1986 Giugno 20 Ieri e Oggi Oggi e Ieri

Ieri e oggi oggi e ieri

1986 Giugno 20

Il “Corriere” si chiede: in Spagna fu vera gloria? Curioso atteggiamento di autoflagellaziorie. Non
basta intonare il de profundis per l’oggi; scava, scava, si retrocede nel passato remoto fino a
confondere Messico e Spagna, dunque l’incomparabile, con il piacere sado-
masochista di «fare piazza pulita anche della memoria.
Anzi, dell’unica epopea del dopoguerra, celebrata a suon di gol, scatti, geometrie e tricolore
Noi italiani siamo tutti Bearzot o potenziali Craxi: alloro posto, finale sicura e inflazione zero. Un
enorme attore come Orson Welles sosteneva che gli italiani sono
cinquanta milioni di attori, e quasi tutti bravi, mentre gli unici a non saperci fare sarebbero quelli che
recitano sul palcoscenico e sul set.
Protagonisti di innumerevoli travestimenti, ci riesce difficile domare l’emozione. Nessuno potrà più
toglierci il gusto di Madrid 1982, ma facciamo l’impossibile per svuotarne il ricordo come se una
sconfitta per quanto strana e complessata – legittimasse l’effetto retroattivo
Tutto cio è tipicamente italiano, come gli spaghetti e la pizza.
Se fossimo nichilisti tutti d’un pezzo almeno non accetteremmo le vittorie. Ne facciamo festa
nazionale, ma siamo troppo increduli per la lunga conservazione e al primo fiasco, scatta lo
scetticismo di ritorno. Cosi, le nostre vittorie sono più che altro di giornata, e riusciamo a dimostrare
che anche l’oro prende macchia.
Non occorre attendere l’ardua sentenza dei posteri per sapere se fu vera gloria. Lo fu, lo fu, anche per
l’elementare ragione che nello sport come nella vita non esiste l’eterno.
Siamo destinati a rispettare l’attimo, lo spazio di un mattino, e dipende soltanto da noi prolungarne la
durata.

Giorgio Lago