1966 Lo scudetto per forza… (di Moratti)

1966 (Supersport)

Lo scudetto per forza… (di Moratti)

SAN SIRO – « Pronto, clinica Quattro Marte, c’è il dottor Klinger? » « Glielo passo subito… » «
Allora, dottore, come sta Suarez? E’ frattura? » « Fortunatamente no! In un primo momento lo
temevo molto, ma l’esito delle lastre è questo: sublussazione della spalla sinistra ». « Con prognosi
di quanti giorni? » « Quindici, venti giorni e Luis potrà tornare ad allenarsi! » Il fantasma nero di
un’altra brutta frattura (la clavicola di Suarez rovinato a terra dopo l’intervento di Juliano) stava per
investire il campionato. Soprattutto il campionato dell’Inter percorsa da un brivido di terrore
all’idea di dover rinunciare per due mesi all’asso spagnolo. Proprio ora che è campione d’inverno,
anche se « Campione per forza! », come ha spiegato Angelo Moratti. « Abbiamo tentato in tutte le
maniere di non esserlo, ma si sono messi d’accordo gli altri! Pazienza… ci terremo anche questo
titolo! ».

« Scusi Presidente, quali altri? »
« Abbiamo fatto il pari, noi, il Napoli, il Milan, il Bologna, la Fiorentina, la Juventus!
Comunque, per quanto riguarda il campionato d’inverno, abbiamo cercato di lasciarlo a qualcuno
e… l’abbiamo vinto ugualmente! Cosa dovevamo fare? »

« Battere il Napoli? »
« Lo zero a zero fa ormai parte del passato: quello che mi interessa di più e che mi preoccupa è
invece il futuro: abbiamo due giocatori fuori causa. Questo è il dramma di questa partita, non è il
pareggio »

« Fuori causa in che misura? »
« Anche se non si tratta di frattura, Suarez ne avrà almeno per venti giorni: venti giorni per

allenarsi, un mese per giocare »

« E Jair? »
« Jair dicono che abbia una distorsione al ginocchio, ma non mi fido molto degli ottimisti! Ho
paura che abbia qualcosa di più grave: da come soffriva e da come l’ho visto muoversi, cioè non
muoversi, non vorrei che fossero interessati il menisco o i legamenti. Sarebbe una sciagura: tra
Suarez e Jair… perdere in un sol colpo due giocatori del genere non è una sciocchezza. Questa è la
cosa che più mi turba in questo momento »

« Crede che sia il risultato di una partita aspra e spigolosa? »
« Beh… il secondo tempo non è stato una favola per bambini, ma io sono convinto che il
colpevole numero uno dei falli e degli incidenti sia stato il terreno. Infame, durissimo, indegno: non
si può giocare al calcio in quelle condizioni »

« Chi ha danneggiato di più? »
« Il Napoli e l’Inter in uguale misura: ha fatto perdere l’equilibrio a tutti i nostri attaccanti al

momento del tiro, ma ha frenato bruscamente anche le occasioni create dal Napoli »

« Le è piaciuta la partita?»
« Il primo tempo è stato molto bello, per azioni e ritmo, nel limite del possibile… cioè del

fondo »

« Soltanto il primo tempo si è salvato? »
« Il secondo tempo è stato dei falli! »
« L’Inter poteva vincere? »

« Quando stavamo uscendo, quando si vedeva che la partita era nelle nostre mani, abbiamo perso

Suarez e Jair: con quei due giocatori in campo, l’ultimo quarto d’ora poteva valere tutto »

« Siccome Herrera fa lo gnorri, mi può dire chi sostituirà Suarez? »
« Ricuperando il vero Corso, non quello influenzato di oggi! »
Influenzato? Mario Corso? Lo chiedo al veronese, più grigio di un cielo di novembre, solo in un

angolo con un bicchiere d’acqua nella mano destra.

« Ho un’influenza bella e buona, ma non volevo mancare e così ho giocato con la febbre »
« Si vedeva che avevi le idee poco chiare… »
« Sì, infatti non credo di aver giocato bene, d’altra parte speravo di risentirne meno. Adesso

prendo un paio di aspirine e spero di rimettermi »

« Suarez non ci sarà per un po’: l’Inter aspetta te! »
« E’ già successo un’altra volta, anni fa: adesso tocca a me: se starò bene darò tutto me stesso per
far ritornare Suarez in squadra quando la nostra classifica sarà ancora migliore! Certo che senza
Luis diventa tutto difficile »

« Per me – brontola Jair sottovoce – è sempre difficile: non mi danno mai la palla! Così va a

finire che mi prende il nervoso e divento sempre più solo »

« Come va il ginocchio? »
« La sfortuna non smette mai di colpirmi! Non so cosa posso avere, ma mi fa molto male e non

mi faccio nessuna illusione. Spero in Dio! »

Giacinto Facchetti ha l’aria triste di un povero bambino sperduto: « Non riusciamo a fare gol a
San Siro! Questa è la verità: con quel terreno poi, ma lasciamo perdere. Il Napoli a dire il vero è
molto forte, più forte di quanto mi aspettassi »

« Sì, bel Napoli – mi confida con tono durissimo Gian Marco Moratti – ma siamo stufi di farci

pestare da tutti, di farci rompere le gambe! »

« E l’arbitro? »
« De Marchi è sempre stato così! »
Così.