegale e avventata” la scelta di
Abano, Rosy Bindi ottiene finalmente ciò che la finta unanimità di Abano le aveva negato: la
certezza di aver abbandonato la continuità con la Dc. Non soltanto con la Dc degli inquisiti, ma
anche con la Dc dei signori delle tessere e dei capi corrente.

Bel colpo, non c’è che dire.