1991 luglio 23 Il miglior Cossiga dell’anno

Testata: GAZZETTINO
Edizione: PG
Pagina: 1
Data: 23/07/1991
Autore: Giorgio Lago
Tipo:
Argomento: PRESIDENTE REPUBBLICA
Persone: COSSIGA FRANCESCO – POLITICO
Didascalia:
Descrizione:
Titolo: IL MIGLIOR COSSIGA DELL’ANNO
di Giorgio Lago
Cerchiamo di cogliere il succo delle cose. Non ci convince né piace il Cossiga di tante esternazioni,
perché diffidiamo dei pasticci. Fra opinioni private e interventi da Capo dello Stato; fra giudizi su
persone e messaggi istituzionali; fra esercizio della funzione e battute in libertà; in definitiva, tra il
cittadino Cossiga e il Presidente della Repubblica. C’è un secondo risvolto. Anche le migliori
«prediche» – come sospettava Luigi Einaudi – sono spesso «inutili» per la disattenzione dell’opinione
pubblica, non soltanto del ceto politico e dell’amministrazione. Forse inutili, risultano controproducenti
quando diventano routine quotidiana:
intenzioni evaporano se ripetitive,
consuetudinarie, troppo di giornata. Soprattutto, come nel caso di Cossiga, dopo anni di discrezione
altrettanto metodica. In questo senso, Cossiga ha perso un’occasione. Se i sondaggi dicono che
l’interventismo del Presidente ha finora incontrato il favore del 5560 per cento degli italiani, è
probabilissimo che avrebbe potuto raccogliere il 100 per cento a patto di adottare una sola avvertenza:
rinunciare a togliersi qualche sassolino superfluo dalla scarpa per andare sempre al sodo, cioè al cuore
delle riforme. Eletto Presidente al primo colpo, con ben 752 voti vu 977 votanti, Cossiga avrebbe
ottenuto una seconda, ancora più unanime investitura. Allora parlamentare, oggi popolare, al di sopra
delle parti e dei partiti. Il miglior Cossiga, senza dubbio indispensabile alla Repubblica, è quello del
messaggio che le Camere discuteranno da oggi. Importa poco che, un mese fa, le sue 86 cartelle
dattiloscritte siano state bollate anche di demagogia da due soldi: in democrazia, non debbono esistere
né santuari né tabù e il dissenso, per quanto radicale, aiuta a costruire. Importa infinitamente di più la
filosofia di quel messaggio fuori dai denti: «Ai signori del Parlamento dico basta con rinvii e ritardi. Le
istituzioni sono smarrite e hanno perso la loro identità». Di questo si deve discutere; su questo bisogna
decidere. Perché nessun problema sa aspettare, come urlano le cifre della criminalità rese note ieri e che
indicano per i primi tre mesi dell’anno un aumento del 55 per cento negli omicidi di mafia camorra e
‘ndrangheta, del 24 nello spaccio degli stupefacenti, del 10 nei furti, del 14 nelle truffe. Nessun limite
all’esternazione del Capo dello Stato, ma finché darà voce e grida al cambiamento.
luglio 1991

intemerate

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