1986 luglio 1 Mondiali Messico 86. È morto il Mundial, viva il Mundial

1986 luglio 1 – E’ morto il Mundial, viva il Mundial!

E’ morto il Mundial, viva il Mundial! Tra quattro anni appuntamento in Europa nel senso più pieno;
perché toccherà ad una nazionale del vecchio continente far rispettare la regola dell’…alternanza con
il Sudamerica e perché la questione ci toccherà in modo del tutto particolare. Il 19 maggio 1984 a
Zurigo il governo mondiale del calcio, cioè la Fifa, assegnò infatti all’Italia l’organizzazione del
campionato del 1990, il terzo planetario, a 24 squadre, delle quali è già qualificata di diritto, in qualità
di ospite, l’Azzurra.
Si calcola che per quella data ci saranno quattro miliardi di telespettatori. Come dire che il Mondiale
aumenta di volta in volta il suo calibro spettacolare-commerciale con risvolti turistici da capogiro.
Un fatto sempre più manageriale, non per nulla alla direzione del Col (Comitato organizzatore locale)
è stato nominato Luca di Montezemolo, da due settimane in Messico con un gruppo di lavoro formato
da esperti di grandi aziende quali la Olivetti, la Fiat e la Stet oltre che da due architetti specialisti in
impianti sportivi. “Sarà il mondiale dell’alta tecnologia”, lo ha definito lo stesso Montezemolo.
Quali le dodici città italiane che ospiteranno le 52 partite mondiali? Una commissione ha già inviato
alla Fifa un elenco di 17 città: Udine, Verona, Milano, Torino, Genova, Bologna, Firenze, Roma,
Cagliari, Ascoli, Perugia, Pescara, Napoli, Bari, Lecce, Cosenza, Palermo. L’ultima parola, a scanso
di “pressioni” di ogni tipo, spetterà alla Fifa che – dopo la carneficina di Coppa dei Campioni a
Bruxelles – pare opportunamente orientata a privilegiare scelte di sicurezza.
E’ a quest’ultimo proposito che non appare sulla carta utopistica la possibilità di un vero boom
pubblicitario delle Tre Venezie. Non soltanto per la presenza nella preselezione degli stadi di Udine
(Friuli Venezia Giulia) e Verona (Veneto), ma anche perché ci sarebbe il tempo per far decollare il
progetto di un nuovo stadio nell’area metropolitana Venezia-Padova.
In comune a Venezia giace la proposta dello stadio in terraferma; a Padova si parlò di un nuovo
Appiani, magari affidato in concessione privata. Una partita mondiale, staccata per l’occasione dal
girone di Udine o di Verona o di entrambe, terrebbe a battesimo uno stadio da 50 mila, per solo calcio,
il primo al mondo costruito secondo le ultime regole anti-violenza!
Chi perderà l’occasione?